È bello raccontare storie. È un po’ come riviverle, immergersi di nuovo in quei sapori, in quei colori. Ma non è bello farlo quando quelle emozioni vengono strappate via in un modo così netto, così doloroso come accaduto a Donato Bosca.
Capita spesso di parlare di Cesare Pavese, Giovanni Arpino, Beppe Fenoglio. Se per Arpino ci si affida a video lontani, se per Pavese si muovono ricordi scolastici, se per Fenoglio gli occhi rivedono ancora il partigiano Johnny e se per Bernardo Negro il ricordo è ancora fresco, in questa escalation di pugni allo stomaco piomba addosso, vivissimo, ciò che Donato è stato per tutto il mondo della cultura.
Lo scrittore e storico di Langa se n’è andato oggi, 5 novembre, tra le nebbie di una domenica in cui solo le campane sono in festa. È un po’ come riascoltare una vecchia canzone che da tanti anni ci accompagnava come un’amica invisibile e che ora, di colpo, smette di suonare; perché anche se non la si ascoltava da un po’, noi ce la ricordiamo fin troppo bene.
Donato era un po’ quella canzone; figlio vivo e appassionato di una terra, passata dalla malora a tante vigne disegnate tra righe in cui si faceva largo riscrivendo, pagina dopo pagina, giorno dopo giorno, la storia di Langa.
Saranno snocciolate vecchie interviste, libri, pensieri e attestati di stima di tutti coloro che con lui hanno avuto a che fare. Non staremo a ripeterle tutte; che abbia scritto uno, dieci o cento volumi non ha importanza. Perché la sua forza era un’altra. La passione. Amava ciò che faceva, tutta la sua vita era lì, in quella penna che ha solo una punta sì, ma quando il cuore di chi la usa batte davvero forte non può che fare sempre centro.
Di lui vogliamo ricordare questo. Il suo cuore. E lo facciamo attraverso il commosso ricordo di Alessandra Forlani Vaira, ambasciatrice del Caffè Letterario di Bra.
«Nato a Mango nel 1951, per molti anni preside al Liceo di Alba, Donato Bosca è stato uno scrittore e profondo conoscitore della storia e delle tradizioni della nostra Langa. Parlare di cultura e territorio senza pensare a lui è quasi impossibile. Ha fondato l’Associazione Arvangia e la rivista Langhe, dalla quale, per anni, ha raccontato storie di vita, memorie e sogni della gente, quella vera, di Langa e Roero. Dalla sua postazione estiva, a San Donato di Mango, con la Casa delle memorie si è fatto promotore di incontri, passeggiate sul territorio, alla scoperta di angoli dimenticati, ripercorrendo i passi della storia. Memorabili sono le sue cene conviviali a cui si potevano trovare riuniti allo stesso tavolo: poeti, scrittori, pittori, attori, fotografi, trifolao e alcuni dei pilastri della nostra storia del ‘900. Ideatore anche del concorso letterario Reis ëncreuse, siamo sicuri che i suoi “libri che camminano” continueranno a portare avanti la sua missione di cultura, in Piemonte così come oltreoceano. Ci resta nel cuore la luce speciale di tutte quelle notti di San Lorenzo, passate insieme a guardare le stelle, mentre su un palco improvvisato si esibivano gli amici».
E concludiamo con il ricordo dell’amica Clara Nervi: «Caro Donato, quanti ricordi, quante iniziative e bei momenti trascorsi assieme! Il tuo nome è stato ed è sinonimo di cultura nelle nostre Langhe. A volte tempo e percorsi allontanano le vite, ma le amicizie vere e sincere rimarranno sempre unite nel cuore. Arrivederci... a riveder le stelle».