Nel corso della giornata di ieri, 28 novembre, nel tardo pomeriggio, presso il carcere di Saluzzo, si è verificato un evento critico in cui un detenuto italiano sottoposto al regime ‘alta sicurezza’ pretendeva di essere spostato di cella immediatamente. A fronte del diniego ricevuto, il detenuto senza motivo alcuno colpiva l'agente con un violento pugno alla nuca facendolo rovinare a terra. Interveniva da lì a poco il 118 che trasportava l’uomo al pronto soccorso dell’ospedale di Savigliano, da dove veniva dimesso nella tarda serata con giorni quattro di prognosi.
In un mese è la terza aggressione che si verifica presso la casa reclusione di Saluzzo e dove i detenuti vengono lasciati liberi di girovagare nelle sezioni detentive benché questo sia a conoscenza dei vertici regionali e ad oggi nulla è stato fatto, solo chiacchiere.
Dichiara Leo Beneduci, segretario generale Osapp organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria: "Il personale della casa reclusione di Saluzzo, nonostante i sacrifici e la professionalità in grave penuria di organico, è abbandonato a se stesso, così come avviene anche nelle altre carceri italiane. La situazione oramai è drammatica e fuori controllo anche in ragione della massiccia presenza di detenuti con problemi di natura psichiatrica e si è giunti a un punto di non ritorno. Chiedo che intervenga il presidente del consiglio Giorgia Meloni dichiarando lo stato di emergenza e provvedendo per la nomina di un commissario straordinario che ripari in primo luogo alle gravi carenze organizzative gestionali e alle disattenzioni degli organi dell’amministrazione penitenziaria di Roma”.
“Sono stati momenti di grande tensione”, denuncia Vicente Santilli, segretario regionale per il Piemonte del SAPPE, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che esprime solidarietà al collega ferito e rimarca come “ancora una volta bisogna sottolineare come la Polizia Penitenziaria sia lasciata sola in balia della violenza di soggetti poco inclini al rispetto delle norme penali e di comportamento proprie di una società civile. Ci sono detenuti che scontano la pena responsabilmente, senza rendersi protagonisti di eventi critici. Ma ci chiediamo fino a quando tutta questa violenza possa continuare senza un intervento delle autorità competenti utile a ripristinare la sicurezza dovuta a chi tutto il giorno, per dovere istituzionale, convive con questi soggetti dall’indole violenta che non accennano a rivedere i loro comportamenti aggressivi nei confronti delle Istituzioni, già perché il poliziotto penitenziario, che piaccia o meno, in quel contesto rappresenta lo Stato”.
“La situazione penitenziaria è sempre più critica” - dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, che nei giorni scorsi ha incontrato a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni: “nessuna indulgenza verso chi aggredisce i nostri poliziotti. In questo senso va nella giusta direzione il nuovo Decreto Sicurezza del Governo, là dove prevede proprio un inasprimento di pena per i detenuti che aggrediscono il personale di Polizia Penitenziaria durante la permanenza e l’espiazione di pena in carcere”.