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Attualità | 09 gennaio 2025, 06:49

Precipitazioni: si chiude un 2024 da record, ma sulle montagne cuneesi manca il 50% della neve del periodo

Il rapporto di Arpa Piemonte sulla situazione idrica a fine anno evidenzia come novembre e dicembre siano stati, invece, secchi e molto caldi, con uno spostamento progressivo verso condizioni di lieve siccità

La nevicata dell'Epifania, decisamente scarsa

La nevicata dell'Epifania, decisamente scarsa

Nonostante gli ultimi due mesi dell’anno abbiano fatto registrare precipitazioni estremamente al di sotto della norma climatica (8° novembre e 5° dicembre più secco), l’anno 2024 è riuscito, seppur per pochissimo, a battere il record per la maggior precipitazione annua totale caduta alla testata del bacino del Po chiuso a Ponte Becca, almeno se guardiamo agli ultimi 70 anni.

I mesi molto piovosi di febbraio, marzo, maggio ed ottobre, tutti nella top 5 dei rispettivi mesi più piovosi a partire dal 1958, hanno più che compensato la scarsità di pioggia che abbiamo osservato a fine autunno ed inizio inverno, permettendo al 2024 con un totale di 1525 mm di pioggia annua cumulata di superare per soli 6 mm il precedente primato, che risaliva a quasi 50 anni fa, ovvero al 1977.

Nonostante l’annata presenti caratteristiche da primato per quanto riguarda le precipitazioni osservate, gli ultimi due mesi, e in particolare il mese di dicembre appena concluso, hanno mostrato tratti decisamente siccitosi, con deficit pronunciati ben al di sotto del decimo percentile: una situazione che si verifica con una frequenza inferiore ad una volta ogni 10-15 anni

I 14.4 mm medi del bacino del Po chiuso a Ponte Becca a dicembre rappresentano soltanto un quarto della pioggia/neve che cade mediamente nel mese e sono stati appena sufficienti a raggiungere il totale da record del 2024. 

Precipitazione registrata nel mese di dicembre 2024 sul bacino del Po chiuso alla confluenza col Ticino

Una analisi più approfondita delle precipitazioni di dicembre rivela come il deficit sia distribuito in modo abbastanza uniforme sull’area alla testata del fiume Po, anche se le zone pianeggianti di cuneese, torinese e vercellese sembrano aver sofferto maggiormente la carenza di pioggia negli ultimi 30 giorni.

Situazione differente se allarghiamo lo sguardo all’intera annata: in questo caso il surplus è compreso tra +40% e +60% in modo sostanzialmente ben uniforme su tutto il territorio alla testa del Po.

Particolarmente delicata la situazione dell’innevamento in montagna in questa prima parte dell’inverno 2024-2025. Il monitoraggio effettuato sulla rete di nivometri piemontesi mostra come la neve presente al suolo a fine 2024 sia pressoché ovunque meno della metà rispetto alla norma climatica del periodo. Solo in alcune aree limitate del nord Piemonte e della Val di Susa, il deficit è meno pronunciato rispetto al resto della regione.

Per quanto riguarda le temperature, dopo un mese di novembre appena sopra la media grazie al contributo delle alte temperature misurate in montagna, dicembre 2024 fa registrare un’anomalia positiva di circa 1.5 °C rispetto alla norma climatica ponendolo come il 7° dicembre più caldo in Piemonte dal 1958. È particolarmente significativa l’anomalia dell’ultima decade del mese, oltre 2.5°C sopra la norma del periodo, con alcune giornate particolarmente calde a ridosso della fine dell’anno. 

In generale, l’anno solare2024 con circa 1°C di anomalia termica positiva rispetto alla norma 1991-2020, chiude al 4° posto tra i più caldi degli ultimi 70 anni, dopo i record del 2022 e del 2023. Solo il 2015 si intromette in questi ultimi 3 anni, nei quali sui sono registrate in Piemonte le temperature medie più alte delle ultime 7 decadi, ulteriore testimonianza importante degli effetti del riscaldamento globale in atto.

Le alte temperature degli ultimi mesi, unitamente alla scarsità di precipitazioni cadute sul territorio regionale, stanno incidendo anche sui valori degli indici che misurano lo stato di siccità in Piemonte. Le mappe di indice standardizzato di precipitazione ed evapotraspirazione (SPEI) mostrano condizioni di siccità moderata diffusa sulla scala temporale breve (1 mese) e di normalità per le scale temporali medie dei 3 e 6. Tuttavia, mentre a 6 mesi i valori degli indici sono ancora positivi grazie alle piogge abbondanti di settembre ed ottobre, sulla scala più breve dei 3 mesi i valori di SPEI iniziano ad essere negativi, a sottolineare un progressivo spostamento della regione verso condizioni siccitose anche sulle scale temporali intermedie. Sui 12 mesi, invece, si confermano condizioni di piovosità moderata o severa su quasi tutta la regione, grazie alle piogge abbondanti dei primi 10 mesi del 2024 che forniscono ancora una riserva spendibile soprattutto in termini di ricarica delle falde sotterranee.

La situazione fin qui delineata si riflette ovviamente sulle risorse idriche superficiali stoccate sotto forma di equivalente di neve in acqua (SWE), invasi regolati e Lago Maggiore. 

A fine 2024 il volume invasato complessivo è tornato al di sotto della norma del periodo con un -30%, dovuto soprattutto alla mancanza di neve (SWE -48%), mentre il volume invasato nel Lago Maggiore si mantiene ancora superiore a quanto si osserva solitamente in questo periodo (+28%) e le risorse accumulate negli invasi regolati risultano leggermente superiori ai valori storici di riferimento (+14%).

In conclusione, l’indice di siccità sintetico relativo al mese di dicembre 2024 evidenzia come il Piemonte sia sempre in condizioni generali di normalità anche se i valori negativi di alcune sue componenti, in particolare l’equivalente di neve in acqua (SWE) e le portate fluviali, indicano uno spostamento complessivo e progressivo verso condizioni di lieve siccità da monitorare nei prossimi mesi.

redazione

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