Politica - 07 giugno 2023, 07:06

Così la governance della nuova Amministrazione Provinciale

Elezione diretta del presidente, che non potrà essere contemporaneamente sindaco. Il Consiglio sarà composto da 24 consiglieri eletti su liste di partito o civiche collegate al candidato presidente. Ancora incerto il numero degli assessori (4 o 6), in prima battuta senza emolumenti

Il Palazzo della Provincia a Cuneo

Il Palazzo della Provincia a Cuneo

Comincia, lentamente, a delinearsi il quadro della nuova Provincia di cui si parla da tempo ma di cui ancora poco sanno gli stessi addetti ai lavori.

La maggioranza di governo spinge sull’acceleratore per arrivare all’approvazione della norma che riguarda l’elezione diretta del Presidente e del Consiglio provinciale prima dell’autunno.

Degli otto disegni di legge giacenti si sta arrivando a uno solo, percorso che pare non stia riscontrando particolari ostilità da parte dei maggiori partiti di opposizione, Pd e Movimento 5 Stelle.

Dalle prime frammentarie indiscrezioni si apprende che il Cuneese – ricompreso nella fascia di popolazione tra i 500 e i 600 mila abitanti – avrà in una prima fase un solo collegio elettorale. In prospettiva, si ipotizza però di arrivare a quattro considerate le caratteristiche geografiche del territorio.

Il nuovo Consiglio provinciale sarà costituito da 24 consiglieri eletti su liste (di partito o civiche), collegate ad un candidato presidente, con possibilità di preferenza.

La funzione di presidente – da quando si apprende – a diversità di quanto era stato previsto con la riforma Delrio – è incompatibile con quello di sindaco.    
 
Ancora incerto il numero dei componenti la giunta, variabile da 4 a 6.

Il modello elettorale adottato per la nuova governance della Provincia è quello dei Comuni oltre 15 mila abitanti, dunque con eventualità di ballottaggio nel caso in cui nessuno dei candidati superi il 50% al primo turno.

L’emolumento del presidente corrisponde a quello del sindaco del capoluogo di provincia.

Per gli assessori risulta non siano previsti compensi – almeno per il primo anno - per non gravare eccessivamente sui costi della pubblica amministrazione nel momento in cui si assume questo nuovo onere finanziario.

Questo aspetto sarà oggetto di una successiva disamina quando verrà effettuata una più ampia rivisitazione delle competenze dell’ente e – aspetto cruciale – individuati i criteri per le attribuzioni economico-finanziarie.

Mentre sono in via di definizione gli aspetti normativi della governance già si sta allungando la fila dei pretendenti al posto oggi ricoperto da Luca Robaldo, sindaco di Mondovì.

Una coda che riguarda esclusivamente per ora il centrodestra, mentre nel centrosinistra e nell’area (ex) Terzo Polo sembra prevalere una malcelata rassegnazione.

Nessuno può dire oggi con certezza se l’elezione per i nuovi vertici della Provincia avverrà il 9 giugno 2024, contestualmente ad europee, regionali e comunali.

Se si optasse per l’election day, in molti Comuni della Granda (salvo quelli in cui non si vota per il rinnovo dei municipi), i cittadini-elettori si vedrebbero consegnare dal presidente di seggio ben quattro schede elettorali. 

Giampaolo Testa

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