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Attualità | 26 maggio 2023, 15:33

Ad Alba si parla di carcere e detenzione con la testimonianza dell’ex Gap Pietro Battaglia

Scontata una pena di vent’anni di pena passando per una trentina di istituti penitenziari della penisola. ha iniziato a lavorare per una comunità per tossicodipendenti dell’hinterland napoletano e parallelamente ha iniziato un percorso di volontariato. Questa sera l’incontro al Centro Giovani H Zone

Ad Alba si parla di carcere e detenzione con la testimonianza dell’ex Gap Pietro Battaglia

Il carcere e la detenzione sono i temi al centro dell’incontro in programma per questa sera, venerdì 26 maggio, al Centro Giovani dell’H Zone di Alba, dove ospite sarà Giuseppe “Beppe” Battaglia.

Beppe Battaglia è stato dapprima un militante del Gruppo XXII Ottobre, il primo gruppo armato della sinistra extraparlamentare che operò nei primi anni ’70 a Genova, per poi confluire dopo lo scioglimento del gruppo, nei Gruppi d'Azione Partigiana (Gap) fondati dall’editore Giangiacomo Feltrinelli. Entrambi i gruppi sono in sostanza stati i precursori delle Brigate Rosse.
Battaglia, come sostanzialmente la maggior parte dei componenti delle due organizzazioni, venne arrestato e ha scontato venti anni di carcere per banda armata, passando per 22 istituti penitenziari normali e 6 “speciali”.

Finita la detenzione per “fine pena”, ha iniziato a lavorare per una comunità per tossicodipendenti dell’hinterland napoletano e parallelamente ha iniziato un percorso di volontariato nelle carceri di Lauro ed Eboli. Oggi vive a Firenze continuando a fare il volontario nel carcere di Sollicciano.

In questi anni ha scritto diversi libri e rispetto al suo passato, facendo autocritica in un’intervista, ha dichiarato che “la mia è una storia che non potrei mai rinnegare, perché è elemento costitutivo di ciò che sono. Io, oggi, non rinnego le ragioni sociali, ideali e morali sulle quali le mie scelte si fondarono: quel che metto in discussione, invece, sono i mezzi utilizzati per affermare quelle ragioni”.

“Oltre alla mancanza della libertà, il carcere ti inizia e ti finisce la giornata. Nel mezzo, a volte, ci sono interferenze come pestaggi, torture, trasferimenti improvvisi, la posta censurata, il sovraffollamento, la mancanza di acqua e d’igiene, vitto immangiabile, il vicino di cella che si toglie la vita o muore perché, per il suo malore, non arrivano in tempo i soccorsi, e tu lì, immobile, vedi e non puoi fare niente".

"In carcere esistono veri e propri gironi dell’inferno: il 41 bis e l’ergastolo ostativo (il fine pena mai), anche l'essere più spregevole ha diritto a un’opportunità, crediamo che sia umano sbagliare, ma non lo è non dare la possibilità di rimediare. Avere una seconda occasione è un diritto di tutti”.

Incontrare Beppe Battaglia è un viaggio di riflessione, anche doloroso, per non rimanere indifferenti davanti a tanta umanità detenuta nelle carceri italiane. Durante l’incontro Battaglia parlerà del suo libro “Le tre libertà. Fotogrammi di un’evasione e altri modi di uscita dalla prigione”, edito da Sensibili alle Foglie, nel 2019.

"La nozione liberatoria è una concezione, un modo di guardare la galera. Guardarla individuando i punti deboli dell'organizzazione carceraria e i punti forti dell'ingegno collettivo dei reclusi. Guardarla in funzione dell'evasione. La libertà che si conquista mettendo insieme un saper fare collettivo. Tante mani che lavorano insieme".

Partendo da qui si sviluppa il racconto di un'evasione dal carcere di Favignana, nel lontano 1975. Un'evasione il cui piano viene sventato, ma vissuta come l'esperienza più bella e liberatrice della sua vita nella percezione di uno dei suoi protagonisti. "Un infame però lo venne a sapere e pensò bene di venderci".

La libertà comprata, al prezzo di quella conquistata, si misura nel racconto con quella concessa dai poteri che detengono la vita dei reclusi. "Camminavo dietro la guardia con i piedi che non toccavano terra. All'improvviso, a pochi metri dalla garitta, gli occhi chiusi dal sole, mi assale prepotente un fottuto pensiero: «Ora si inventano qualcosa e non mi fanno uscire!». Questo pensiero diventò talmente intenso e totalizzante che mi paralizzò. Rimasi temporaneamente bloccato, immobile, cieco e senza coscienza...".

Un incontro che sarà di sicuro interesse, tra racconti e storie di vita vissuta, in ambiti e ambienti dove le dinamiche di vita sono sicuramente complesse e difficili, dove Battaglia parlerà anche delle criticità e dell'importanza dei percorsi di reinserimento.

Andrea Olimpi

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