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Cronaca | 02 febbraio 2023, 19:10

Saluzzese porta in tribunale l'ex governante: "Non accettava il licenziamento, mi ha spruzzato in viso spray al peperoncino"

Il datore di lavoro ha rimesso la querela nei confronti della donna per la violazione di domicilio. Rimasta in piedi l'accusa di minacce aggravate, il giudice l'ha condannata (pena sospesa) a 4 mesi di reclusione

Immagine di repertorio

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N.C., una donna di origini romene, aveva lavorato per alcuni anni come governante presso la casa del signor S. a Saluzzo, dove aveva anche vitto e alloggio. Poi, nel gennaio 2021, fra i due ci fu una forte litigata che sfociò in una lettera di licenziamento nei confronti della donna in seguito comunicata anche all’Inps.

L'ex governante si sarebbe però rifiutata di lasciare la casa nella quale non lavorava più, al punto che avrebbe minacciato con uno spray al peperoncino il suo ex datore. Per questo motivo si è trovata imputata davanti al tribunale di Cuneo, con le accuse di violazione di domicilio e minacce aggravate. N.C. lasciò l’abitazione solo otto mesi dopo, a seguito del provvedimento del giudice.

Il signor S., costituitosi parte civile, riferì che la donna avrebbe preteso 20mila euro di buonuscita per via dei lavori svolti. “Ero costretto a dormire in ufficio – ha raccontato in aula –. L’avevo licenziata perché mi aveva minacciato con una specie di crocifisso appuntito. Non so cosa stesse dicendo, perché parlava romeno. Le ho mandato una raccomandata per notificarle la fine del rapporto di lavoro, ma lei non è mai andata a ritirarla. Allora le ho mandato una foto su Whatsapp, alla quale ha risposto in modo sconclusionato. Non voleva più andare via. Nel marzo 2021, mentre stavo chiudendo la porta per scendere in garage lei era lì, con una bomboletta e mi ha spruzzato sul viso dello spray al peperoncino. È stata una sensazione atroce”.

Quella sera, l’uomo chiamò i Carabinieri che sequestrarono il flacone di spray a N.C., la quale avrebbe anche detto che i suoi amici e parenti, a conoscenza di ciò che stava accadendo, si stavano mobilitando per fargliela pagare.

L’uomo, davanti al giudice, aveva manifestato la volontà di rimettere la querela nei confronti della sua ex dipendente.

Al termine del dibattimento, il giudice ha infatti pronunciato il non luogo a procedersi per l’accusa di violazione di domicilio, ma ha altresì condannato l’imputata, concedendole il beneficio della sospensione condizionale della pena, a quattro mesi di reclusione.

CharB.

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