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Agricoltura | 17 novembre 2023, 15:40

Coldiretti Cuneo: "finalmente stop a burger e salsiccia fake"

"L'Italia segue l'esempio francese contro gli inganni a tavola"

Foto di Filip Mishevski - Unsplash

Foto di Filip Mishevski - Unsplash

Arriva lo stop all’uso distorto di denominazioni tradizionalmente riferite a prodotti a base di carne ma composti su base vegetale come prosciutto, burger e salsiccia veg che rappresentano pratiche commerciali sleali nei confronti dei consumatori. È quanto afferma Coldiretti Cuneo in riferimento ad uno degli articoli della legge, approvata definitivamente dal Parlamento, che introduce il divieto di produrre e commercializzare cibi a base cellulare per uso alimentare o per i mangimi animali.

Viene infatti previsto – spiega la Coldiretti – che un apposito Decreto del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare definisca una lista di denominazioni che, richiamando prodotti vegetali, possano indurre in errore il consumatore. Un’esigenza per contrastare gli inganni che sempre più spesso inducono a modificare scelte di acquisto verso prodotti che risultano anche arricchiti con additivi, coadiuvanti e sostanze di sintesi per edulcorare sapori e modificare colori.

È in ogni caso fatta salva l’aggiunta di proteine vegetali ai prodotti di origine animale e alle eventuali combinazioni di prodotti che non sono sostitutivi di quelli di origine animale. La violazione del divieto risulta sanzionata sul piano amministrativo anche con la confisca del prodotto e il divieto di accesso a contributi pubblici fino a prevedere la chiusura dello stabilimento.

La norma è in linea con l’intervento della Corte di Giustizia europea che, in materia di false attestazioni di denominazioni vegetali, ha dichiarato illegittimo il riferimento al latte per presentare sul mercato prodotti a base di soia. Secondo la Corte “i prodotti puramente vegetali non possono, in linea di principio, essere commercializzati con denominazioni, come ‘latte’, ‘crema di latte’ o ‘panna’, ‘burro’, ‘formaggio’ e ‘yogurt’, che il diritto dell’Unione riserva ai prodotti di origine animale” anche se “tali denominazioni siano completate da indicazioni esplicative o descrittive che indicano l’origine vegetale del prodotto in questione”. Con la sola eccezione del tradizionale latte di mandorla italiano.

“Contrastiamo la strategia di comunicazione subdola con la quale si approfitta deliberatamente della notorietà e tradizione delle denominazioni di maggior successo della filiera tradizionale dell’allevamento italiano per attrarre l’attenzione dei consumatori e indurli a pensare che questi prodotti siano dei sostituti, per gusto e valori nutrizionali, della carne e dei prodotti a base di carne” dichiara il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada.

“Permettere a dei mix, non solo vegetali, di utilizzare la denominazione di carne significa spesso favorire prodotti ultra-trasformati con ingredienti frutto di procedimenti produttivi molto spinti dei quali, oltretutto, non si conosce nemmeno la provenienza della materia prima” aggiunge il Direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu.

La Francia ha già fatto proprio tale orientamento notificando all’Unione europea il progetto di Decreto nazionale senza che ad oggi ci siano state opposizioni degli Stati membri che hanno tempo fino al 24 novembre. Il Decreto francese anticipa quello italiano e prevede – precisa la Coldiretti – di vietare l’utilizzo di alcune denominazioni utilizzate per la carne, per prodotti a base di proteine vegetali, come filetto, controfiletto, costata, lombata, bistecca, scaloppina, grigliata, costolette, prosciutto e altro.

 

comunicato stampa

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