Attualità - 15 dicembre 2023, 14:28

Inverni sempre più caldi: zero termico in crescita fino a 3.500 metri

L'analisi di Paolo Bertolotto, esperto di clima e meteorologia. Il suo commento: "E' presto per parlare di record. Inverni di questo tipo sono il 'new normal'"

A guardare le temperature, di clima invernale, in questi giorni, c'è ben poco. E ce ne sarà ancora meno a guardare le previsioni. Siamo infatti in una fase di tempo stabile, con una poderosa rimonta dell'anticiclone delle Azzorre sull'Europa occidentale, in progressiva estensione.

Questo porterà a un rialzo delle temperature importante, con zero termico che crescerà fino anche a 3500m, con picco massimo tra il 18 e il 19.

E' l'esperto di clima e meteorologo Paolo Bertolotto a spiegare il fenomeno in atto, evidenziando come, paradossalmente, l'anticiclone rimarrà "bloccato" da un vasto ciclone extratropicale che si muoverà tra il sud Italia e il nord Africa, dove farà molto più freddo.

E' presto per fare previsioni che vadano oltre qualche giorno, ma la tendenza successiva è comunque ancora di bel tempo, con zero termico che continuerà a oscillare su valori elevati per la stagione e possibili episodi di Foehn sulle Alpi (21-22 dicembre, tendenza da confermare) che, se si verificheranno, porteranno le temperature in pianura ancora più su. Anche la tendenza successiva (verso i giorni di Natale) è comunque prettamente anticiclonica all'insegna del bel tempo stabile, con eventuali nebbie e foschie in pianura.

Un quadro decisamente poco da Bianco Natale, con conseguenze anche per le Festività e la stagione sciistica. Ma, ormai, non è nulla di nuovo.

"E' presto per parlare di record - evidenzia Bortolotto. Lo vedremo solo strada facendo, anche perché negli ultimi anni avere i giorni di fine dicembre "da record" è diventato quasi usuale. inverni di questo tipo diventano sempre più usuali con la crisi climatica in atto. Non è ancora il "new normal", ma ci si deve abituare. In più, sul Piemonte abbiamo il foehn che, quando è in azione, surriscalda ancora maggiormente le valli e talvolta anche le pianure piemontesi, dandoci la percezione di un inverno ancora più anomalo di quello che la crisi climatica piano piano ci sta portando".