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| 08 novembre 2023, 07:43

Il problemi del Bel Paese? È il sistema di governo che va cambiato

Ci scrive l'ex consigliere comunale e provinciale Paolo Chiarenza: "Tutte le volte che leggo o sento dire che la democrazia e la libertà non possono coniugarsi con l’autorità e il decisionismo pena cadere nel totalitarismo, mi cascano le braccia"

Paolo Chiarenza

Paolo Chiarenza

Egregio direttore,

leggo sempre con interesse sulla sua testata le dissertazioni e le denunce del sig. Mauro Tosello per le tanti deprecabili situazioni in cui deve sbattersi la provincia di Cuneo: sono obiettive, competenti, sensate. Ma non c’è niente da fare. Per anni e anni ho sostenuto pressoché le stesse tesi, le stesse argomentazioni , le stesse indicazioni, a prescindere dalle politiche del centro, della sinistra, della destra, fino a cedere – per ragioni di età – allo sconforto e talvolta alla rabbia.

Dobbiamo convincerci che è il sistema di governo che va cambiato. Tutte le volte che leggo o sento dire che la democrazia e la libertà non possono coniugarsi con l’autorità e il decisionismo pena cadere nel totalitarismo, mi cascano le braccia. Quando vedo che si cade in ansia con le solite litanie antifasciste per la riforma presidenzialista e per la limitazione della presenza dei partiti nelle istituzioni, mi metto le mani nei capelli e capisco che le cose si vuole continuino così.

Dopo ottant’anni in gran parte razzolati senza costrutto non si vuole ricercare un diverso sistema di governo, che imposti l’intervento dello Stato in ogni provincia del territorio nazionale. Un sistema di governo che preveda in ogni Regione che tutta la maggioranza concordi una scala di priorità per gli investimenti in infrastrutture. Un sistema di governo dove al vertice il Presidente del Consiglio abbia la facoltà di scegliere ministri competenti e affidabili.

Un sistema di governo in cui il Presidente della Repubblica (supremo Capo della Magistratura) non sia abilitato soltanto a fare prediche, e il ministro della Giustizia non sia destinato a fare da passacarte dei giudici, ma possano indicare indirizzi impegnativi per l’attuazione delle leggi e la garanzia della legalità e della sicurezza. Un sistema di governo che non sia costretto per motivi ideologici ad accettare che la Costituzione è sempiterna perché “è la più bella del mondo”.

Un sistema di governo non imperniato esclusivamente sui partiti, ma anche sulle categorie del mondo del lavoro e della produzione, i corpi intermedi. Un sistema di governo che induca i parlamentari, anziché giocare allo scavalco propagandistico con interrogazioni, dichiarazioni stampa, convegni, siano capaci di intervenire uniti a livello nazionale e regionale. Eccetera, eccetera, eccetera. Va bene continuare così?

Cordialmente.

Paolo Chiarenza (ex consigliere comunale e provinciale)

 

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