Se sotto l’aspetto politico resta grande la confusione sotto il cielo della Regione, tanto a destra quanto a manca, sotto quello istituzionale qualcosa, seppur a fatica, si muove.
Domani, martedì 30 maggio, il Consiglio regionale torna a votare, in seconda votazione, per la modifica dello Statuto che riguarda, tra altri aspetti, l’istituzione della discussa figura del sottosegretario.
Tema questo che, nei mesi scorsi, era stato oggetto di scontri tra la maggioranza di centrodestra e le minoranze di centrosinistra e Movimento 5 Stelle.
Scontri verbali che erano però apparsi per lo più giochi di ruolo dal momento che, all’atto pratico, si erano conclusi con l’accettazione dei sottosegretari (seppur ridimensionati nel numero) da parte delle minoranze.
Per la modifica della legge elettorale sono invece ancora in corso interlocuzioni tra maggioranza e opposizione.
Sembra comunque essere un dato acquisito, perché condiviso dalle parti, l’introduzione della preferenza di genere.
Più complessa la questione della soglia di sbarramento per le liste “cespuglio”: si era partiti con il centrodestra che ipotizzava il 5%, ma si arriverà a chiudere verosimilmente sul 3%.
Le liste satelliti non piacciono alla Lega e a Fratelli d’Italia, ma fanno comodo tanto al Pd che a Cirio.
Vedremo. Sarà comunque una maratona resa più complicata dall’avvicinarsi della data delle elezioni (giugno 2024).
Accanto agli aspetti statutari e regolamentari si frapporranno infatti, in maniera sempre più pressante, le esigenze degli attori protagonisti della prossima tornata elettorale.
La riconferma di Cirio alla guida della coalizione di centrodestra è legata a quanto decideranno di lui Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi.
Per quanto riguarda il fronte avverso, quello di Daniele Valle, vicepresidente del Consiglio regionale, sembra non più essere più l’unico nome del Pd per contendere la presidenza della Giunta regionale al centrodestra.
I giochi sono aperti e con tanti nodi ancora da sciogliere.
Tra questi anche la posizione che assumerà il Terzo Polo di Calenda e Renzi: correrà in maniera autonoma con un proprio candidato presidente o – come si vocifera – cercherà un gioco di sponda con Cirio, se sarà ancora lui ad essere in campo?
A prescindere da queste considerazione squisitamente politiche, è invece ipotizzabile che la nuova legge elettorale possa vedere la luce prima della pausa feriale.
Se la maratona consiliare dovesse protrarsi oltre, lo scenario si complicherebbe perché, di fatto, la definizione delle regole avverrebbe in campagna elettorale ormai in pieno svolgimento.
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