E’ da sempre trattata come un'“emergenza” da gestire quella degli stagionali africani a Saluzzo, in arrivo in numero crescente e, che in numero crescente, dormono a terra, su giacigli improvvisati fatti di cartoni, in particolare al parco Gullino, ma anche sui marciapiedi del complesso residenziale antistante e sulle panchine pubbliche.
Lo segnala in un aggiornamento l’associazione sindacale “Braccianti in lotta Saluzzo” raccontandolo sui social: “rispetto ad una settimana fa poco o nulla è cambiato. Chi dormiva fuori è ancora li”. Si chiede, con urgenza, l’apertura delle strutture di accoglienza della rete dei comuni che aderiscono al Protocollo della Prefettura creato per dare sistemazione dignitosa ai braccianti agricoli.
Chiedono di aprire le strutture, rivolgendosi direttamente alla Prefetta di Cuneo Fabrizia Triolo e ai sindaci dei Comuni della frutta, gli operatori sanitari volontari - circa 25 tra infermieri, medici, odontoiatri - che operano nell’ambulatorio Caritas di corso Piemonte dedicato ai lavoratori agricoli stagionali. Una convenzione stipulata tra Caritas Saluzzo, Fondazione San Martino e ASL CN1 consente loro di operare con l’ausilio e i protocolli dell’azienda stessa.
Nella lettera viene fotografata la situazione sanitaria che va da problemi ordinari di salute (odontalgie, dermatosi, infezioni delle vie aeree, piccoli traumi, disturbi intestinali) a “patologie rilevanti e impegnative come infezioni, cardiopatie, malattie neoplastiche, autoimmuni, neurologiche, psichiatriche”.
Gli operatori segnalano la loro frustrazione nell’incontrare, a ogni seduta dell’ambulatorio (due volte la settimana) persone che non hanno un posto per dormire. “Trattare con farmaci un paziente con bronchite, dolori reumatici o ascesso dentario, che dorme all’aperto e alle 7 inizia la giornata lavorativa, è un po’ come mettere il carro davanti ai buoi e pretendere che si muova. A poco giovano i farmaci se non si rimuovono le condizioni che sono alla base della patologia”.
La lettera, firmata dalla coordinatrice dell’ambulatorio Tiziana Bertero, già medico al Mauriziano di Torino, dal coordinatore vicario Paolo Allemano medico dell’ospedale cittadino in pensione e da altri 25 volontari di competenza sanitaria, chiede che la rete delle accoglienze si "dispieghi rapidamente" e chiede ai sindaci dei Comuni della frutta, che ancora non ne fanno parte, di entrarvi.
“Non è accettabile dividersi su basi ideologiche sulla pelle delle persone né si può ignorare che l’accoglienza in azienda, diffusa ed eccellente quando attuata con responsabilità, da sola non risolve tutti i problemi.
Chi ha un minimo di garanzie si trova da sé una sistemazione, per quanto precaria, ma rimane sempre una quota di lavoratori particolarmente vulnerabili: o perché il lavoro è troppo discontinuo; o perché l’azienda è troppo piccola per ospitare i lavoratori; o perché, per fortuna in casi residuali, c’è diffidenza e si cerca di trarre il massimo vantaggio dalla debolezza di chi cerca lavoro.
Gli stagionali di cui stiamo parlando sono provvisti di contratto, sono ricercati e offrono un servizio insostituibile al comparto agrario. Accoglierli dignitosamente ci rende umani, abbatte il muro dell’indifferenza, ed è nell’interesse di tutti. L’accoglienza diffusa è il risultato di anni di lavoro nella giusta direzione che vi ha visto protagonisti.
Noi siamo un nodo della rete e intendiamo con questo appello fare sì che questa rete si rafforzi con la pronta attivazione dell’accoglienza e la sua estensione ai Comuni del distretto della frutta che ancora non ne fanno parte”.
Della rete del “Protocollo della Prefettura”, rinnovato lo scorso 15 giugno, fanno parte ad oggi 10 comuni. La prima struttura è stata aperta a Lagnasco il 23 giugno scorso - informa Fabio Chiappello, referente dell'accoglienza diffusa per la cooperativa Armonia nell’ambito del progetto “Fami buona terra”. La seconda è stata Costigliole Saluzzo, ieri ha aperto Scarnafigi. Le altre municipalità - Savigliano, Cuneo, Saluzzo, Busca, Tarantasca, Verzuolo e Manta - non hanno ancora una data di apertura dei loro moduli abitativi.















