Oggi, 4 settembre a Palazzo Gastaldi di Asti si è fatto un punto su vendemmia e prospettive del mercato dell'Asti Docg con il Consorzio.
Stefano Ricagno, presidente Consorzio Asti Docg, Lorenzo Barbero, vicepresidente senior Consorzio Asti Docg, Giacomo Pondini, direttore Consorzio Asti Docg, Guido Bezzo, responsabile di laboratorio Consorzio Asti Docg, hanno analizzato i dati di produzione e vendita.
"La disponibilità idrica - ha spiegato Bezzo - ha fatto si che non ci fosse stress con appassimento e scottature, la vite ha continuato a vegetare per tutto agosto e si è tramutato in una maturazione più graduale e benefica. Maturando più lentamente ha permesso non ci fossero squilibri e uno dei parametri di paragone è il peso medio di acino che è buono".
Il Consorzio analizza anche il cambiamento climatico, spiega il vicepresidente Barbero: "Il consorzio ha progetti per la sostenibilità ambientale nei vigneti. Il cambiamento climatico deve comprendere tutto il comparto vitivinicolo. Senza l'appoggio della politica è difficile da affrontare" .
L'intervista [video]
I dettagli
Un’annata buona nella qualità del Moscato bianco e abbondante nelle quantità, con un incremento del 12% sul raccolto dello scorso anno. Secondo la relazione tecnica del responsabile del Laboratorio del Consorzio, Guido Bezzo, la vite nel 2024 non ha avuto problemi di stress idrico (le precipitazioni piovose sono state circa 5 volte superiori rispetto a quelle del 2023) e quindi non ha accusato fenomeni di appassimento dell’uva, che si presenta in un buono stato fitosanitario.
Il contenuto zuccherino delle uve di Moscato annata 2024 risulta buono, attestandosi a inizio vendemmia a una media di 194 g/l, molto vicino ai valori ottimali (200 g/l) stimati per il raggiungimento del picco aromatico varietale. Anche la componente acida ha mantenuto “valori prossimi a quelli ottimali”, come anche quelli riscontrati nella componente zuccherina, aromatica e dello stato sanitario.
Per Lorenzo Barbero, “la nuova stagione si apre sotto i migliori auspici. La vendemmia si preannuncia infatti più che soddisfacente sia sul piano dei volumi che, soprattutto, della qualità. Premesse fondamentali per lavorare al meglio su mercati che si stanno facendo sempre più competitivi, anche a causa di una congiuntura complessa su buona parte della domanda globale”.
Il raccolto previsto dalla vendemmia sarà leggermente al di sotto del milione di quintali, con un ritorno al disciplinare produttivo in termini di resa media/ettaro che, quest’anno, si avvicina ai 100 quintali.
Il vitigno Moscato Bianco che dà vita alla Docg piemontese rappresentata dal Consorzio, tra i più antichi d’Italia, è coltivato in 51 comuni delle province di Alessandria, Asti e Cuneo rientranti nel paesaggio vitivinicolo Unesco. Le aziende consorziate sono 1.013, divise tra 50 case spumantistiche, 778 aziende viticole, 153 vitivinicole, 17 vinificatrici e 15 cooperative.
L'andamento del mercato
L’andamento del mercato nel primo semestre di quest’anno, si mantiene stabile per l’Asti Docg, la principale denominazione piemontese con una media produttiva equivalente a 90/100 milioni di bottiglie l’anno e un vigneto di circa 10 mila ettari.
Secondo le rilevazioni del Consorzio, il primo semestre si è chiuso con i volumi praticamente identici a quelli dello scorso anno (imbottigliato a 43,5 milioni), per effetto combinato di una contrazione dell’Asti Spumante (-6%, a 26,7 milioni di pezzi) e un sensibile incremento del Moscato d’Asti (+12%, 16,8 milioni di bottiglie), che riprende la propria corsa dopo le difficoltà dello scorso anno. I dati dell’imbottigliato sono confermati anche dalle elaborazioni del Consorzio relative alle vendite registrate su un panel di imprese che rappresenta l’80% del totale produttivo delle oltre 1000 aziende socie. Secondo il campione, le vendite complessive in Italia e all’estero nell’ultimo semestre segnano un tendenziale dei volumi commercializzati a +0,4%, per un equivalente di 34,1 milioni di bottiglie.
"In linea di galleggiamento"
“Il nostro mercato rimane in linea di galleggiamento e, visto il periodo complicato a livello globale per il vino, è di per sé già una buona notizia – ha detto il presidente del Consorzio Asti Docg, Stefano Ricagno -. Rispetto alla media-mercato del vino italiano, la denominazione si conferma molto più aperta verso le piazze emergenti; è il caso, per esempio, della crescita del Moscato d’Asti in Asia, con le vendite sull’area che incidono ormai per oltre il 15% del totale export della tipologia, il quadruplo rispetto alle quote tricolori nell’area. Lo stesso rapporto si evidenzia anche nella performance dell’Asti spumante nell’Est Europa fino alla Russia, destinazioni in forte crescita che oggi valgono il 46% delle vendite della bollicina piemontese contro una media nazionale nella macroregione al 12%. La sfida ora - ha concluso Ricagno - è mantenere la stabilità riscontrata nei volumi senza scendere a compromessi sul valore, elemento fondamentale per l’equilibrio di una filiera composta da 50 case spumantistiche, 15 cantine cooperative e circa mille tra aziende viticole, vitivinicole e vinificatrici”.
