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Attualità | 17 novembre 2023, 18:22

Aldo Cazzullo e i suoi ricordi al liceo classico Govone. "Alba è casa mia, ma che ingiustizia all'interrogazione di scienze"

Il giornalista e scrittore albese lunedì tornerà nella scuola della sua adolescenza per tenere una lezione-incontro e si racconta: "Istituto severo, partimmo in trentasei e arrivammo in diciotto"

Il giornalista e scrittore albese Aldo Cazzullo

Il giornalista e scrittore albese Aldo Cazzullo

Il futuro, a volte, provoca un cortocircuito. Accelera il passo cadenzato e fluttuante dei ricordi, crea connessioni con il passato, cuce ricordi in un tempo rimasto in soffitta, che poi, di colpo, esplode. Aldo Cazzullo, vicedirettore del Corriere della Sera, lunedì 20 novembre tornerà al liceo Classico Govone di Alba per tenere una lezione dal titolo "Da Fenoglio ad Anna Maria Alessandria: come il liceo Govone trasmette la cultura classica”.

Che ricordi la legano al Govone?
"La mia esperienza al liceo è stata bellissima, ne ho uno straordinario ricordo e qualche rimpianto. Mi piaceva molto la professoressa Anna Maria Alessandria che ci dava del lei. Citava Dante e Virgilio a memoria e non aveva una particolare passione per me. La sua passione era Valter Boggione, che adesso, infatti, insegna letteratura italiana all'Università di Torino".

Ha qualche aneddoto?
"Una volta scoprì di averci messo lo stesso voto: otto di tema, che era il voto più alto che dava. E allora richiamò Boggione nella cattedra per aggiungergli un più per 'quel quid - scrisse- che è propriamente suo'. Una volta gli chiese: 'Mi dia un giudizio estetico su questo brano’. Valter ci pensò a lungo, poi disse: 'Bello, molto bello'. E la professoressa Alessandria disse: 'Fantastico. Soltanto lei poteva dare una risposta così'. E lo dico col sorriso, perché Valter, in effetti, in letteratura era imbattibile. E da Monforte è arrivato in cattedra a Torino, segno che l'Alessandria ci aveva visto giusto. Valter Boggione è un grande italianista".

Materie preferite?
"Erano ovviamente quelle umanistiche. In matematica me la cavavo, ma non era, come si dice, 'la mia tazza di tè'. Mi ricordo, però, una grande ingiustizia che ho subito. C'era una professoressa di scienze che ci insegnava come si faceva la soda caustica, la soda Solvay: tutte cose che non erano in cima ai miei pensieri. E però, insomma, ci tenevo ad andare bene a scuola, così ho studiato per l'interrogazione scritta, ma lei mi diede sei e mezzo".

E come mai?
"Mi rispose: 'Perché hai copiato e non ti ho beccato, se no ti avrei dato due, ma sicuramente tu hai copiato'. E allora io le dissi: 'Ma scusi, ma io non ho copiato, io ho studiato, ma non è servito a niente".

Il liceo Govone, insomma, era una scuola tosta.
"Sì era severo. All'inizio eravamo in 36, abbiamo finito in 18, con alcune punte di severità persino eccessive. Ricordo la mitica Chiavolini che veniva chiamata 'Lumumba' dalle generazioni precedenti per una certa somiglianza con il leader africano. Noi invece la chiamavamo semplicemente 'Bumba', senza 'Lu' davanti. Eravamo forse crudeli, ingiusti, però anche lei, insomma, con questo grembiule nero... Comunque, un po' di durezza ci vuole. E quindi ho un bel ricordo anche di lei”.

Cosa significa per lei tornare ad Alba?
"È sempre una emozione e anche una responsabilità. Perché è la mia terra, la mia famiglia. Adesso ho il papà che sta male, ma sta lottando. Qui c'è uno straordinario ospedale di Verduno con medici, infermieri, personale paramedico di grandissimo livello, di grande umanità e professionalità, che ringrazio. Alba è casa mia e 'un paese vuol dire non essere soli', come disse un grande scrittore come Cesare Pavese, anche se il mio cuore batte per Beppe Fenoglio, che ha studiato nel nostro liceo".

Daniele Vaira

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