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| 05 novembre 2023, 13:11

Due terzi dei Comuni del Cuneese al voto a giugno 2024 per rinnovare sindaci e Consigli comunali

Alle urne quattro delle sette “sorelle”, Alba, Bra, Fossano e Saluzzo, dove è previsto il turno di ballottaggio. Da mesi si inseguono le voci di una possibile estensione dei mandati per i primi cittadini ma allo stato dell’arte non vi sono certezze

Mauro Calderoni (Saluzzo), Dario Tallone (Fossano), Carlo Bo (Alba) e Gianni Fogliato (Bra)

Mauro Calderoni (Saluzzo), Dario Tallone (Fossano), Carlo Bo (Alba) e Gianni Fogliato (Bra)

Dovrebbero essere 179 su 247 i Comuni della Provincia di Cuneo chiamati a rinnovare sindaci e Consigli comunali a giugno del prossimo anno, sempre che nel frattempo non se ne aggiungano altri per eventuali commissariamenti.

Sono iniziate in queste settimane le prime manovre e già si registrano alcuni sommovimenti all’interno delle liste civiche considerato che i partiti, nella competizione elettorale amministrativa, sembrano destinati ad avere sempre meno peso.

Vediamo, a volo d’uccello, quali sono le città e i paesi della Granda che andranno al voto fra otto mesi.

Nell’elenco si sono quattro delle sette “sorelle” della Granda, Comuni cioè con una popolazione superiore ai 15 mila abitanti, quelli in cui – in base all’attuale normativa – è previsto il ballottaggio qualora nessuno dei candidati sindaci raggiunga al primo turno il 50,1% dei consensi.

Si tratta di Alba, Bra, Fossano e Saluzzo.

Un solo centro, Busca, ha più di 10 mila abitanti.

Otto le cittadine comprese tra i 5 mila e i 10 mila abitanti: Boves, Canale d’Alba, Caraglio, Centallo, Ceva, Cherasco, Sommariva del Bosco e Verzuolo. 

Dieci quelle tra i 3 e i 5 mila abitanti: Bernezzo, Cervasca, Chiusa Pesio, Dogliani, Manta, Marene, Montà d’Alba, Moretta, Neive, Revello. 

Gli altri paesi hanno meno di 3 mila abitanti. 

La tornata amministrativa, che interessa oltre i due terzi dei Comuni della provincia di Cuneo, si svolgerà contemporaneamente alle elezioni regionali ed europee il 9 giugno 2024.

Era stato ipotizzato anche il ritorno all’elezione diretta del presidente e del Consiglio dell’Amministrazione provinciale, ma – vista l’aria che tira, confermata dalla mancanza di risorse nella legge Finanziaria - difficilmente sarà così.

La questione resta per il momento sospesa, così come pendente resta la ventilata intenzione di estendere la facoltà del terzo mandato ai sindaci.

Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli, all’assemblea dei piccoli Comuni svoltasi a settembre a Scarnafigi, si è detto favorevole anche ad una completa cancellazione della limitazione. 

“Non capisco perché – ha ribadito ancora recentemente il ministro - uno possa fare anche per dieci volte consecutive il Presidente del Consiglio mentre per i sindaci debba esserci un limite di mandati”.

Stando ai rumors parlamentari, l’orientamento sembra essere quello di arrivare all’eventuale proroga del mandato per i sindaci nei Comuni fino a 15 mila abitanti.

Qualcuno vorrebbe addirittura la cancellazione del limite per i piccoli Comuni.

Giampaolo Testa

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