Dopo un’edizione 2024 all’insegna della partecipazione e del coinvolgimento del territorio, il Pavese Festival è pronto a festeggiare il venticinquennale con un nuova edizione anticipata all’inizio dell’estate: il Pavese Festival 2025 si svolgerà infatti dal 26 al 29 giugno, sempre a Santo Stefano Belbo.
La rassegna appena conclusa, come ogni anno, ha celebrato Cesare Pavese nel suo paese natale con oltre 30 eventi tra presentazioni di libri, mostre, talk, spettacoli dal vivo, workshop e attività per bambini. Tra gli appuntamenti di questa edizione, la nuova stagione del podcast Era sempre festa con Chora Media cui erano dedicati anche lo spettacolo di Neri Marcorè e Pacifico e una Podcast Academy con CRC Innova; il reading musicale su Fuoco grande di Isabella Ragonese e Rodrigo D’Erasmo ideato appositamente per il festival; gli incontri con Vera Gheno, Stefano Nazzi e Pablo Trincia, oltre a due workshop su intelligenza artificiale e comunicazione dell’arte contemporanea.
Un festival, quello di quest’anno, che ha coinvolto sempre più la comunità e il territorio, fin dall’organizzazione, come spiega il direttore della Fondazione Cesare Pavese Pierluigi Vaccaneo:
"Se dovessimo riassumere con una parola il festival di quest’anno userei il termine consapevolezza. Al di là dei soliti bilanci di fine rassegna, credo che l’aspetto più importante di una manifestazione culturale debba essere l’ascolto che si è attivato tra chi organizza e il pubblico, tra gli abitanti e gli spazi pubblici e privati che hanno ospitato gli eventi, tra il festival e la natura circostante. In questo senso grazie al Pavese Festival 2024 abbiamo imparato quanto sia importante per un evento culturale avere un’identità chiara e attivare un dialogo sempre più intenso tra le persone, i decisori, la politica e, ovviamente, il paesaggio, risorsa da custodire e tutelare".
Rappresentativa in questo senso è stata sicuramente Dieci piccoli editori, la festa dell’editoria indipendente in programma nel weekend con incontri con gli autori nei caffè e nei cortili del centro storico, stand e laboratori per bambini, che ha rappresentato la principale novità di questa edizione ottenendo un grande apprezzamento da parte del pubblico. Protagoniste le case editrici add, Acquario Libri, Atlantide, Divergenze, Interlinea, Italo Svevo, Lupoguido, Miraggi, Terre di Mezzo, Voland.
Resterà aperta al pubblico fino a giugno 2025 la mostra che ogni anno inaugura con il Pavese Festival per accompagnare le attività della Fondazione Cesare Pavese nei mesi successivi. Proseguendo l’opera di valorizzazione della collezione permanente della Fondazione Cesare Pavese, la chiesa dei SS. Giacomo e Cristoforo di Santo Stefano Belbo ospita ora Quegli antichi ragazzi, mostra costruita attorno alle lettere e ai libri con dedica che testimoniano gli scambi tra Lorenzo Mondo e i grandi nomi del ‘900 letterario italiano e che compongono il Fondo Mondo: oltre 5.000 volumi di letteratura moderna e contemporanea donati alla Fondazione dalla famiglia dopo la sua morte. Quegli antichi ragazzi rappresenta il contraltare espositivo del libro Caratteri mobili. Le lettere degli scrittori a Lorenzo Mondo, curato dalla Fondazione Cesare Pavese per Rizzoli e presentato proprio durante il Pavese Festival. La mostra è arricchita inoltre da una sezione composta da lettere di Cesare Pavese accompagnate dal volume in prima edizione cui si riferiscono, allestita grazie alla collaborazione dell’archeologo dell’editoria Claudio Pavese.
In dialogo con le opere esposte, fino al 10 novembre, la mostra Meneghello incontra Pavese - Presenza dell’assenza dell’artista milanese Simone Meneghello.
Ad accompagnare il Pavese Festival, anche quest’anno il Premio Pavese in un nuovo format serale in due momenti, domenica 8 e venerdì 13 settembre. A essere premiati cinque nomi di spicco che per dedizione, meticolosità e innovazione si sono distinti negli stessi mestieri di Cesare Pavese: Michele Cortelazzo (saggistica), Dacia Maraini (narrativa), Silvia Pareschi (traduzione), Martin Rueff (poesia) e Antonio Sellerio (editoria), che di volta in volta hanno dialogato a proposito del proprio lavoro con i giurati di riferimento.
Il programma santostefanese come di consueto è stato abbinato a una serie di appuntamenti off che hanno portato il festival sul territorio e nel resto d’Italia: a luglio ad Alba con il Teatro di Tela, ad agosto a Brancaleone con il Festival Paesi Tuoi e a Maratea con Associazione Lu.Pa, a inizio settembre nel Monferrato all’interno della mostra diffusa itinerante Panorama, oggi al Gabinetto Vieusseux di Firenze con la presentazione del libro Caratteri mobili e l’inaugurazione della mostra Caro Bonsanti, grazie del lusinghiero invito… visitabile all’Archivio Contemporaneo Bonsanti fino al 20 dicembre 2024.
A chiudere il programma off, l’appuntamento di martedì 19 novembre al Teatro Maggiore di Verbania dove Andrea Bosca porterà in scena il suo spettacolo dedicato a La luna e i falò, in una serata speciale realizzata con il sostegno di Banca d’Alba (ingresso gratuito su prenotazione dal 1 ottobre).