Politica - 08 giugno 2023, 07:00

Ivano Martinetti, l’ultimo giapponese nella trincea 5 Stelle

Il Movimento fondato da Beppe Grillo, oggi guidato da Giuseppe Conte, nel 2013 aveva sfiorato i 100 mila voti nel Cuneese, un patrimonio di consensi andato disperso per mancanza di radicamento sul territorio. Oggi in Granda sono rimasti un consigliere regionale albese e due consiglieri comunali di minoranza a Busca

Il consigliere regionale Ivano Martinetti

Il consigliere regionale Ivano Martinetti

Il Movimento 5 Stelle, in provincia di Cuneo, è passato dal 26% ottenuto alle politiche 2013 al 23% nel 2018 per precipitare al 6,5% alle ultime consultazioni nazionali del settembre 2022. 

Una crisi che ha portato alla dispersione di un patrimonio di consenso che dieci anni fa era di poco inferiore ai 100 mila voti (88.927 per la precisione).

La due volte ministra pentastellata Fabiana Dadone, che da Carrù aveva scalato i ministeri prima della Pubblica Amministrazione poi delle Politiche Giovanili, è riprecipitata nell’anonimato.

Se già prima non era particolarmente presente sul territorio, ora è scomparsa dai radar della politica, a dimostrazione di come sia effimera la gloria in questa congiuntura politica.

In provincia di Cuneo il Movimento 5 Stelle – dopo le ultime amministrative - ha perso la propria rappresentanza in Consiglio comunale a Cuneo così come accaduto nelle altre sei “sorelle” della Granda.

Quello che pareva essere un astro emergente nella galassia stellare cuneese, l’avvocato Antonello Portera, è diventato sindaco di Savigliano, ma per farlo ha dovuto smettere i panni “grillini” e indossare quelli civici.

Appare impensabile che possa ritornare sui suoi passi assumendo un ruolo di referente territoriale, considerata la sua posizione istituzionale e l’eterogeneità della maggioranza che guida.

A presidiare il territorio cuneese è rimasto dunque soltanto il consigliere regionale albese Ivano Martinetti e due consiglieri comunali di minoranza a Busca, Silvana Gollè e Luca Pavan, che non risultano però politicamente  attivi oltre la cinta daziaria della loro cittadina.

Cosa farà il Movimento in vista dei prossimi appuntamenti elettorali?

Tralasciando le europee, dove si vota col sistema proporzionale puro, incombono altre consultazioni, regionali, comunali e provinciali.

Le regole elettorali impongono alleanze, aspetto che i 5 Stelle potevano permettersi di snobbare quando godevano di consensi plebiscitari, ma non più oggi quando l’esigenza di sopravvivenza le rende indispensabili.

In Regione, in vista delle elezioni 2024, potrebbe profilarsi un’intesa con il Partito Democratico anche se dalle province piemontesi si guarda con diffidenza ad un accordo di questo tipo.

Più complesso ancora il discorso per quanto concerne i Comuni e la Provincia.

Nei confronti di quest’ultimo ente, i 5 Stelle non hanno mai mostrato interesse. E se non l’hanno fatto prima a maggior ragione hanno difficoltà a farlo adesso, considerato che il loro appeal non è più quello di dieci anni fa.               

Toccherà a Martinetti lavorare di buona lena (e anche di fantasia) per cercare di  rilanciare una presenza del Movimento nelle istituzioni che non sia soltanto la sua a Palazzo Lascaris.

Giampaolo Testa

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