Anche Chris Bangle, noto designer statunitense ideatore delle panchine giganti, prende posizione contro il progetto deposito di rifiuti a Clavesana proposto dalla ditta Cement Srl. Da 14 anni ha preso casa in paese: qui vive e lavora. Insieme alla moglie Katharina e al figlio Derek, ha firmato una lettera in cui espone le sue ragioni.
La pubblichiamo integralmente.
"Dopo molti anni in Europa, io e la mia famiglia abbiamo deciso di stabilire la nostra residenza e la nostra attività - una società internazionale di consulenza di design - qui a Clavesana, in provincia di Cuneo. Siamo rimasti colpiti fin dall'inizio da Clavesana; è un territorio che attrae talenti di alto livello, sorprende e coinvolge i clienti di tutto il mondo, che ne apprezzano le tante bellezze sia naturali che culturali. Facciamo parte della comunità ormai da 14 anni e abbiamo sempre apprezzato il lavoro proattivo e solerte dell'amministrazione locale per consentire alla nostra attività di crescere e alle nostre iniziative pubbliche - come la Fondazione Big Bench Community Project - di avere successo. Crediamo nel futuro di Clavesana e di tutte le località circostanti: luoghi meravigliosi in cui stabilirsi, crescere figli e partecipare al patrimonio unico che ne risulta quando natura, cultura storica e persone impegnate lavorano insieme.
Ma ora la nostra famiglia teme che tutto ciò che qui apprezziamo e ci sta a cuore venga inutilmente messo a rischio a causa di un'iniziativa imprenditoriale che prevede di costruire a Clavesana un enorme deposito di materiali di scarti pericolosi - proprio al di sopra della falda acquifera, proprio nel mezzo di questa preziosa zona vinicola e turistica, proprio a monte di città e imprese dove il lavoro di tante persone dipende dall'aria e dalle acqua pulite... e che non potranno proteggersi in nessun modo se qualcosa dovesse andare storto nella gestione del deposito.
Questo è un tipo di industria che è semplicemente sbagliato fare qui, sbagliato fare in una cittadina che giustamente è fiera di essere "La patria del Dolcetto".
Un deposito di queste dimensioni, che comporta il trasporto di tonnellate di materiali tossici, dovrebbe essere situato in un logo geologicamente e geograficamente accettabile per tali pericoli e lontano da località fragili dipendenti dal turismo, dalla gastronomia e dalla cultura. Tali industrie dovrebbero collaborare con comuni di dimensioni ed esperienza adeguati ad affrontare tali rischi - non situati dove rappresentano un pericolo costante per la salute e il patrimonio di un'area così integrata: fondamentale per il futuro e la prosperità delle Langhe e della cultura italiana.
Abbiamo tutti un solo futuro, e lo si costruisce ora, con le decisioni di oggi. Siamo rimasti scioccati nell'apprendere che circa 30 anni fa Clavesana ha lottato contro lo stesso tipo di minaccia, ma per fortuna allora sono state prese le decisioni giuste. È giunto li momento di prendere ancora una volta la decisione giusta!
Chiediamo rispettosamente - ma con fermezza - alle autorità competenti di aiutare la nostra amministrazione locale e quelle dei comuni limitrofi di Farigliano, Carrú e Piozzo affinché questo progetto di Deposito Rifiuti a Clavesana non venga realizzato".
La famiglia Bangle si accoda alle ragioni del “Comitato del No”, istituito lunedì 23 ottobre. In poco più di dieci giorni ha superato le 400 adesioni. “Autorizzare questo impianto metterebbe a rischio la comunità e comprometterebbe in modo irreversibile l’immagine,la vocazione e l’economia del territorio. Un territorio nelle Langhe, noto per la produzione di vino, carne di razza piemontese, nocciole,per il Tanaro e i suoi calanchi, rischia di diventare celebre per lo stoccaggio di rifiuti pericolosi. I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato sono Patrimonio UNESCO!”, scrivono dal Comitato.