Attualità - 20 gennaio 2023, 07:46

Provincia, presidente eletto senza ballottaggio se supera il 40%

Sempre più insistenti le voci che indicano un ritorno all’antica per uscire dal limbo in cui l’ente è rimasto dopo la riforma Del Rio. Anche nei Comuni sopra i 15 mila abitanti al sindaco basterebbe analoga percentuale per essere eletto al primo turno. Sull’ipotesi centrodestra compatto, centrosinistra possibilista

Provincia, presidente eletto senza ballottaggio se supera il 40%

Elezione diretta dei presidenti di Provincia e senza il ballottaggio, nel caso in cui il candidato superi il 40%.

Parallelamente l’ipotesi – oggetto di discussione in seno alla maggioranza di governo di centrodestra in questi giorni – prevede che la norma sia estesa anche ai Comuni sopra i 15mila abitanti.

Se così fosse, potrebbero esserci significative novità già nella tornata elettorale amministrativa del 2024.

In quest’eventualità, per quanto riguarda il Cuneese, insieme alle elezioni comunali che interessano, oltre a parecchi municipi della Granda, quattro delle sette “sorelle” Alba, Bra, Fossano e Saluzzo, gli elettori tornerebbero a poter scegliere il presidente dell’Amministrazione Provinciale.  

Mentre si discute di autonomia regionale, torna d’attualità la “riforma delle riforma” della Provincia, ente rimasto in bilico tra abolizione definitiva e ritorno all’antica, cioè a quanto avveniva prima del 2014, anno dell’entrata in vigore della discussa legge Del Rio.

Da allora, a periodi alterni, il tema è stato oggetto di dibattito tra le forze politiche senza che mai però che se ne venisse a capo.

Con la riforma Delrio, le Province - lo ricordiamo - sono state ridimensionate drasticamente, sostituite da enti di secondo livello. Erano cambiate, in parte, le deleghe in rapporto alle Regioni e, soprattutto, era stata eliminata l'elezione diretta del presidente.

Il referendum costituzionale del 2016 doveva servire – tra varie altre riforme -  – ad eliminarle definitivamente, ma la bocciatura ha congelato di fatto la situazione.

Questa legislatura potrebbe – il condizionale è ovviamente d’obbligo - essere quella giusta.

I partiti del centrodestra sembrano essere sostanzialmente d’accordo e anche le forze di opposizione non sembrano alzare barricate.

Il limbo in cui da oltre otto anni si trovano le Province non piace a nessuno: né a chi voleva eliminarle, né a chi voleva restassero com'erano.

Le stesse modalità di elezione dell’organo di secondo livello (riservato solo a consiglieri comunali e sindaci), con turni sfalsati tra Presidenza e Consiglio provinciale è un ircocervo istituzionale cui prima o poi qualcuno doveva mettere mano.

Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia ci vogliono provare.

Se così fosse, l’attuale presidente, Luca Robaldo, sindaco di Mondovì, vedrebbe interrotto il suo mandato a meno di due anni dalla sua elezione.

Idem il Consiglio provinciale in carica eletto nel dicembre 2021.

Giampaolo Testa

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