Bianco come la neve, l’ermellino è nel suo mood invernale; quello utilizzato per i capi indossati da re e papi come segno di potere, emblema della più alta dignità accademica o giudiziaria, scelta non casuale, perché nel Medioevo l’ermellino era simbolo di purezza e incorruttibilità.
Nello scatto del fotoamatore Enrico Ruggeri, l’animaletto sembra mettersi in posa, in guisa del famoso dipinto di Leonardo “Dama con l’ermellino”, per mostrarci tutta la sua bellezza e dolcezza.
Essendo molto curioso, al primo incontro scappa, ma poi ricompare per osservare con attenzione i movimenti di chi ha invaso il suo territorio. Qui vince la sua ritrosia e sbuca dalla neve caduta sul Colle dell’Agnello, perfettamente mimetizzato, grazie al candore del suo manto. Soltanto la punta della coda, nera per tutto il corso dell’anno, tradisce la sua presenza.
E pensare che in passato l’ermellino è stato messo a rischio per la sua preziosa pelliccia che d’estate cambia tono per ragioni di sopravvivenza, diventando bruno rossastra, mentre la parte inferiore è bianca con sfumature giallastre e nere.
L’avvistamento di animali selvatici è sempre difficile, ma la neve modifica le regole, trasforma la natura in un libro aperto dove leggere le orme degli abitanti dei boschi e delle vette alpine.
Agile e scattante, questo folletto appartenente alla famiglia dei Mustelidi, grazie a vista, udito e olfatto molto sviluppati riesce a cacciare roditori selvatici, uccelli, rettili e invertebrati, che individua tra le rocce, sugli alberi, sulla neve e perfino nell’acqua. Rapaci, volpi, cicogne e aironi sono invece suoi nemici naturali, per non parlare dei gatti domestici, che gli rendono la vita alquanto difficile.
Vi abbiamo incuriositi e volete vederlo? Diffuso prevalentemente nei boschi, l’ermellino ha il suo habitat in alta montagna, fino a 3.500 metri di quota e lo si trova nelle pietraie o nelle tane nascoste tra la neve. Mettete le ciaspole ai piedi e buona fortuna!