Nell’agosto del 2019, a seguito di un esposto anonimo, il Dipartimento di Prevenzione dell’Asl Cn1 aveva disposto un'attività di ispezione presso il castello di Racconigi. In particolare, nella segnalazione si lamentavano problematiche riguardanti la scarsa pulizia degli infissi, degli spogliatoi interni all'edificio e la presenza di piccioni e pipistrelli.
I sopralluoghi effettuati dei tecnici dello Spresal avevano accertato che una buona parte di quanto indicato nell’esposto, tra cui il deterioramento dei soffitti, la presenza di infiltrazioni di acqua, lo stato non congruo degli spogliatoi e la generale mancanza di pulizia all’interno del maniero fosse effettivamente reale.
Tra i riscontri, anche alcune tracce di umidità sui soffitti con distacchi di calcinacci. In un’area esterna del castello fu trovata un’enorme quantità di escrementi di volatili, tracce di piumaggio e carcasse. Tra le veneziane vi erano anche tracce di guano, un rischio biologico per i lavoratori.
Sarebbero stati numerosi i locali trovati in condizioni sporche e fatiscenti. Non funzionante anche l’impianto antincendio, fuori uso da giugno.
Di tutte queste violazioni era stata chiamata a rispondere penalmente l’architetto Ilaria Ivaldi, che all’epoca dei fatti contestati era la direttrice del Polo Museale del Piemonte.
Secondo quanto sostenuto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cuneo all’imputata sarebbero state inviate le prescrizioni da adempiere per ristabilire la normalità, lavori che in base a un successivo controllo svolto nell’agosto 2020 erano stati tutti eseguiti, tranne il pagamento della sanzione amministrativa di 14mila euro a carico dell’allora direttrice.
All’architetto erano contestate anche una serie di violazioni relative al documento di valutazione del rischio che riguardavano il rischio biologico per i lavoratori, dovuto alla presenza di colonie di pipistrelli e altri animali, tra cui insetti potenzialmente pericolosi dovuti alla presenza di acque stagnanti.
Accuse, queste, che però il giudice non ha ritenuto addebitabili all’imputata. Ilaria Ivaldi è stata infatti assolta per non aver commesso il fatto.