L'Asti Spumante chiude il semestre a circa 22,1 milioni di bottiglie (-3,3%), con il Moscato d’Asti a +7,8 (11, 9 milioni di bottiglie).
La classifica per destinazione per entrambe le tipologie nella prima metà dell’anno vede primeggiare la domanda statunitense (8 milioni di bottiglie, a -0,5% sul pari periodo 2023), seguita dalla Russia (6,55 milioni, +11%), poi Germania (2,8 milioni, -12,5%), Italia (2,5 milioni, -13%) e con la Gran Bretagna a chiudere la top 5 (2,45 milioni, +1%).
A seguire, un pacchetto di mercati in significativo incremento, a partire dalla Polonia, a quasi 2 milioni di bottiglie e un balzo tendenziale del 55%, fino alla Corea del Sud (+28%) e alla Francia (+27%). Pressoché stabili, a completare le prime 10 posizioni, la Cina (-2,7%) e la Grecia (+2,4%).
Sul fronte della promozione presso i mercati internazionali, quest’anno il Consorzio Asti Docg ha messo in campo progettualità per 1,5 milioni di euro a valere sulle misure Ocm Promozione Paesi Terzi. Quattro i Paesi destinatari delle iniziative: Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada e Svizzera che per la denominazione valgono complessivamente un terzo del mercato.
Fitto anche il calendario delle attività promozionali extra Ocm a partire dalla partecipazione alle principali fiere di settore (Prowein e Vinitaly), fino alla sponsorizzazione del grande tennis con le due bandiere astigiane official sparkling wine degli Internazionali BNL d’Italia a Roma e delle Nitto Atp Finals, in programma a Torino dal 10 al 17 novembre prossimo. Anche il territorio è continuamente protagonista degli eventi targati Asti Docg; dal Palio di Asti alla Douja d’Or al via il 6 settembre, dagli Acqui Wine Days fino alla Coppa Milano Sanremo o ancora al TrEno, le carrozze enologiche anni ’30 con locomotiva a vapore che attraversano Langhe, Monferrato e Roero, in cui si brinda con l’Asti Spumante.
Russia ma non solo
Secondo il campione di aziende intervistate dal Consorzio, il primo semestre ha segnato il sorpasso dell’Est Europa – Russia inclusa – sull’Europa occidentale. La domanda di Asti spumante vede infatti l’area orientale primeggiare con 10,1 milioni di bottiglie vendute a fronte di 8,6 milioni delle aree limitrofe del Vecchio Continente. Un risultato effetto dell’incremento in Russia (+11%) – su cui però preoccupa l’aumento delle accise dello scorso maggio – ma anche di gran parte dei Paesi dell’Europa Orientale, che hanno segnato aumenti record (+10%), con diversi Paesi (i “big” Polonia e Grecia, ma anche Romania, Repubblica Ceca, Moldavia) in doppia cifra. Giù invece gli ordini dalle aree centrali e occidentali del Continente (-8,5%) soprattutto per effetto dei cali in Germania (-12%) e in Italia (-26%), dove i consumi rappresentano meno del 6% del totale. In totale sono 22,2 milioni le bottiglie commercializzate dal panel nel primo semestre di quest’anno che ha subito una forte contrazione degli ordini su mercati a minor peso commerciale (Americhe e Asia).
Il Moscato bene soprattutto in Usa e Asia
Il risultato complessivo indica un ritorno alla crescita per il vino bandiera degli aromatici italiani nel mondo. A partire dalla sua piazza principale, quelle delle Americhe, dove mette a segno – secondo il campione intervistato che rappresenta l’80% del potenziale produttivo - un +10%, a oltre 7 milioni di bottiglie. Grazie a ciò, e alle ottime performance in Asia, il Moscato d’Asti porta a quasi 12 milioni le bottiglie totali commercializzate a giugno 2024, per un attivo di circa l’8% sul pari periodo dello scorso anno. Cresce l’Asia (+6,5%) con 2 Paesi nella top 5. La Cina (+14%) al quinto posto e la Corea del Sud (+28%) che con 687 mila bottiglie ordinate è il terzo cliente al mondo per il vino dolce astigiano. Bene anche altri Paesi a forte potenziale, come Giappone, Singapore e Tailandia, che mitigano il calo di Taiwan, piazza strategica per il Moscato d’Asti. E se in Europa la variazione positiva più significativa arriva proprio dall’Italia (1,2 milioni di bottiglie, a +8%), secondo mercato in assoluto, Oltreoceano è decisivo il +10% degli Stati Uniti, prima piazza al mondo con un equivalente di 6,6 milioni di pezzi.