Sta per ricominciare il processo di riorganizzazione degli istituti scolastici, che prevede l’accorpamento della dirigenza e della segreteria, ma non la chiusura di plessi scolastici. Un iter che seguirà la Provincia dietro incarico della Regione essendo legati al Piano razionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e che non può più essere rimandato come avvenuto lo scorso anno.
Sulla questione il consigliere provinciale delegato aveva indicato contenuti e tempi, dando come scadenza il mese di settembre per prendere una decisione in merito ai cinque dei sei istituti candidati al dimensionamento. Sulla questione era anche intervenuto Ivan Re, il segretario provinciale Associazione nazionale Presidi.
Ora la parola passa alla Federazione Lavoratori della Conoscenza (Flc) della Cgil Cuneo, che ritiene contenuti e dichiarazioni, riportate nel nostro precedente articolo, “superficiali e frutto di visioni miopi ed egoistiche. Questa operazione – dichiarano - si teme possa avere conseguenze nel panorama dell'istruzione della nostra provincia.
Sappiamo benissimo che i “Dimensionamenti non sono più derogabili, poiché legati al piano nazionale di ripresa e resilienza” ma questa urgenza va gestita, come ha sostenuto Davide Sannazzaro, attraverso un lavoro di mediazione e soprattutto con cautela, per evitare situazioni di incertezze.
Per i comuni citati Santo Stefano Belbo, Neive, Bagnolo e Revello la perdita dell’Autonomia Scolastica costituirebbe un ulteriore allontanamento delle istituzioni dal territorio. Serve maggiore impegno politico per i territori cuneesi e le comunità che li vivono, si deve evitare l’abbandono, lo spopolamento, la desertificazione delle piccole comunità montane e premontane, realtà alla quale, invece, si condannano queste ridenti cittadine privandole dei loro ultimi presidi di civiltà.
Proprio per il suo carattere di emergenzialità, è opportuno non solo mediare tra le varie parti, ma soprattutto arrivare a delle scelte condivise e ponderate, per evitare ricadute negative.
Sicuramente la riorganizzazione potrebbe portare con sé conseguenze negative proprio per effetto dell'incertezza che deriverà sulle sedi didattiche, sulla dislocazione di presidenza e segreteria. Il dimensionamento avrà effetti anche sugli organici, sulle titolarità e sulle soprannumerarietà del personale docente e Ata. Come già avvenuto, si deve sottolineare, in occasione del passaggio da Direzione Didattica a Istituto Comprensivo.
La graduale soppressione di istituzioni scolastiche è l’accorpamento di scuole, private della propria istituzione di riferimento non si può definire “opera di ammodernamento del nostro assetto organizzativo” , sappiamo benissimo che questa operazione non sarà indolore:
I docenti delle scuole accorpate devono riferirsi non solo ad un nuovo dirigente scolastico, ma anche ad una segreteria diversa da quella precedente quasi sempre in un territorio o in un comune diverso.
Anche le famiglie degli alunni dovranno cambiare segreteria e direzione di riferimento. La chiusura di istituzione scolastiche per effetto della revisione della rete ha anche ripercussioni sul personale dell’istituzione soppressa, che, nella migliore delle ipotesi, dovrà soltanto cambiare sede di servizio trasferendosi di sede, ma nella peggiore delle ipotesi, potrebbe risultare perdente posto ed essere costretto a cercare sede altrove, anche lontano da casa.
Il personale scolastico si sente escluso, non partecipando alle decisioni, in balia di scelte svolte al di fuori degli organi collegiali di scuola; le priorità fondamentali non possono essere ridotte come sostenuto nell’articolo alla sola ricollocazione dei dirigenti scolastici e dei D.S.G.A”.
Si tratta di un film già visto – continuano dalla FLC Cgil Cuneo -, “perché la riduzione del numero di istituzioni scolastiche è in corso da un ventennio. Per favore non chiamiamolo ammodernamento con lo scopo di far passare chi si oppone un “retrogrado cavernicolo” ma chiamiamola piuttosto con il suo vero nome “taglio di spesa”. Finora, infatti, l’unico beneficio del dimensionamento ha riguardato le casse dello Stato, mentre non c’è stato nessun vantaggio per tutto il personale scolastico per alunni e genitori e gli enti locali che vedono sotto i loro occhi terremotare l’organizzazione delle scuole aumentando la distanza tra le figure apicali e il personale".
Il modello di “mega” istituzioni scolastiche a parere della FLC CGIL Cuneo non è quello giusto in quanto la politica dei grandi numeri perde la visione inclusiva e di valorizzazione del territorio è necessario un dibattito sereno e distaccato, basato sull’approfondimento dei numeri con una visione chiara del recente passato e della conseguenze che le stesse decisioni hanno già causato in provincia.
Rispetto ai criteri evidenziati da Davide Sannazzaro, ecco di seguito alcune proposte dalla FLC CGIL Cuneo, che ritiene necessario sia adottata una modalità volta a:
- FONDERE MANTENENDO L’UNITÀ DELLE SCUOLE SOTTODIMENSIONATE, per far sì che le esperienze didattico – organizzative non vengano frammentate o divise;
- COINVOLGERE TUTTI I SOGGETTI INTERESSATI attraverso gli organi collegiali, sigle sindacali e enti locali, per poter arrivare a formulare delle scelte condivise e che rispecchino le specifiche esigenze del territorio;
- SCELTE PONDERATE E FLESSIBILI, per facilitare l’applicazione di nuovi interventi che vadano a migliorare eventuali effetti problematici sorti dalle decisioni adottate;
- CREARE SCUOLA E DIMENSIONI ACCETTABILI: per consentire un migliore funzionamento degli organi collegiali, della didattica, dell’offerta formativa e dell’organizzazione scolastica.
Con questi auspici e con questa bussola la FLC CGIL Cuneo continuerà a monitorare la situazione a verificare tutti i passaggi fino al raggiungimento di risultati che non siano a danno della Comunità educante del territorio di Cuneo.