L’opera editoriale, deliberata e sostenuta dal Comune di Rodello, percorre metodicamente la storia del luogo, basandosi su molti documenti archivistici, sulla toponomastica, su preziosi reperti, sulle analisi territoriali, su alcune testimonianze orali e sulla relativa bibliografia.
Ne è autore il prof. Walter Accigliaro, noto artista e qualificato studioso dell’arte ad Alba, nelle Langhe e nel Roero. Giuseppe Marengo è redattore delle due considerevoli “Appendici”; la ricercata documentazione fotografica è di Pierangelo Vacchetto.
Dopo un doveroso “omaggio” allo studioso locale e canonico Antonio Boarino (parroco dal 1928 al 1958), il volume è introdotto inizialmente dal sindaco Franco Aledda e concertato dalla “Prefazione” di don Valerio Pennasso, rettore della Parrocchia rodellese.
L’accurata stampa si deve alla tipografia “L’artigiana” di Alba. Il volume (il primo dei due previsti, suddivisi cronologicamente) dall’età preromana perviene al Cinquecento.
Dopo una Premessa etimologica per la denominazione ‘Rodello’, il testo dapprima si occupa di Reperti e toponimi d’epoca preromana nel territorio rodellese. Quindi prosegue analizzando la “Romanità” nella plaga in questione: le antiche strade, le località (“fundi”) sedi di vari ritrovamenti, due epigrafi frammentate e due monete d’età romana rinvenute nell’ambito di Rodello.
Poi, occupandosi dei vari centenni dalla caduta dell’Impero romano all’VIII secolo, nel testo vengono evidenziati sia il primo incastellamento nell’attuale borgata Buschea, sia la chiesa altomedievale di S. Martino (da molto tempo scomparsa), nonché l’invasione dei Longobardi e la loro giurisdizione in loco.
Durante l’ultimo ventennio dell’alto Medioevo, nell’ambito del Comitato postcarolingio prima di Diano poi di Alba, soprattutto nei decenni antecedenti il Mille si susseguono vicende determinanti per Rodello: la realizzazione del nuovo borgo di sommità (dove ancor oggi è situato il concentrico) con il pristino castello, l’assegnazione feudale del luogo dai signori Arduinici al vescovado albese, l’erezione della nuova chiesa di S. Lorenzo sul “brich” omonimo (l’antica parrocchiale da tempo perduta).
Nei primi secoli del Medioevo gli abitanti del feudo più volte chiedono e ottengono la cittadinanza del Comune di Alba dal 1197 al 1292, seguendone il mutevole destino anche nelle susseguenti dedizioni al potere di Carlo I d’Angiò (1259) e poi del Marchesato di Monferrato (1283). Dal Trecento al Cinquecento avvengono diverse occupazioni temporanee da eserciti vincitori anche per il territorio rodellese, conseguenti alle alterne sorti sia degli Angioini, sia del Marchesato monferrino: truppe dei Visconti di Milano (1347), viscontee e sabaude (1431), francesi (1553).
È del 1393 la prima investitura feudale per Rodello dal marchese di Monferrato a Ramazzotto della Niella, al cui casato apparterrà per alcuni secoli. Durante il Cinquecento sono rimarchevoli nel luogo: la realizzazione della nuova chiesa di S. Maria presso l’abitato, la visita apostolica alla Parrocchia, la redazione del Catasto della Comunità.
Infine, è del 1594 l’avvento parziale nel feudoro dellese dei signori Falletti, acquisendone una porzione.
La presentazione pubblica del volume storico avverrà sabato 18 maggio, alle ore 16,30, nel salone delle conferenze della Fondazione “La Residenza”. Dopo il saluto introduttivo delle autorità, ovvero del sindaco di Rodello Franco Aledda e di altri partecipanti, avverrà la proiezione di un video con immagini rodellesi appositamente realizzato da Pierangelo Vacchetto.
Di seguito sono previsti gli interventi di: don Valerio Pennasso (autore della “Prefazione”), Walter Accigliaro (autore dell’opera editoriale), Giuseppe Marengo (autore delle “Appendici” nel volume).