Vertice oggi a Palazzo Regione sul problema della Blue tongue, l’epidemia virale della “lingua blu”. Detta anche febbre catarrale degli ovini, è trasmessa dalla zanzara Culicoide, colpisce i bovini me senza effetti mortali, ma infligge i danni maggiori a ovini e caprini: un settore che in Piemonte conta circa 56.000 caprini e 105.000 ovini distribuiti complessivamente in 5.300 allevamenti.
L’incontro convocato dall’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Caccia e Pesca e Parchi della Regione Piemonte Paolo Bongioanni, ha coinvolto l’assessorato alla Sanità di Federico Riboldi (rappresentato dal capo di gabinetto Fabrizio Priano) e le associazioni di categoria con il presidente Coldiretti Torino Bruno Mecca Cici, il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia, il presidente regionale Cia Gabriele Carenini, il direttore regionale di Confcooperative Domenico Sorasio e il responsabile Agroalimentare Legacoop Piemonte Renzo Brussolo. Per la Regione sono intervenuti il direttore regionale dell’Agricoltura Paolo Balocco, i dirigenti dei settori Produzioni agrarie e zootecniche Gianfranco Latino e Salute animale Bartolomeo Griglio e il commissario regionale per la Peste Suina africana Giorgio Sapino.
Il tavolo ha concordato le misure urgenti per contrastare nell’immediato la diffusione della malattia e ha concertato le azioni per una strategia vaccinale di periodo più esteso da attuarsi nei prossimi mesi.
La Blue tongue è arrivata in Piemonte circa sei mesi fa dalla Francia, dove si stanno diffondendo nuovi ceppi virali che potrebbero interessare anche i nostri animali. L’Istituto Zooprofilattico piemontese li sta già analizzando per mettere a punto un vaccino che possa essere efficace anche nel medio-lungo periodo sui nuovi ceppi. In Italia la regione con il maggior numero di capi ovi-caprini è la Sardegna, che per questo si è trovata per prima a contrastarla grazie a un’azione efficace dell’allora direttore dello Zooprofilattico Giovanni Filippini, ora direttore al Ministero della Salute e commissario nazionale Psa.
Annuncia l’assessore Paolo Bongioanni: «Mi attiverò immediatamente con il mio omologo della Regione Sardegna chiedendogli un congruo numero di dosi di vaccino. Chiederò al Ministero dell’Agricoltura un sostegno a 360 gradi, e a quello della Salute di fare regìa a livello nazionale, di interessarsi con la Francia per avere la disponibilità di almeno 20mila dosi e introdurre l’obbligo di immunizzazione anche sul cosiddetto “ceppo 3” che è quello che sta imponendosi e che non vogliamo arrivi in Italia. Come Regione, inoltre, cercheremo assieme al presidente Cirio e all’assessore Riboldi di individuare le risorse per poter garantire agli allevatori un contributo a titolo di rimborso parziale per ogni vaccinazione effettuata a titolo volontario».
Sottolinea l’assessore Riboldi: «Come Assessorato alla Sanità siamo disponibili a un contributo per la vaccinazione. Finora solo una Regione, a statuto speciale, ha utilizzato questa via e quindi è necessaria una valutazione approfondita dal punto di vista giuridico che stiamo già effettuando. In ogni caso, ribadisco che vi è la volontà di collaborare con le organizzazioni agricole e con gli operatori per salvaguardare il comparto che affronta una situazione che desta preoccupazione».
Il tavolo ha inoltre concordato sull’opportunità di varare una strategia vaccinale che comprenda un’azione di informazione e sensibilizzazione degli allevatori sull’opportunità di vaccinare gli animali, di attivare le massime azioni di biosicurezza quali trattamenti insettorepellenti o la custodia degli animali in ambienti protetti nelle ore notturne, quando è attiva la zanzara che trasmette il contagio. I vaccini contro la Blue Tongue hanno un’efficacia di circa sei mesi e devono venire inoculati preferibilmente nella versione in due dosi, per ridurre al minimo il rischio di aborto negli animali gravidi, uno spiacevole effetto collaterale che in passato ha cagionato un rilevante danno economico per gli allevatori. Per questo motivo la campagna vaccinale partirà a tappeto attorno alla fine dell’inverno, quando le gravidanze sono terminate e il rischio eventuale viene azzerato.
Conclude Bongioanni: «Anche se meno devastante della Psa sul piano sanitario ed economico, la Blue Tongue incide comunque su un settore importante della filiera d’eccellenza agroalimentare piemontese. Per questo ho voluto ribadire alle associazioni di categoria la necessità che, anche in questo caso, tutti applichino il massimo impegno nell’attuare le previste misure di biosicurezza».