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Politica | 08 marzo 2023, 07:02

Donne & politica: i numeri (lentamente) crescono, ma c’è ancora tanto spazio

L’altra metà del cielo cuneese è rappresentata in maniera abbastanza equilibrata a Bruxelles, Parlamento italiano e Amministrazione provinciale, con l’eccezione della Regione. Nelle “sette sorelle” l‘unica sindaca è a Cuneo. Solo 30 le “prime cittadine” nei 247 Comuni della Granda

Le prime cittadine in provincia di Cuneo sono solo il 12%. Nei piccoli comuni non esistono giunte completamente al femminile

Le prime cittadine in provincia di Cuneo sono solo il 12%. Nei piccoli comuni non esistono giunte completamente al femminile

Con la recente elezione di Elly Schlein alla segreteria nazionale del Partito Democratico e con l’incarico a premier di Giorgia Meloni per la prima volta nella storia della politica italiana due donne sono salite ai vertici. 

Meloni, leader di Fratelli d’Italia, a capo di un governo di destra-centro; Schlein alla guida del maggior partito di opposizione.

Sin qui la situazione nazionale, che registra oggettivamente un crescente ruolo da protagoniste dell’altra metà del cielo.

In occasione dell’8 marzo, Festa della Donna, ci è sembrato interessante andare a vedere quante siano le donne della provincia Granda ad avere responsabilità nei vari livelli istituzionali.

DALL’EUROPA ALLA PROVINCIA, PASSANDO PER ROMA

Il Cuneese conta un’europarlamentare, Gianna Gancia (Lega), già presidente della Provincia; due deputate, Monica Ciaburro (Fratelli d’Italia) e Chiara Gribaudo (Partito Democratico) e quattro consigliere provinciali: Bruna Sibille (centrosinistra), Anna Maria Molinari (Azione), Simona Giaccardi (Lega) e Graziella Viale (Forza Italia).

A CUNEO LA PRIMA SINDACA DEL CAPOLUOGO

Nelle “sette sorelle” l’unica donna sindaco è Patrizia Manassero (Pd), prima cittadina, anche nell’accezione storica del termine, della città capoluogo di provincia.

NIENTE DONNE IN REGIONE

Nessuna rappresentanza femminile invece dalla nostra terra in Regione dove i consiglieri regionali sono tutti uomini, sia per ciò che concerne le forze politiche della maggioranza (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia), sia per quelle di minoranza (Pd e Movimento 5 Stelle).

Si può dunque considerare – con la sola eccezione di Palazzo Lascaris - che la presenza di genere nei livelli sovracomunali sia tutto sommato abbastanza equilibrata.

A LIVELLO COMUNALE IL QUADRO CAMBIA

Se però scendiamo a livello comunale, il quadro cambia, specie nei piccoli paesi.

È pur vero che Franca Biglio, sindaco di Marsaglia, inossidabile e battagliera presidente dell’Associazione dei piccoli Comuni, tiene alta la bandiera, ma il divario – specie per i sindaci – resta notevole.

L’ANALISI DI VALLOME SUL SALUZZESE  

Abbiamo assunto – a mo’ di paradigma – il caso delle valli e della pianura saluzzese, stimolati in ciò da una piccola indagine condotta da Luigi Vallome, consigliere di minoranza a Verzuolo, appassionato di matematica e statistica, oltre che di politica, il quale ha effettuato una ricognizione che abbiamo cercato di perfezionare limitandosi ad aggiungere  qualche nome e cognome per sostanziarla nel dettaglio.

Abbiamo constatato che – in una porzione di territorio che si aggira sui 100 mila abitanti - sono solo tre le donne – concentrare nella valle Po e Bronda – ad avere responsabilità amministrativa in prima persona.

Si tratta di Dora Perotto (sindaca di Brondello), Cristiana Nasi (Gambasca) e Silvia Rovere (Ostana). Quest’ultima è anche presidente dell’assemblea dei sindaci del Parco del Monviso.

In valle Varaita nessun altro sindaco è donna, così come nel resto dell’hinterland saluzzese.    

Dall’indagine statistica condotta nei paesi delle valli Po, Bronda, Infernotto, Varaita, Saluzzo, Manta, Costigliole, Lagnasco, Scarnafigi e Moretta, risulta infatti che il 90% dei primi cittadini è di sesso maschile e anche nelle giunte c’è una netta prevalenza di uomini (82,4%) contro appena il 17,6% di donne.

Nei piccoli centri, dove la giunta è composta solo da tre elementi, la differenza diventa maggiore (92,4% uomini, 7,6% donne).

In valle Varaita, ad esempio, se si escludono Verzuolo e Costigliole, non c’è traccia di presenza femminile nelle giunte.

LE SINDACHE SONO SOLO IL 12%

Andando ad analizzare i singoli comuni della Granda si può notare come il numero di primi cittadini uomini sia preponderante rispetto alle donne che indossano la fascia tricolore. 

Sono 30 le ‘sindache’ della provincia di Cuneo su un totale di 247 centri. Un numero molto risicato se si rapporta ai 214 primi cittadini uomini che guidano i municipi della Granda. In percentuale rappresentano l'87,70 % del totale contro un 12,30% di prime cittadine (l’analisi non tiene conto dei tre centri commissariati Montaldo Roero, Vezza D’Alba e Vicoforte). 

NON ESISTONO GIUNTE COMPLETAMENTE AL FEMMINILE

Un divario che è significativo nelle giunte di quei centri - e sono la maggior parte nella nostra provincia - dove non si superano i 3.000 abitanti. Centri che non hanno, per legge, la necessità di ottemperare alla parità di genere e che, nella maggior parte dei casi, sono composte solamente da sindaco, vice e un assessore.

Qui, spesso, come abbiamo evidenziato, le giunte sono tutte al maschile (tre uomini per giunta): nella Granda si contano 95 comuni in questa condizione.

Seguono quei centri che hanno solo una donna (una donna e due uomini): sono 93 i centri con un organigramma di questo tipo. 

E mentre sono solo 11 i municipi con giunte a preponderanza femminile (due donne e un uomo), non ne esistono, in provincia di Cuneo, a traino totalmente al femminile

MOLTO RESTA DA FARE

In conclusione, mentre porgiamo una mimosa a tutte le donne impegnate nei  municipi, facciamo nostro un refrain che era caro all’ex ministro Dc Adolfo Sarti: “Molto è stato fatto, molto resta da fare”.   

Giampaolo Testa - Daniele Caponnetto

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