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Schegge di Luce | 07 maggio 2023, 07:59

Schegge di luce: pensieri sui Vangeli festivi di padre Gabriele Dall’Acqua

Commento della Messa del 7 maggio, V domenica di Pasqua

“Gesù tra Giacomo e Filippo”, disegno dell’artista braidese Pinuccia Sardo

“Gesù tra Giacomo e Filippo”, disegno dell’artista braidese Pinuccia Sardo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».

Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».

Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere.

Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.

In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre» (Gv 14,1-12).

Oggi, 7 maggio, la Chiesa celebra la V domenica di Pasqua (anno A, colore liturgico bianco). A commentare il Vangelo della Santa Messa è padre Gabriele Dall’Acqua dei Frati minori di Mombirone (Canale).

Amore, vita, valori, spiritualità sono racchiusi nella sua riflessione per “Schegge di Luce, pensieri sui Vangeli festivi”, una rubrica che vuole essere una tenera carezza per tutte le anime in questa valle di esilio. Pensieri e parole, uniti al bel disegno di Pinuccia Sardo, per accendere le ragioni della speranza che è in noi.

Eccolo, il commento.

Oggi ci giunge innanzitutto questa bella Parola: «Non sia turbato il vostro cuore». Il “turbamento” espresso nel Vangelo indica quello stato d’animo di quando ci sentiamo destabilizzati, sbalestrati… Ci accade quando non troviamo un appoggio, una relazione sicura, dove ci sentiamo a casa; oppure quando non troviamo una via, un modo, un senso, una direzione.

Nella vita di tutti i giorni è naturale sentire preoccupazione e anche un livello sempre presente di ansia. Possiamo imparare a respirare dentro il nostro turbamento con un respiro nuovo. Il Signore dice: «Abbiate fede in Dio (Padre) e abbiate fede anche in me». Avere fede è appoggiarsi a Lui, è stare in relazione con Lui. Avere fede non dipende dall’avere o meno problemi, e nemmeno dipende dalla nostra forza o bravura. Aver fede è lasciare spazio a Dio di agire nella nostra vita, lasciarci raggiungere dal Suo amore, dal Suo operare, dalla Sua creatività.

Possiamo vivere ogni nostra giornata con un atteggiamento nuovo. Possiamo vivere ogni avvenimento insieme a Dio. Possiamo avere fede, ossia credere che Dio cammina nella storia quando qualcuno si apre a Lui. Direi così, anche se forse suona un po’ forte: Dio non cammina in tutte le storie, Dio cammina in quella storia che si apre a Lui, in quel cuore che è in dialogo con la sua Parola, che invoca la sua presenza, che cresce nella relazione con Lui. È ciò che è avvenuto in Maria, ed è ciò che può avvenire in ogni cristiano: il nostro corpo, la nostra persona, la nostra storia può diventare dimora di Dio quando ci apriamo a Lui e gli diamo il permesso, il tempo, lo spazio, di operare in noi. Dio ha scelto di agire insieme a noi, in sinergia con noi, e la sua storia passa per i cuori che si aprono a Lui…

Possiamo avere fede e non rimanere nel turbamento. La realtà è complessa, è caotica, non ne abbiamo il controllo e naturalmente la affrontiamo con una certa dose di preoccupazione e di ansia. Mentre questo accade naturalmente, possiamo fare un passetto in più, di fede: possiamo credere che questa stessa realtà, così complessa, possa divenire dimora Sua, possa essere occasione di una Sua santa opera. La realtà che stiamo vivendo, ogni nostra giornata, può esser occasione, per Dio, di incontrare noi e tanti nostri fratelli.

Non significa che la nostra vita divenga facile e senza problemi. Ma che possiamo viverli in modo nuovo. Non si tratta di trovare piccole soluzioni al problema di oggi (per quello è sufficiente la nostra intelligenza), ma si tratta di credere che il Signore può vivere e operare, insieme a noi, in ogni realtà.

Possiamo vivere con una pace nuova, credendo che vedremo i suoi prodigi, e sperimenteremo la sua operosità… Insieme a Lui, anche una crisi o un momento molto impegnativo può diventare occasione di relazione con il suo Spirito di creatività, di fraternità.

Ripeto, la realtà rimane complessa, caotica, caduca… spesso accadono cose che non vorremmo, ma Dio può venire ad abitare in ogni cosa con la sua Provvidenza e con il suo Amore. Possiamo credere che il Risorto possa trasformare ciò che viviamo in un luogo dove Lui vive, in un passo del suo cammino con noi, in una porzione del suo cielo che germoglia qui sulla terra.

Nelle vite dei santi questo è avvenuto in modo sempre nuovo e ci conferma che le ultime frasi di questo Vangelo sono proprio vere: Dio compie le sue opere nella nostra vita, insieme a noi, e tutto abita e tutto trasforma… Il Suo Spirito può scrivere in noi i suoi sentimenti, i suoi pensieri, i suoi atteggiamenti, le sue opere grandi e belle.

Nei nostri giorni, mentre è naturale che ci sorgano preoccupazioni e ansie, invochiamo il Signore e la sua santa operazione.


Silvia Gullino

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