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Politica | 19 marzo 2023, 08:37

È partito il gran valzer delle Fondazioni bancarie

Tra poche settimane il rinnovo del cda della Fondazione Cr Saluzzo poi quello della ben più importante Cr Torino, dove Giovanni Quaglia cerca una riconferma. Agli esiti di quest’ultimo passaggio è legata la partita della Fondazione Cuneo

Ezio Raviola e Giovanni Quaglia

Ezio Raviola e Giovanni Quaglia

Se un torinese sarà mai presidente della Fondazione CrCuneo, allora potrebbe anche accadere che un cuneese assuma la presidenza della CrTorino”. Così aveva (incautamente) profetizzato Sergio Chiamparino rispondendo ad una domanda che gli avevamo rivolto - seduti nel dehor di un bar di via Roma a Cuneo - quando era in ballo il nome di Giovanni Quaglia per la presidenza della terza Fondazione di origine bancaria più importante d’Italia. A conti fatti, visti gli esiti, si può considerare che l’arte divinatoria non sia propriamente quella in cui i big del Pd torinese – da Fassino a Chiamparino – danno il meglio di sé.

Bando alle amenità, il valzer delle Fondazioni è partito.

A Saluzzo, entro poche settimane, verrà rinnovato il cda della Fondazione Crs e si capirà se Marco Piccat sarà riconfermato alla presidenza o se, come pare stando alle voci, qualcun altro prenderà il suo posto.

Ben più importante la partita in corso a Torino, dove Quaglia, classe 1947, a dispetto dei 75 anni compiuti, non disdegnerebbe di succedere a se stesso al vertice della CrT. Da mesi è in corso un duello (sempre che sia davvero tale) con Fabrizio Palenzona, potente personaggio (come Quaglia di scuola democristiana), con cui l’ex presidente della Provincia di Cuneo ha condiviso in passato cruciali passaggi nei board della finanza nazionale. Entrambi devono fare i conti con il presidente della Regione, Alberto Cirio, e col sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, i quali vogliono dire la loro.

Sullo sfondo – ancora distante nel tempo (ma non troppo) - il rinnovo della Fondazione CrCuneo, oggi presieduta dall’imprenditore monregalese Ezio Raviola, in calendario il prossimo anno.

Le vicende delle Fondazioni bancarie piemontesi (di cui Quaglia è presidente dell’associazione che le riunisce) sono in qualche misura concatenate. Ecco perché – a giudizio di chi di queste cose se ne intende - all’esito del primo round della Fondazione Torino potrebbe essere collegato il secondo che vedrà protagonista, nell’aprile 2024, la Fondazione Cuneo.

Rumors dicono che se Quaglia dovesse soccombere nella partita torinese potrebbe anche ripiegare (si fa per dire) su Cuneo. Per carità, una semplice voce, una delle tante che sempre caratterizzano le fasi che precedono i rinnovi, ma nemmeno troppo peregrina. Se così fosse, i giochi che vedono in lista d’attesa ex sindaci ed ex presidenti di importanti categorie economiche della Granda, si chiuderebbero ancor prima di essersi aperti. Chi potrebbe dire di no a Quaglia?

L’unica controindicazione potrebbe derivargli dall’anagrafe ma lui non si farebbe certo imbrigliare nella tagliola dell’età, come era successo a Ferruccio Dardanello, cui era stato precluso (proprio per questa ragione) l’accesso ai piani alti di Ubi Banca.

A voler essere crudamente realisti, dopo il precedente di Sergio Chiamparino alla Compagnia San Paolo, anche vincoli statutari e moral suasion dell’Acri (Associazione delle Fondazioni e Casse di Risparmio) sono ammennicoli utili solo alla bisogna.

Giampaolo Testa

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