Che ospedale sarebbe senza la Fondazione Ospedale Alba-Bra Onlus? Partiamo dal titolo per entrare nel vivo del tema.
Sarebbe, innanzitutto, un ospedale senza radioterapia, e già questo fa tutta la differenza del mondo. Lo sa bene chi ha dovuto, purtroppo, frequentare il reparto che la dottoressa Reali e il suo staff sono riusciti a trasformare in un esempio di professionalità, accoglienza e di umanità alleviando le sofferenze di centinaia di pazienti.
Pazienti che fino a due anni fa erano costretti a lunghe trasferte fino a Cuneo, effettuate con un pulmino che li obbligava ad attendere il termine delle cure da parte degli altri pazienti. Un disagio enorme per chi già è costretto a effettuare le cure radioterapiche.
Ci si potrebbe fermare qui per capire l’importanza della Alba-Bra onlus, ma la radioterapia è solamente un piccolo tassello di ciò che è stata in grado di realizzare questa fondazione nata nel 2008, non a caso su un territorio come il nostro, un territorio unico, fatto di grandi solisti in cui, però, sui temi importanti ci si unisce remando tutti nella stessa direzione. Lo sanno bene in altre zone, più popolate e magari anche più ricche in cui esperienze come la Fondazione nostrana non sono mai decollate.
Martedì 28 marzo il quindicesimo compleanno della fondazione sarà l’occasione per inaugurare il bellissimo e moderno auditorium, anche questo fiore all’occhiello di un ospedale che per molti anni ha rischiato di rimanere solo una carcassa di cemento su una collina e di diventare esempio di sprechi e inefficienza. Se così non è il merito si deve alla Fondazione Ospedale Alba-Bra onlus, alla tenacia del direttore Luciano Scalise e ai presidenti che si sono alternati al timone dell’ente da Elisa Miroglio a Bruno Ceretto passando per Dario Rolfo ed Emilio Barbero.
Imprenditori di successo che all’ospedale di Langhe e Roero hanno dedicato tempo, passione e risorse con al loro fianco rappresentanti di tutti i settori produttivi della zona e migliaia di persone comuni che alla fondazione hanno donato, chi milioni di euro come la famiglia Ferrero o il notaio Toppino, chi 3 euro e 31 centesimi come il piccolo Nicola Milanesio, che quando frequentava l’asilo Miroglio consegnò una busta alle maestre con all’interno la paghetta che gli aveva donato il nonno per averlo aiutato nei lavori dell’orto e che lui voleva regalare all’ospedale in costruzione.
Nell’occasione il presidente Bruno Ceretto aveva ricordato quanto ogni donazione sia stata importante: «Sappiate che, se i 172 mila abitanti della nostra Asl donassero 3 euro e 31 centesimi potremmo comprare una nuova Tac all’anno per il nostro ospedale».
Facciamo un gioco, pensate all’ospedale a Verduno, chiudete gli occhi e immaginatelo senza radioterapia, senza auditorium, ma anche senza giardini terapeutici, senza la nuova neonatologia con il nido, senza il progetto AbCibi che farà del “Ferrero” l’ospedale in cui si mangia meglio in Italia, senza i dieci medici specializzandi che grazie al 5 x 1000 diventeranno una risorsa importante in un periodo di forte carenza di medici, senza la coloratissima pediatria con le simpatiche ludobarelle, senza i letti elettrici, senza la tac e altri importanti macchinari. Mi fermo ma potrei andare ancora avanti per altre 50 righe elencando tutto ciò che la generosità del territorio, tramite la Fondazione Alba-Bra onlus, ha reso possibile.
Meglio riaprire gli occhi perché il solo pensiero rischia di gettare nello sconforto pensando a quanto poco le istituzioni abbiano restituito a un territorio produttivo come il nostro, vedere Asti-Cuneo per credere.
Per fortuna dove non arrivano le istituzioni che per 20 anni avevano immaginato un ospedale per quasi 200 mila persone su un’area grande come metà Liguria senza una radioterapia, è arrivata la Fondazione ospedale Alba-Bra Onlus.
E allora non resta che fare gli auguri alla Fondazione Ospedale augurandole lunga vita e donandole, tutti insieme, le gambe per continuare a fare dell’ospedale Michele e Pietro Ferrero quel centro di eccellenza che questo territorio merita. Buon compleanno!