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Attualità | 30 maggio 2024, 20:18

I primi 20 anni di UNISG, Università del Gusto. Petrini: “Il primo campo da arare è ridurre lo spreco” [FOTO]

Ricco calendario di celebrazioni a Pollenzo, da mercoledì 29 maggio a lunedì 3 giugno, per la fondazione dell’Università di Scienze Gastronomiche: sul sito dedicato il dettaglio degli eventi, convegni e workshop. Al centro delle riflessioni l’identità di gastronomo e il nostro rapporto con il cibo e il suo futuro

I primi 20 anni di UNISG, Università del Gusto. Petrini: “Il primo campo da arare è ridurre lo spreco” [FOTO]

A Pollenzo nel 2004 nacque il primo ateneo di Scienze Gastronomiche: riferimento della cultura gastronomica e della ricerca, ad oggi ha formato oltre 3800 gastronomi provenienti da 101 Paesi.

Per il ventennale dalla fondazione dell’Università sono invitati a dialogare e partecipare ai tanti eventi della sei giorni di celebrazioni studenti e alumni, docenti, esperti, aziende, produttori e istituzioni. Tutte le iniziative realizzate da UNISG, Slow Food, Agenzia Pollenzo, Banca del Vino e Albergo dell’Agenzia sono dettagliate sul sito www.ventennaledipollenzo.it.

Sin dalla cerimonia di apertura – tenutasi oggi mercoledì 29 maggio a partire dalle 15 – appare chiaro l’intento innovativo e strategico con il quale l’UNISG intende proporre le proprie idee e riflessioni per migliorare il futuro, con l’invito ai presenti e alle istituzioni a esplorare con responsabilità lo scenario dei prossimi anni della produzione del cibo, della sostenibilità dei sistemi alimentari e dell’educazione alimentare. In particolare è il Presidente di UNISG Carlin Petrini a proporre di superare la distinzione tra “produttore” e “consumatore” per diventare tutti “co-produttori”: “Io il termine consumatore lo abolirei proprio, perché sa di consunto. Serve un atteggiamento coadiuvante! Siamo coscienti che ci sono importanti costi di conversione (verso una piena transizione ecologica del settore agroalimentare, ndr) e quindi possiamo dare tempo al processo senza puntare il dito verso il contadino, nel nuovo ruolo di cittadini co-produttori al sostegno dei produttori locali e dei giovani che tornano al lavoro della terra”. L’obiettivo dei gastronomi è favorire questo processo.

Dopo i saluti istituzionali e gli auguri del Magnifico Rettore Bartolomeo Biolatti, il convegno di apertura ha visto intervenire Barbara Nappini (Presidente Slow Food Italia), Maurizio Martina (Direttore Generale Aggiunto Food and Agriculture Organization, intervenuto con un video preregistrato a causa di sopraggiunti impedimenti), Sveva Sagramola (Autrice di Geo e conduttrice televisiva), Alessandro Barbero (Professore di Storia Medievale all'Università del Piemonte Orientale) e Carlo Petrini (Presidente Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Fondatore di Slow Food), con l’introduzione di Carmine Garzia (Professore Associato UNISG e coordinatore scientifico del Food Industry Monitor) e Luca Mercalli (Climatologo e divulgatore scientifico) e la moderazione di Alice Tognacci, alumna UNISG, Responsabile editoriale dell’offerta RSI FOOD presso la Radiotelevisione Svizzera.

In questa occasione è stato presentato Col cibo si educa, col cibo si cambia”, l’Appello – promosso dall’Università di Pollenzo insieme alle comunità Laudato Si’, Università di Torino, Politecnico di Torino e Università del Piemonte Orientale – è rivolto al governo affinché preveda l’inserimento dell’educazione alimentare nelle scuole di ogni ordine e grado. Con l’ambizioso ma possibile obiettivo di raggiungere 1 milione di persone, è iniziata la raccolta delle firme.

Un applauso spontaneo e sentito ha accompagnato le parole del professor Barbero che auspica si possa trasmettere forte il messaggio di quanto sia richiesto agli insegnati e alla scuola italiana, realtà diversificata che per Barbero è “uno dei pezzi più belli, di fatto, del nostro Paese, dove si realizzano delle relazioni umane tante volte miracolose tra giovani e insegnanti. Credo che la scuola – continua il Professore – possa senz'altro farsi carico anche di questa dimensione dell’educazione alimentare nel momento in cui si cominci dicendo 'siete un pezzo importantissimo e sacro del nostro Paese e del suo futuro, sappiamo che vi è riconosciuto troppo poco e vi chiediamo di introdurre ancora qualcos'altro'. Questa ritengo sia una premessa fondamentale.”

Festeggiati “i nostri primi 20 anni” – ha sottolineato Carlin Petrini – per i prossimi anni la sfida dell’Università, secondo il suo fondatore, sarà vincere la prova della multidisciplinarietà e superare l’eurocentrismo.

Nel tempo, al Corso di Laurea triennale in Scienze e Culture Gastronomiche (L/GASTR) si è aggiunta l’offerta del Corso di Laurea magistrale in Food Industry Management, e sei tra master e dottorati.

Dal 2017 ci si laurea “gastronomi”, ma prima di ottenere il riconoscimento da parte del Ministero gli studenti concludevano il percorso con una Laurea in Agraria che poco evidenziava la multidisciplinarietà del percorso di studi. La perifrasi “Scienze Gastronomiche” racchiude efficacemente il senso della pluralità di discipline scientifiche e umanistiche che intervengono nella formazione di un gastronomo: dall’agraria, veterinaria, tecnologie alimentari, chimica, medicina per l’alimentazione e dietistica fino all’antropologia culturale, geografia, sociologia ed economia politica. L’intuizione che per prima ha portato alla fondazione dell’Università di Scienze e Culture Gastronomiche è di Carlin Petrini, presidente di UNISG e fondatore di Slow Food, con Alberto Capatti, primo Rettore, Massimo Montanari e il professor Marco Riva.

Dall’esperienza di Pollenzo sono nate altre realtà universitarie in Italia: ad oggi se ne contano 17. Sulla “concorrenza”, Petrini chiarisce subito che per lui non ha senso definirla tale: “Queste tematiche che appartengono alle Scienze e Culture Gastronomiche sono così profonde per tutto il sistema educativo che noi abbiamo bisogno che entrino a discutere e anche a mettere in discussione non solo le università, ma tutte le scuole. È finito il tempo della competitività ed è nato definitivamente il tempo della condivisione e della cooperazione”. Con queste parole conclude e rinnova l’invito a sottoscrivere l’Appello “Col cibo si educa, col cibo si cambia.

Eleonora Ramunno

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