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Attualità | 07 novembre 2023, 11:20

Dal pozzo delle torture ai cunicoli segreti: il lavoro dei volontari porta alla luce i segreti del castello di Monteu Roero

Dall’associazione culturale Bel Monteu un aggiornamento sul maniero "vedetta del Roero”

Dal pozzo delle torture ai cunicoli segreti:  il lavoro dei volontari porta alla luce  i segreti del castello di Monteu Roero

L’Associazione Culturale di Volontariato “Bel Monteu” ha recentemente eseguito alcuni lavori di pulizia delle aree esterne al castello di Monteu Roero e portato alla luce alcune novità. Il presidente Mario Novarino ce ne parla in questo preciso resoconto.

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Grazie alla disponibilità della proprietà, le Distillerie Berta di Mombaruzzo, che dalla data di acquisizione ha reso possibile le aperture per le visite guidate e all’intraprendenza e lavoro dell’Associazione culturale e turistica 'Bel Monteu' che cura e gestisce tali visite, il castello di Monteu Roero continua a svelare angoli nascosti e portare alla luce parti dello stesso ormai dimenticate e ignote.

Purtroppo la carenza di documentazione, i continui passaggi di proprietà e la storia millenaria, la molteplicità e la complessità dei locali rende molto difficile la sua ricostruzione, ma la perseveranza dei volontari di Bel Monteu poco alla volta ne sveleranno i segreti più nascosti.  

Possiamo immaginare quale poderosa sembianza avesse nella sua quasi interezza dal preciso disegno lasciatoci dal Gonin a metà dell'800, nel quale si vedono ancora, dal lato di ponente (a sinistra dell'ingresso), varie costruzioni elevate fra le quali si distinguono una snella torricella, una bertesca in sporto e, verso la corte, una massiccia torre quadrata. Un'altra torre occhieggia dietro il lato a mezzanotte. Oggi il disegno del Gonin è la preziosa testimonianza rimastaci dopo i gravi danni arrecati al complesso dal terremoto del 23 febbraio 1887, con lesioni tali da consigliare l'abbattimento delle parti mancanti rispetto al disegno.

Ricerche, testimonianze e l’importante documentazione descritta nel romanzo di storia piemontese ambientato nello stesso castello, “Valentina di Sant’Andrea” di Luigi Allerino, hanno permesso di individuare e ricostruire le importanti parti mancanti e soprattutto ricostruire alcune parti mancanti del misterioso puzzle.

I resti della torre ottagonale e i recenti lavori di pulizia e svuotamento hanno permesso di individuare la famosa 'torre dei trabocchetti' o 'pozzo delle torture'. Dalla scala in legno di rovere a sporto presente nel giardino ammezzato creatosi dai resti della porzione del castello demolita si facevano salire i malcapitati che, raggiunta una pavimentazione in legno con botola a scomparsa, venivano scaraventati in basso verso lame taglienti sporgenti dalle mura perimetrali. I resti mortali venivano poi lasciati depositare sul fondo della torre stessa. Anni addietro dopo i lavori di pulizia della porzione sotterranea della torre sono state rinvenute ossa umane a testimonianza delle raccapriccianti esecuzioni.

Anche il cunicolo o passaggio segreto sotterraneo ha svelato le sue antiche origini e le sue architetture. Da testimonianze tramandate verbalmente il passaggio ipogeo, ricco di colonie di pipistrelli e dipartente da una anticamera presente nei sotterranei del castello, attraversava tutta l’area edificata per poi allargarsi in una camera perfettamente circolare del diametro di circa 6 metri. Da tale locale si dipartivano altri cunicoli di forma labirintica dei quali uno di essi collegava il Castello con i fabbricati costruiti dagli stessi Roero e ubicati sulla piazza principale del Comune, ora destinati a sede municipale e abitazione privata (casa Leggiardi). Un altro, le leggende popolari, lo collegavano al Castello di Vezza d’Alba, ora scomparso. Tutti gli altri terminavano verso le rocche ed i boschi incontaminati del territorio monteacutese. 

Negli anni ’30 l’allora proprietario Andrea Busso andò in perlustrazione in questi misteriosi anfratti e il malaugurato si perse per più giorni nelle viscere sabbiose della terra. Trovata poi a malapena la via d’uscita decise di murare con pietre e sassi l’imbocco della galleria al fine di evitare che altri sventurati ripetessero la sua drammatica esperienza. Ancora poco tempo fa, tale passaggio risultava otturato e i volontari dell’Associazione Bel Monteu hanno organizzato grandi lavori di ripristino e pulizia al fine di restituire al maniero la sua completa testimonianza di fascino e mistero.

Le molteplici potenzialità del Castello si sono altresì svelate solo recentemente con la scoperta dell’antica ghiacciaia o neviera. Aprendo un pozzetto sito nel cortiletto interno, adiacente all’antica cisterna di raccolta delle acque piovane per garantire il sostentamento idrico a tutti gli abitanti dell’edificio, si è potuto accedere a un grande locale sotterraneo della profondità di 4 metri, con volte a botte e circondante le mura esterne della citata cisterna con pavimento in ciotoli e completo di pozzetto di scarico per deflusso dell’acqua proveniente dallo scioglimento della neve costipata nei periodi invernali. Tale locale, con idonei accessori per lo stoccaggio dei prodotti deteriorabili quali carni, verdure, frutta… era il vero e proprio frigorifero medievale

Solo recentemente, dopo il sopralluogo di persone che conoscevano perfettamente il Castello nella sua completezza, precise indicazioni sono giunte agli studiosi su altri locali nascosti dietro muri e sotto a pavimenti costruiti appositamente per nascondere per sempre questi misteriosi anfratti. Grazie alla collaborazione di esperti del settore, presto si eseguiranno accurate e approfondite indagini al fine di fornire una sempre più completa immagine dell’importante maniero simbolo del Roero. 

Il sodalizio monteacutese ha dichiarato che tutte le esplorazioni verranno comunque esposte a breve ai visitatori e a tutti gli amanti di storia locale al fine di consegnare alle generazioni future una completa immagine del castello e i suoi misteriosi segreti.

Redazione

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