L’ennesima comparsata. Ecco ciò che è andato in scena lunedì scorso 5 agosto, prima a Limone Piemonte e poi all’imbocco del tunnel del Tenda, versante italiano. La Giunta Regionale si sposta dalle stanze della politica metropolitana in un piccolo comune montano, di una valle che da 4 anni vive un’agonia senza fine, per “celebrare” la prima riunione. A voler dimostrare che la politica non solo sa stare vicino ai problemi della gente, ma li condivide.
Quale occasione migliore se non il teatrino, l’ennesimo, messo su da Anas per annunciare il nuovo cronoprogramma dei lavori nel cantiere della vergogna? Tutti presenti, in favore di telecamere e smartphone: i protagonisti sono il presidente della Regione con i suoi assessori, ma sullo sfondo anche il presidente della Provincia di Cuneo, la sindaca del capoluogo e quelli della valle. Persino alcuni rappresentanti delle associazioni di categoria non vogliono perdere l’occasione per sentire le novità.
Lo hanno chiamato “Comitato di monitoraggio”. Che per monitorare monitora, ma se lo filano in pochi. Tutti lì, ad ascoltare quelle che saranno le ennesime rassicurazioni di un controllore che finora ha controllato ben poco.
L’ingegner Nicola Prisco, da tre anni Commissario straordinario per il Tenda bis, non si smentisce ma gioca d’anticipo prima della stoccata finale. Parla dei continui intoppi e difficoltà del cantiere, in particolare sul lato francese della galleria dove è stato necessario ridisegnare il progetto. Un progetto studiato male, iniziato peggio e proseguito in modo disastroso. Eppure tutti sembrano credere alle sue parole. O, forse, fanno solo finta.
Alla fine della giornata nessuno avrà la possibilità di andare a toccare con mano quelle criticità. A vedere se il ponte sul Rio della Cà sarà davvero pronto per settembre come annunciato, e soprattutto a che punto è la messa in sicurezza della montagna dopo l’enorme frana che 4 anni fa spazzò via tutto. La loro visita non oltrepassa la frontiera: Anas raduna tutti all’imbocco della galleria, lato Italia e di lì non ci si muove.
Interviste con i giornalisti, poi l’assemblea si scioglie con l’immancabile foto ricordo dei partecipanti, sorriso a 32 denti. Il presidente della Regione prova a limitare i danni: "Non posso che credere a quello che mi dice Anas, unica referente nei rapporti con l'impresa. Terremo gli occhi aperti e vigileremo".
E Anas stavolta dice che sarà molto buona con i cuneesi. L’ente si trasformerà nientemeno che in Babbo Natale: li omaggerà della strenna sotto l’albero. Fine lavori a metà novembre, collaudi rapidi rapidi e a Natale i bugianen potranno andare a mangiare una bella fetta di panettone in Costa Azzurra. Come, resta un rebus.
Premesso che non crediamo che la scadenza sarà rispettata, resta comunque da sciogliere il nodo per sapere se per passare nel buco dovremo alternarci come si faceva 12 anni fa oppure sarà attivato il doppio senso di marcia. Ecco il colpo di scena.
Anas, che ha sempre detto che nella nuova canna si circolerà a senso unico, forse per non alterare maggiormente i già surriscaldati animi dei cuneesi, sembra improvvisamente aprirsi. E la Regione affonda il colpo. “Abbiamo commissionato uno studio al Politecnico di Torino – dice Cirio – e ora sappiamo che il doppio senso tecnicamente si può fare" . Costo: 30.000 euro. Una bazzecola, in fondo, se si pensa alla mostruosa cifra che alla fine costerà il Tenda bis.
Gli esperti dicono che si può fare: la canna potrà essere percorribile dalle auto in entrambe le direzioni senza che il traffico vada ad interferire con i lavori nel vecchio tunnel. Ma quali lavori? Edilmaco, che non vede l’ora di sbolognare la faccenda a qualcun altro, ha già fatto sapere che una volta concluse le opere nel nuovo tunnel della vecchia galleria non ne vuole sapere proprio.
Allora nuova gara d’appalto, nuova ditta esecutrice e chissà quanto dovremo ancora aspettare prima di vedere qualche ruspa all’opera. Cirio rassicura: “L'Italia ha già i finanziamenti per la sua parte, messa nel programma lavori di Anas per il 58%”. Il problema pare sia il restante 42% che devono mettere i francesi, ma al di là delle Alpi un governo in questo momento manco ce l'hanno..
Il tempo di annunciare gli aiuti (oggi li chiamano pomposamente “ristori”) che verranno distribuiti dalla Regione a non si sa chi e nemmeno come per i danni subiti in questi quattro anni d’interruzione del traffico e la riunione è finita.
Tutti a casa. Ognuno con le proprie convinzioni, ma un’unica certezza: su quel piazzale ci hanno raccontato un’altra grande bugia.