Non solo capogruppo in Regione, ora anche vice coordinatore piemontese del partito.
Il movimentismo di Paolo Bongioanni, evidentemente, è stato notato e apprezzato a Roma considerato l’incarico che gli è stato assegnato ieri sera.
Un ruolo che assume nel momento in cui Fratelli d’Italia ha il vento in poppa e si stanno iniziando a predisporre le liste per un appuntamento elettorale che, da qui ad un anno, interesserà Europa, Regione, quattro importanti centri nel Cuneese, Alba, Bra, Fossano e Saluzzo, e – con ogni probabilità – la Provincia col ritorno all’elezione diretta.
“Il primo grazie – commenta Bongioanni - va al ministro Guido Crosetto, il cui attestato di stima mi inorgoglisce, mi ripaga di tutte le fatiche fatte e mi stimola a dare il meglio. L’altro va al responsabile organizzativo nazionale l'onorevole Giovanni Donzelli. Anche in questo ruolo, cosi importante e strategico, ad un anno da quello che si preannuncia come l'election day, fondamentale per il nostro partito, metterò tutto l'impegno e la responsabilità possibili. La necessità di lavorare insieme è un percorso obbligato: le partite si vincono solo in squadra, ed insieme dovremo costruire il tessuto più forte possibile per riuscire a capitalizzare il risultato migliore”.
Un incarico che Bongioanni condividerà con Federico Riboldi, sindaco di Casale Monferrato.
Sta di fatto che sarà lui ora a dover mettere mano alla lista cuneese dove gli aspiranti per un seggio in Regione sono tanti, quasi quanti coloro che ambiscono ad un posto in Provincia.
Non solo: sarà sempre ancora lui – insieme al coordinatore provinciale William Casoni – a condurre le trattative con i partner di coalizione, Lega e Forza Italia, per la definizione delle candidature a sindaco di quattro delle sette “sorelle” della Granda.
Se Carlo Bo deciderà di ricandidarsi, Alba resta appannaggio di Forza Italia, così come Fossano rimane in capo alla Lega di Giorgio Bergesio con Dario Tallone.
A Bongioanni (e a Fratelli d’Italia) il compito di espugnare le due roccaforti del centrosinistra, Bra e Saluzzo.
Un impresa non facile. Non per nulla a tentare di mandarla in porto è stato chiamato “Il Kaimano”.