“Per dare un’idea ai lettori dei numeri, dei volumi di prestazioni che quotidianamente vengono eseguite da parte del personale della nostra azienda partiamo da alcuni dati significativi: nel primo trimestre 2023 sono state effettuate 2.135 prestazioni cardiologiche, 839 risonanze magnetiche, 3.838 ecografie e 42.957 prelievi”.
Andrea Pedussia, il responsabile della struttura che si occupa di front-office e di monitoraggio dei tempi d’attesa per l’Asl Cn2, parte da numeri concreti per spiegare le criticità delle liste d’attesa che toccano l’Ospedale di Verduno, le Case della Salute e gli ambiti territoriali della nostra Asl.
“Posso fare un altro esempio – aggiunge il dirigente –. Nei primi quattro mesi del 2023 per quanto riguarda lo screening mammografico, ci sono state 5.700 prestazioni di primo livello, con una copertura del 92% delle donne in target, grazie al successo di progetti di sensibilizzazione e prevenzione. A cascata, sono aumentate molto anche le prestazioni di secondo livello (circa il 10% del primo stadio). Questo vuol dire aver raggiunto un obiettivo importante per la prevenzione della salute delle donne”.
“In ogni caso – precisa ancora Pedussia – le nostre attività sanitarie sono complessivamente cresciute rispetto al 2019, l’anno prima del Covid, un anno di riferimento in cui la situazione era, per così dire, normale. E proprio il periodo pandemico è un primo elemento che ha influenzato e, in parte, influenza, le liste di attesa. C’è poi un secondo fattore che determina difficoltà, ed è la carenza di specialisti, un problema di carattere nazionale”.
Bisogna, però, fare un passo indietro per capire la genesi del problema attuale delle liste d’attesa e quali sono le radici profonde, in un contesto nazionale, che ha risvolti naturalmente anche locali.
Prosegue Pedussia: “Nel periodo Covid si potevano solo eseguire le prestazioni urgenti, questo ha portato a fare saltare tutti gli elementi di normalità, creando una abitudine all’emergenza. Possiamo dire che in pochi mesi abbiamo recuperato le prestazioni che non erano state fatte durante l’emergenza Covid, ma ora il sistema ha bisogno di essere ricalibrato, con l’aiuto di tutti gli attori coinvolti, partendo dall’appropriatezza delle prescrizioni. Un tema di fondamentale importanza sul quale stiamo sviluppando dei progetti per la loro verifica. Un percorso che prevede formazione, emersione, lettura e studio dei dati. Maggiore è la correttezza delle prescrizioni, più facile è il nostro lavoro di programmazione e migliori sono le risposte che possiamo fornire ai cittadini”.
Il dirigente fornisce anche un altro esempio pratico: “Abbiamo accennato all’inizio di alcuni numeri riguardanti l’attività radiologica. La Società Italiana di Radiologia medica in alcune pubblicazioni ha rilevato che l’inappropriatezza nelle prestazioni di risonanza magnetica ed ecografia muscolo-scheletrica si avvicina al 50%. Questi dati, frutto di indagini a livello nazionale, possono corrispondere ad analoga rilevanza anche sul nostro territorio. In sostanza, se effettuiamo prestazioni non appropriate rischiamo di far attendere troppo a lungo chi davvero ha la necessità di effettuare prestazioni nei tempi stabiliti”.
E qui è necessario entrare più nel concreto dell’argomento della tipologia di prestazioni con l’aiuto del responsabile del monitoraggio dei tempi d’attesa. “Esistono quattro priorità, a seconda dei sintomi e delle condizioni oggettive che determinano le prescrizioni. Urgenti, che devono essere effettuate entro tre giorni, brevi, entro 10 giorni, differite, entro 60 giorni e programmabili entro 120 giorni. Insieme alla direzione generale ci siamo impegnati per garantire le tempistiche delle prescrizioni urgenti e brevi, attraverso anche un passaggio diretto in ospedale”.
Sono ben chiari i punti e i settori che devono essere ancora migliorati. “Abbiamo difficoltà a rispettare i tempi sulle prestazioni differite e in particolar modo per le visite oculistiche, le colonscopie, le prestazioni radiologiche e le risonanze magnetiche: questo anche a causa di una carenza di personale sanitario dovuta a una situazione di normale turn over, ma anche per quest’aspetto si sta lavorando per trovare nuove soluzioni. Continueremo inoltre, come abbiamo fatto in questi anni con buoni risultati, a predisporre progetti per incrementare le prestazioni aggiuntive finanziate con risorse regionali”, conclude Pedussia.