Riceviamo e pubblichiamo.
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Dopo la riforma costituzionale del 2001, la funzione socio assistenziale appartiene all’ambito delle materie di competenza legislativa regionale primaria. Le Regioni, infatti, devono dare piena attuazione all’assistenza sociale prevista espressamente dall'articolo 38 della Costituzione, predisponendo le strutture normative e organizzative indispensabili per l'erogazione delle prestazioni socioassistenziali.
Fatte queste opportune premesse, vogliamo evidenziare come il sistema delle case di riposo negli ultimi anni è entrato in crisi per i sempre maggiori costi della gestione (spese di personale, spese energetiche) combinati con le criticità evidenziate dalla pandemia, che ne hanno ridotto e reso più costoso il servizio.
Da un recente studio pubblicato dall’Associazione Case di Riposo, in provincia di Cuneo le strutture Rsa e Ra sono 152, per un totale di 7.416 posti letto di cui 6.395 occupati (86%). Di questi 4.653 sono accreditati, ma solo 2.042 occupati da pazienti convenzionati (44% dei posti accreditati).
I posti accreditati sono quelli genericamente autorizzati dalla Regione senza però alcun impegno finanziario da parte della stessa (4.653 in provincia di Cuneo).
I posti convenzionati sono invece quelli nei quali la Regione interviene finanziariamente, attraverso le Asl, coprendo la quota sanitaria della retta (solo 2.042 in provincia).
Nel dettaglio il modello integrato di assistenza residenziale e semiresidenziale a favore delle persone anziane non autosufficienti prevede, per i posti convenzionati, una quota sanitaria, circa il 50% della retta, a carico dell'Asl di residenza che prende in carico l'anziano, anche quando la Rsa è nel territorio di una Asl diversa da quella di residenza, purché nel territorio regionale; l’altro 50% (quota sociale) è a carico dell'anziano e della sua famiglia. Se, in base alla valutazione sociale, la persona risulta avere un reddito non sufficiente a pagare la quota sociale spettante, interviene il Comune, o il Consorzio a cui i Comuni hanno delegato la funzione, ad integrare la retta.
Non risultano sufficienti le misure finora adottate dalla Regione Piemonte come l’adeguamento delle rette e il bando relativo a contributi per maggiori costi energetici che, viste le tante richieste, rischia di erogare importi esigui.
Anche la misura sui voucher di prossima disponibilità, con i 600 euro mesi finanziati dal Fondo Sociale Europeo Plus 21-27, al momento non ci pare la soluzione definitiva a un problema così complesso. Sempre più strutture private o pubbliche chiudono i loro bilanci in perdita.
Clamoroso è in caso della Casa di Riposo Città di Asti, la più grande struttura pubblica in Piemonte, che il 31 dicembre ha chiuso con 8 milioni di deficit lasciando a casa 110 dipendenti e 140 ospiti che sono stati trasferiti d’urgenza in altre strutture della provincia.
Anche se il “sistema della Case di riposo” in provincia di Cuneo è ancora solido, stanno soffrendo le piccole strutture, soprattutto in montagna e nei territori marginali e tanti enti devono alienare beni immobili per far fronte alla crisi degli ultimi anni.
Servono nuove misure, in primis l’aumento dei posti letto convenzionati per limitare gli aumenti delle rette alle famiglie e permettere di affrontare i costi del “sistema delle case di riposo”, che solo in provincia di Cuneo ha 4.600 dipendenti diretti con un fatturato annuo complessivo di 202 milioni.
Purtroppo negli ultimi anni c’è stata una preoccupante contrazione dei posti letto convenzionati assegnati e in particolare nel territorio del Cuneese si è passati da 542 posti del 2017 a 437 nel 2022, a fronte di una costante crescita delle richieste.
A oggi risultano, in provincia di Cuneo, oltre 500 anziani non autosufficienti in graduatoria per accedere al posto letto convenzionato in Rsa, con una lista d’attesa superiore a un anno.
E pensare che il Piano sociosanitario indicava come obiettivo di posti letto convenzionati quello di 2 posti letto ogni 100 anziani (ultra 65enni) e che tale indicazione è stata nella pratica assunta come modello a cui tendere per il numero di posti convenzionati da assegnare.
La popolazione ultra65enne al 31/12/2021 relativa al distretto Sud Ovest Asl Cn1 era di 39.000 (pari al 24,22% della popolazione residente) e che pertanto la percentuale di posti coperti a fine novembre 2022 è dell'1,12%, dato che evidentemente si discosta di molto dal 2% auspicato.
Il risultato è che sempre più famiglie sono in difficoltà economiche nel sostenere la retta completa in regime privato. La contrazione di posti in convenzione determina anche una grave crisi per le strutture residenziali per anziani non autosufficienti, che sono presidi importanti in quanto, non solo offrono una risposta adeguata alle esigenze socio assistenziali della popolazione anziana, ma garantiscono anche servizi per favorire la domiciliarità delle persone con parziale autonomia e assumono infine un non marginale ruolo per l'intera economia locale.
A fronte di questo quadro preoccupante vogliamo fare due proposte concrete:
aumentare in tempi brevi il numero di posti letto convenzionati, per dare finalmente delle risposte adeguate alle tante persone anziane non autosufficienti che risultano essere in graduatoria e permettere alle Residenze private e pubbliche di superare le difficoltà gestionali attuali;
prevedere e sostenere un piano di investimenti per la riqualificazione energetica delle strutture, utile a diminuire i costi gestionali.
La segreteria di Monviso in Movimento,
il coordinatore Pierpaolo Varrone