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Solidarietà | 03 novembre 2024, 11:45

A tu per tu con Tommaso Allocco, presidente del Gruppo comunale della Fidas di Bra

L’importanza del “dono”, l’unico fatto di sangue che rientra nelle belle notizie

In foto Tommaso Allocco con Silvia Gullino

In foto Tommaso Allocco con Silvia Gullino

Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue, in una parola: Fidas. Il presidente del Gruppo comunale di Bra è Tommaso Allocco, un sicuro punto di riferimento per gli iscritti di vecchia e nuova data, in virtù della sua esperienza e del lavoro svolto sul territorio.

Classe 1949, ha lavorato come tecnico dell’Enel ed è diventato donatore all’età di 18 anni, mantenendo l’appuntamento fino all’età consentita, con oltre 200 donazioni all’attivo. Nei suoi mandati di presidenza, ha unito sapientemente i fili della collaborazione tra la sezione locale della Fidas (since 1972) e l’Amministrazione comunale, dialogando in modo attivo con le altre realtà di volontariato cittadine.

Con il suo stile associativo è riuscito a far crescere la conoscenza di un importante atto di bene, dato dalla donazione di sangue, che permette di aiutare in modo anonimo e gratuito molte persone malate o che versano in gravi condizioni.

Ma il suo impegno non finisce qui, poiché si è fatto promotore di svariate iniziative che hanno sempre trovato ottime risposte da parte della popolazione braidese. Tra gli obiettivi della sezione Fidas di Bra c’è quello di mantenere e incrementare le donazioni di sangue, un gesto di generosità che può salvare la vita di molte persone.

Donare il sangue, perché è così importante?

«Donare il sangue è un gesto concreto di solidarietà. Significa letteralmente donare una parte di sé a qualcuno che sta soffrendo, qualcuno che ne ha un reale ed urgente bisogno, significa preoccuparsi ed agire per il bene della comunità e per la salvaguardia della vita. Donare il sangue è un dovere civico, la disponibilità di sangue è infatti un patrimonio collettivo a cui ognuno di noi può attingere in caso di necessità e in ogni momento. Una riserva di sangue che soddisfi il fabbisogno della nostra comunità è, quindi, una garanzia per la salute di tutti, compresi noi stessi e le persone che ci sono più care».

Come rispondono i giovani alla cultura della donazione volontaria e gratuita di sangue?

«I giovani si avvicinano alla donazione, perché hanno consapevolezza della necessità di questo gesto e sentono di essere responsabili, oltre che di se stessi, anche del prossimo. Ovviamente, anche se c’è tempo per iniziare, prima si comincia meglio è, soprattutto per raccogliere il testimone di chi non può più farlo».

Uno sguardo sul futuro?

«Per quanto riguarda le donazioni, credo che i donatori avranno la stessa meravigliosa disponibilità dimostrata in tutto questo tempo. A loro e a chi si impegna quotidianamente a vari livelli associativi va il più grande ringraziamento».

Un ultimo appello?

«La donazione fa bene a tutti! Fa bene al donatore e ancor di più a tutti coloro che hanno bisogno di questo dono prezioso».

BASTA UNA GOCCIA DI SANGUE PER SALVARE UNA VITA

Le donazioni di sangue salvano la vita di circa 630mila persone all’anno solo in Italia, in media una al minuto. Un gesto semplice, ma fondamentale per aiutare il prossimo e tenere sotto controllo la propria salute.

Per ottenere sangue o plasma bisogna per forza avere donatori, non c’è alternativa alla terapia trasfusionale, perché non si può comprare il sangue sul mercato. Il dovere della donazione è di ciascuno di noi, non degli altri. Noi tutti, se siamo sani e in buone condizioni di salute, siamo potenziali donatori. Non resta che diventarlo.

Perché donare

Negli ospedali il sangue è una necessità quotidiana. Ogni volta che si verifica una carenza di sangue, diventa drammatica non solo la gestione di eventi eccezionali come i disastri o gli incidenti, ma anche e soprattutto l’ordinaria attività sanitaria, che coinvolge la maggior parte degli interventi chirurgici, l’attività del pronto soccorso, le terapie oncologiche contro i tumori e le leucemie, le anemie di carattere medico, i trapianti di organi e di midollo osseo. Ricordiamo che senza la disponibilità di sangue, in particolare, l’attività delle sale operatorie sarebbe bloccata. Donare il sangue e il plasma è un modo concreto di esprimere la solidarietà verso il prossimo, perché donare salva la vita ai pazienti. Inoltre, questo gesto d’amore ha ricadute positive anche sulla nostra salute: nei soggetti idonei migliora il flusso sanguigno e, grazie ad analisi specifiche, può rilevare malattie a uno stadio precoce. Un incentivo a prendersi cura di noi e sentirci più responsabili scegliendo un sano stile di vita.

Chi può donare

Possono donare tutte le persone maggiorenni (dai 18 anni fino a 60 anni se alla prima donazione, 65 anni per il donatore periodico) con peso non inferiore ai 50 chili e che siano in buone condizioni di salute, cioè che non siano affette da patologie infettive trasmissibili (come epatiti e HIV…) e da patologie croniche con alterazioni a carico di fegato, cuore, che non facciano uso/abuso di droghe e alcol. Non può donare chi ha o ha avuto, negli ultimi 14 giorni, febbre, tosse o difficoltà a respirare. Tutte le altre condizioni sullo stato di salute del donatore vengono valutate caso per caso dal medico al momento della visita, che dovrà stabilire l’idoneità alla donazione stessa in base al questionario compilato, ai valori dell’emocromo e alla pressione arteriosa.

Dove donare

A Bra i Gruppi comunali Avis e Fidas precisano che presso le rispettive sedi (Avis in via Vittorio Emanuele II, 1, telefono: 0172/054725 - 320/7865460; Fidas in via Alerino Palma di Cesnola, 3, telefono: 0172/415096) l’attività si svolge regolarmente nelle date consultabili sui siti web www.avisbra.it e www.fidasadsp.it/bra e invitano tutti i soci ad effettuare la donazione con serenità, ribadendo «La totale sicurezza di quel gesto di altruismo che ci porta a salvare delle vite».

Silvia Gullino

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