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Alba | 13 ottobre 2024, 12:05

Farinél- Sagra del tartufo? Senatore Borghi: “Ma mi faccia il piacere”

Quella che il senatore Borghi, novello Onorevole Trombetta, ha definito “Sagra di tartufi” è oggi la fiera italiana più famosa nel mondo con una ricaduta di oltre 42 milioni di euro sul territorio. Una storia di successo che nasce dal genio visionario di Giacomo Morra e diventa un caso di studio a livello nazionale grazie alla visione manageriale di Liliana Allena, ma quella inaugurata venerdì potrebbe essere la sua ultima Fiera da presidente

Farinél- Sagra del tartufo? Senatore Borghi: “Ma mi faccia il piacere”

Con una nota il Senatore Enrico Borghi (Italia Viva), ha criticato la scelta di Tajani di partecipare a quella che definisce una sagra del tartufo: «E’ su questo che si devono impegnare gli uomini di Stato, almeno quelli che non vogliono rassegnarsi alla contabilità quotidiana di una guerra che sta facendo morire anche la speranza e che hanno piena coscienza che in questo momento sono Beirut e Tel Aviv e non le sagre dell’uva o del tartufo i luoghi dove si deve precipitare un ministro degli esteri di un paese del Mediterraneo che presiede il G7».

Senza entrare nel merito di una polemica che ha un fondamento nel difficile contesto internazionale che vorrebbe un ministro degli esteri concentrato al 100% sulla vicenda Unifil, la definizione di sagra data dal Senatore non poteva non scatenare la reazione indignata della presidente dell’Ente Fiera Liliana Allena.

La vulcanica presidente ha ribattuto: «Quasi un secolo di storia, centinaia di migliaia di visitatori da ogni parte del mondo, oltre 40 milioni di euro di ricaduta sul territorio a ogni edizione e una promozione internazionale dell’Italia che ha pochi eguali nel mondo. Sono le caratteristiche di quella che il senatore Borghi definisce una “sagra”. Questa però è la Fiera internazionale del Tartufo bianco d’Alba, un motivo di orgoglio, una tradizione che ogni anno si celebra nel cuore di colline e paesaggi vitivinicoli che l’Unesco ha riconosciuto patrimonio dell’Umanità. Uno degli eventi più importanti del nostro Paese che, solo due anni fa, ha avuto l’onore di essere inaugurata alla presenza del Presidente della Repubblica. Spiace e sinceramente rattrista che da piemontese, e da uomo di Stato, il senatore Borghi sia riuscito nello spazio di una dichiarazione a mancare di rispetto alla propria terra per mere logiche di strumentalizzazione politica».

Una replica doverosa per una fiera che in realtà sagra è mai stata, fin dagli anni Trenta quando il visionario Giacomo Morra definì il bianco d’Alba, allora venduto al prezzo delle patate, il più “Perigordino” dei tartufi italiani. Morra sapeva che il Tuber nostrano, il re dei funghi che crescono sottoterra, valeva ben più di quel tartufo nero francese che i ricchi strapagavano nei ristoranti più famosi del Mondo.

Fu la svolta. Il prezzo del Bianco d’Alba decuplicò nel giro di pochi anni e oggi il tartufo nostrano vale mediamente cinque volte di più rispetto al tartufo del Perigord.

Ogni volta che vediamo le vie e le piazze di Alba e dell’albese invase pacificamente dai turisti, quando cresce il disappunto perché nel fine settimana è impossibile trovare un posto per mangiare un piatto dal tristellato Enrico Crippa all’ultima piola del più remoto paese di Langa o reperire un posto letto a meno di 30 km da Alba, dovremmo ricordare e ringraziare il grande Giacomo Morra, mai troppo ricordato e ringraziato.

In quei ristoranti, in quegli hotel, negli Air Bnb, lavorano i nostri figli, i nostri amici, i nostri nipoti e cresce l’economia del nostro territorio, un tempo zona di miseria, di “Malora”.

Lo studio presentato a giugno a Roddi in occasione dell’anteprima della Fiera internazionale del Tartufo bianco pone la nostra Fiera al primo posto tra le fiere più conosciute al mondo…altro che sagra.

Lo studio sviluppato con la metodologia internazionale di valutazione dell’impatto degli eventi ha portato a valutare come la Fiera sia capace di generare una spesa diretta estremamente alta (oltre i 18 milioni di €) e un impatto sull’economia della provincia molto significativo, ovvero 42.282.603€, di cui 2 milioni circa imputabili all’organizzazione dell’evento stesso. La capacità di generare reazioni economiche positive è ancor più messa in risalto dall’entità dei finanziamenti ricevuti che superano di poco i 760.000€, generando un impatto sull’economia della provincia oltre 50 volte le risorse impiegate.

Inoltre, la valutazione (prudenziale) dell’impatto della comunicazione generata dall’evento elaborata attraverso l’Advertising Value Equivalent, stimato confrontando i valori medi dei listini pubblicitari italiani ed internazionali e applicando i necessari parametri integrativi, ha permesso di attribuire al media coverage della Fiera di 3.654.000€, una cifra superiore di 26 volte rispetto al budget di promozione e comunicazione investito da Ente Fiera, pari a 138.608€, e di 78 volte rispetto alla spesa per l’acquisto di spazi pubblicitari sostenuti dalla stessa (46.905€)

Questi sono in estrema sintesi i dati che emergono dallo studio. Un risultato che sintetizza il grande lavoro fatto da tutto il territorio, a partire, da Giacomo Morra passando per Roberto Ponzio e tutti coloro che hanno creduto nel potenziale del tartufo bianco d’Alba, fino ad arrivare a Liliana Allena.

La presidentissima in quasi 10 anni di impegno e dedizione ha trasformato una Fiera di successo in un caso di studio a livello nazionale e internazionale con una visione manageriale abbinata e eleganza e savoir faire che hanno permesso di rinnovare una manifestazione che rischiava di avere il fiato corto.

Oggi la Fiera del tartufo è un evento “cool”, alla moda, che piace alle famiglie e ai giovani. Si dice che sia sempre possibile fare meglio, ma sarà molto, molto difficile riuscire a fare meglio di Liliana Allena che verrà ricordata tra i grandi nomi che hanno permesso alla Fiera di diventare un unicum a livello nazionale.

Questa dovrebbe essere, lo impone, al momento, lo statuto dell’Ente, la sua ultima Fiera, con la speranza che una competenza del genere non sia destinata a volare verso altri lidi e che possa, rimanere al servizio del turismo di Langhe, Monferrato e Roero. Perdere Liliana Allena sarebbe imperdonabile.

E allora buona Fiera internazionale del tartufo bianco d’Alba, la Fiera italiana più conosciuta al mondo, con buona pace di chi l’ha definita una sagra. Senatore Borghi “Ma mi faccia il piacere”.

Marcello Pasquero

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