La Fondazione Ferrero di Alba presenta, da venerdì 5 aprile a domenica 26 maggio 2024, il progetto espositivo HARARI / ITALIANS di Guido Harari, un viaggio in divenire che il fotografo coltiva da oltre trent’anni e che si sviluppa attraverso i volti e le storie di una selezione di personaggi che hanno lasciato e stanno ancora lasciando il proprio segno nella storia italiana.
Dopo gli appuntamenti di Ancona, Ferrara e Milano, il progetto fotografico di Guido Harari approda ad Alba in una nuova veste, che prevede anche la proiezione del documentario “Guido Harari. Sguardi randagi” (Italia, 2023, 52’) per la regia di Daniele Cini. «Il documentario racconta la vita e l’arte di uno dei più grandi fotografi italiani contemporanei, maestro dei ritratti musicali. A chiunque venga in mente un’immagine iconica di Lou Reed o David Bowie, Frank Zappa o Kate Bush o degli italiani Giorgio Gaber, Fabrizio de André, Vasco Rossi, Gianna Nannini, con ogni probabilità sta pensando a una fotografia di Guido Harari», come si ascolta proprio nel video.
HARARI / ITALIANS restituisce una narrazione per immagini delle figure eccezionali che hanno modellato la memoria storica italiana. L’idea è scaturita dall’incontro di Harari con il giornalista Beppe Severgnini, che alla fine degli anni Novanta lanciava in RAI il programma “Italians, cioè italiani” dove intervistava trenta connazionali celebri in tutto il mondo.
I protagonisti della trasmissione di Severgnini sono diventati i soggetti di una serie di trenta ritratti realizzati da Harari nello studio della Rai, a riprese concluse. Tra questi figuravano Umberto Eco, Dario Fo, Gina Lollobrigida, Alberto Tomba, Gae Aulenti, Krizia e molti altri.
Negli anni, il progetto ha continuato a nutrirsi e allargarsi, evolvendosi in un vero e proprio archivio di figure storiche che hanno cambiato il volto dell’Italia e anche di giovani e brillanti scommesse sul futuro. Il ritratto corale di Guido Harari si estende a personaggi come Alda Merini, che accoglie il fotografo nel suo appartamento sui Navigli; Gianni Agnelli, che racconta il suo incontro con Andy Warhol; Ennio Morricone, che suggerisce di essere ritratto nascosto dietro una porta, lasciando visibili solo i propri occhiali fluttuanti a mezz’aria; Nicolò Govoni e Bebe Vio, due giovani che ogni giorno combattono per costruire la società italiana del domani.
Con spontaneità e maestria, documentandosi con cura, ma senza costringere il soggetto con rigide istruzioni, Guido Harari coglie l’essenza dei protagonisti dei suoi scatti e con la mostra HARARI / ITALIANS esplora il ritratto come strumento di indagine dell’altro.
Spiega Guido Harari: “Nei ritratti come nella vita, il momento giusto è all’improvviso. C’è un picco di attenzione durante uno shooting. In una progressione che ci porta ad immergerci in un mondo altro, si produce e sostiene un livello massimo di concentrazione, di produzione di emozioni. Presto si instaura il silenzio di una comunicazione telepatica, non verbale. Una modalità di incontro non intellettuale, totalmente emozionale”.
HARARI / ITALIANS porta ad Alba l’evoluzione più recente di un progetto creativo di memoria storica ancora in essere, dove la sfida del dialogo tra autore e soggetto procede attraverso ogni singolo scatto e ai volti del passato si accompagnano quelli delle nuove generazioni in un racconto molto personale della storia italiana recente e contemporanea.
Accompagna la mostra, in anticipo sul volume che sarà pubblicato a fine anno da Rizzoli Lizard Editore, un Album che, oltre alla documentazione fotografica dell’esposizione, riunisce i contributi di Guido Harari e Beppe Severgnini.