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lavocedialba.it | 09 giugno 2023, 06:38

Bra, giovedì 8 giugno tra fede e devozione per la celebrazione del Corpus Domini (FOTO)

Messa, processione, benedizione eucaristica e adorazione. Il tutto vissuto con grande emozione

Alcuni momenti della solennità del Corpus Domini, a Bra

Alcuni momenti della solennità del Corpus Domini, a Bra

La luce del crepuscolo ha fatto da cornice alla celebrazione del Corpus Domini di giovedì 8 giugno a Bra, per un’espressione di fede che affonda nei secoli le proprie radici.

Un momento importante a fine anno pastorale, in cui al centro della liturgia è stata l’Eucaristia, fonte e culmine della vita ecclesiale, attraverso la quale si sperimenta la comunione tra le varie realtà cittadine per essere davvero attorno al Pane di Vita, un cuor solo e un’anima sola.

La Santa Messa presso il Santuario della Madonna dei Fiori è stata presieduta da don Gilberto Garrone, insieme al clero locale. «Oggi camminiamo nella fede per l’infinita fame e sete di comunione, nutrita dal vero pane che è Cristo. Amare l’Eucaristia è amare l’umanità». Così il parroco di San Giovanni di fronte alla vasta assemblea. Tra i banchi anche il gruppo Alpini e le Confraternite dei Battuti Bianchi e dei Battuti Neri, presenti con i rispettivi stendardi.

La funzione è proseguita con il Santissimo Sacramento portato in processione lungo il viale presidiato dal Corpo di Polizia locale che ha garantito il servizio d’ordine. Il rito religioso si è rinnovato con un’importante adesione di popolo che ha seguito il percorso in un’atmosfera raccolta di preghiera fino alla chiesa del monastero delle Sorelle Clarisse. Preceduta dai canti, è stata, infine, impartita la solenne benedizione eucaristica a cui ha fatto seguito l’adorazione.

Il tutto vissuto con grande emozione.

 

Storia del Corpus Domini

Le processioni e le adorazioni celebrate nella solennità del Corpus Domini, manifestano pubblicamente la fede del popolo cristiano in questo Sacramento. In esso la Chiesa trova la sorgente del suo esistere e della sua comunione con Cristo, presente nell’Eucaristia in Corpo, Sangue, Anima e Divinità.

La festa del Corpus Domini (espressione latina che significa Corpo del Signore), più propriamente chiamata solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, è una delle principali ricorrenze della Chiesa cattolica e una delle più sentite a livello popolare.

Vuoi per il suo significato, che richiama la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, vuoi per lo stile della celebrazione. Pressoché in tutte le diocesi, infatti, si accompagna a processioni, rappresentazione visiva di Gesù che percorre le strade dell’uomo.

In Italia si chiama Corpus Domini, nei Paesi di lingua spagnola o inglese Corpus Christi. Denominazione a parte, è la festa che chiude il tempo pasquale e rievoca l’Ultima Cena (Messa in Cena Domini).

La storia delle origini ci porta nel XIII secolo, in Belgio, per la precisione a Liegi. Qui il vescovo assecondò la richiesta di una religiosa che voleva celebrare il Sacramento del Corpo e Sangue di Cristo al di fuori della Settimana Santa. Più precisamente le radici della festa vanno ricercate nella Gallia belga e nelle rivelazioni della beata Giuliana di Retìne. Quest’ultima, priora nel Monastero di Monte Cornelio presso Liegi, nel 1208 ebbe una visione mistica in cui una candida Luna si presentava in ombra da un lato.

Un’immagine che rappresentava la Chiesa del suo tempo, che ancora mancava di una solennità in onore del Santissimo Sacramento. Fu così che il direttore spirituale della beata, il canonico Giovanni di Lausanne, supportato dal giudizio positivo di numerosi teologi, presentò al vescovo Roberto di Thourotte la richiesta di introdurre una festa in onore del Corpus Domini.

Il via libera arrivò nel 1246 con la data della festa fissata per il giovedì dopo l’ottava della Trinità. L’estensione della solennità a tutta la Chiesa però va fatta risalire a papa Urbano IV con la bolla Transiturus de hoc mundo dell’11 agosto 1264.

A convincerlo il miracolo eucaristico di Bolsena, consumatosi l’anno prima: la tradizione racconta che un prete boemo, scettico sulla reale presenza di Gesù nella Comunione, mentre celebrava Messa, al momento di spezzare l’ostia consacrata, vide uscire dalla particola alcune gocce di sangue. Era la testimonianza che quello era davvero il corpo di Cristo.

Nell’estendere la solennità a tutta la chiesa cattolica, il Papa scelse come collocazione il giovedì successivo alla prima domenica dopo Pentecoste (60 giorni dopo Pasqua). Urbano IV incaricò il teologo domenicano Tommaso d’Aquino di comporre l’officio della solennità e della Messa del Corpus et Sanguis Domini.

L’inno principale del Corpus Domini, cantato nella processione e nei Vespri, è il Pange lingua, scritto e pensato da Tommaso d’Aquino. In numerosi Paesi, tra cui dal 1977 l’Italia, la celebrazione è stata tuttavia spostata alla domenica successiva. In molte chiese locali però, tra cui quella braidese, la data è rimasta il giovedì dopo la solennità della Santissima Trinità.

La consuetudine vuole che in occasione della celebrazione del Corpus Domini nella Chiesa si svolgano processioni con l’ostia consacrata custodita in un ostensorio protetto da un baldacchino. È l’unica processione dell’anno liturgico ad essere di precetto, secondo il diritto canonico.

Silvia Gullino

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