Non avete ancora cominciato a leggere e già vi sentiamo canticchiare. Sarà perché avete sentito parlare dell’ultima fatica musicale del maestro Paolo Paglia.
È infatti fresca di stampa la partitura e le parti della Suite “Hypatia e Pytagora” per tre chitarre. L’opera è stata pubblicata dalla casa Editrice Armelin di Padova, una delle più prestigiose al mondo, che timbra da anni in esclusiva i lavori del musicista albese.
La Suite è già stata eseguita lo scorso anno in Teatro ad Alba da allievi della classe di chitarra del professor Ignazio Viola, alla quale la stessa opera è dedicata. Quella tra Paolo Paglia e Ignazio Viola, che ha curato la diteggiatura delle singole parti della Suite, è una collaborazione di “vecchia data” e l’imprimatur di questo ultimo importante lavoro conferma la continuità.
Compositore, direttore d’orchestra, ma anche divulgatore, scrittore e testimonial del Caffè Letterario di Bra, Paolo Paglia non ha bisogno di tante presentazioni.
Un professionista che parla con grande umiltà di musica, costruita in forma artistica dalle note e da pause fatte di silenzi. Perché in un concerto la musica nasce sempre dal silenzio e poi si espande come energia vitale.
«Noi siamo musica, abbiamo un ritmo cardiaco e respiratorio che cambia a seconda delle situazioni e delle emozioni. Noi siamo tutto un ritmo e se ci fermassimo un attimino ed imparassimo ad ascoltare il nostro fisico, il nostro modo di respirare, il nostro modo di parlare e, soprattutto, a sentire le emozioni, ci renderemmo conto che dentro di noi abbiamo tutto quello che Pitagora riuscì a sentire 560 anni prima della venuta di Cristo e cioè che noi siamo l’espressione di un universo, un microcosmo che è ricco di tutte quelle peculiarità fondamentali per vivere in maniera bella e buona». E la musica sicuramente ne è parte.