Attualità - 10 maggio 2023, 12:46

Ad Alba ha aperto la Rosa di Gerico, il centro socio-riabilitativo per adolescenti in difficoltà

La struttura, gestita dalla cooperativa albese Coesioni Sociali, si rivolge a giovani tra i 10 e i 18 anni. “Li aiutiamo in momenti difficili della loro vita, cercando di far emergere le loro potenzialità”

Le attività alla Rosa di Gerico non mancano di certo

Dopo l’Approdo di Dogliani, centro diurno socio-riabilitativo per ragazzi dai 10 ai 18 anni con difficoltà socio relazionali, disturbi emozionali ed affettivi, con un forte ritiro sociale, nasce ad Alba la Rosa di Gerico, struttura semi residenziale gestita sempre dalla cooperativa albese Coesioni Sociali. Elena Broccardo, assistente sociale e responsabile del dipartimento minori della cooperativa, racconta le finalità e gli obiettivi di questo progetto.

A chi si rivolge la Rosa di Gerico?

Si tratta di una struttura semi-residenziale aperta a ragazzi e ragazze in fascia di età 10-18 anni in carico ai servizi di Neuropsichiatria infantile territoriali che si trovano in situazioni anche transitorie di disagio socio ambientale, affettivo ed emozionale, con disturbi della personalità, del tono dell’umore, con gravi disturbi d’ansia e per i quali si ravvisi la necessità da parte dell’équipe socio-sanitaria di riferimento di un supporto educativo, di un accompagnamento nella vita reale, fuori dall’ospedale ma in sinergia con i servizi, attraverso attività dedicate anche di gruppo”.

Quali sono i disagi di cui soffrono gli adolescenti nella nostra zona?

Negli ultimi anni sono emerse una molteplicità di problematiche: ansia, stress, attacchi di panico, disturbi del comportamento alimentare, difficoltà relazionali, difficoltà di apprendimento, isolamento sociale”.

Quando è stata aperta la struttura?

È stata aperta a gennaio presso i locali del Divin Maestro di Alba, e attualmente seguiamo 6 giovani”.

L’idea è quella di essere un servizio per il territorio.

“Il progetto mira ad agire in sinergia per offrire opportunità di prevenzione, di cura e di miglioramento sul territorio, insieme alle famiglie, ai ragazzi e ai servizi sanitari, attraverso interventi e servizi che si raccordino con le esigenze emerse e segnalate dai servizi di Neuropsichiatria infantile delle Asl. La realizzazione di questo progetto vuole aiutare il territorio Albese e Braidese e formare una rete con la Neuropsichiatria Infantile dell’Asl Cn2: gli assistiti finora hanno avuto difficoltà ad accedere ai servizi già presenti a causa di problematiche legate al trasporto”.

L’adolescente è accompagnato all’interno di un percorso.

Tramite figure specifiche come l’educatore professionale, l’operatore socio-sanitario e il tecnico della riabilitazione psichiatrica, vengono proposte attività e laboratori finalizzate ad affrontare il bisogno di supporto e accompagnamento dei minori, cercando di evitare o ridurre al minimo il ricorso alla residenzialità e al ricovero ospedaliero. È un approccio in cui il giovane non viene mai visto come un problema, ma come una risorsa, va aiutato, accompagnato e valorizzato, mettendolo al centro del discorso educativo perché possa esprimere le proprie potenzialità, attraverso lo sviluppo delle proprie inclinazioni”.

È la stessa metodologia che usate nella struttura l’Approdo di Dogliani.

I risultati sono stati ottimi e abbiamo deciso di riproporre questo modello. Attraverso un metodo di lavoro psicopedagogico, cerchiamo di ricostruire la fiducia del giovane nel rapporto interpersonale, guidandolo al raggiungimento di un proprio ruolo nella famiglia e nella società, alla ricostituzione di aspettative realizzabili e, più in generale, alla neutralizzazione di fattori di desocializzazione. Questo avviene promuovendo comportamenti organizzati, sviluppando abilità e motivazioni che portino a relazioni sociali soddisfacenti”.

Daniele Vaira