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Schegge di Luce | 15 gennaio 2023, 07:49

Schegge di luce: pensieri sui Vangeli festivi delle Sorelle Clarisse di Bra

Commento del Vangelo della Messa del 15 gennaio, II domenica del Tempo ordinario

La chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, a Bra

La chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, a Bra

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».

Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio» (Gv 1,29-34).


Oggi, 15 gennaio la Chiesa giunge alla II domenica del Tempo ordinario (anno A, colore liturgico verde).

A commentare il Vangelo della Santa Messa sono le Sorelle Clarisse di Bra. Amore, vita, valori, spiritualità sono racchiusi nella loro riflessione per “Schegge di Luce, pensieri sui Vangeli festivi”, una rubrica che vuole essere una tenera carezza per tutte le anime in questa valle di esilio. Pensieri e parole nel perfetto stile francescano per accendere le ragioni della speranza che è in noi.

Domenica scorsa, con la festa del Battesimo di Gesù, abbiamo concluso il Tempo liturgico del Natale e iniziato, lunedì scorso, il Tempo ordinario, con i paramenti liturgici di colore verde. Oggi si riparte con la testimonianza di Giovanni Battista riguardo il Battesimo di Gesù.

Il Battista dice: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie i peccati del mondo». Per noi oggi leggere questo non ha quasi più alcuna risonanza, specialmente a livello del cuore: lo sentiamo ogni volta durante la Messa e possiamo dire che la maggior parte delle volte rispondiamo in modo meccanico. Ma possiamo ritornare alla potenza, alla radicalità del Vangelo, alla straordinaria forza vitale stando sul testo. I padri direbbero: leggere le Scritture con le Scritture. Questo rivela una potenza di significati incredibile.

Per un ebreo, per coloro che ascoltavano il Battista, sentire la parola “agnello” riportava alla Pasqua, all’uscita dall’Egitto e dunque al passaggio dalla morte alla vita. Il Battista pronuncia questa frase al Giordano, dove va a farsi battezzare l’umanità peccatrice, perché Dio sta dove c’è l’essere umano ferito dal peccato, Dio sta là dove l’uomo e la donna da soli non ce la fanno.

Ma che vuol dire «Toglie il peccato» se ogni giorno ne facciamo esperienza? Toglie nel senso che lo solleva, lo prende su di sé una volta per sempre. Il peccato continuerà a esserci, ma se viviamo di Lui, nello Spirito Santo, il peccato non ci farà più male. Sperimentiamo il suo perdono, la sua misericordia, sperimentiamo che se “il nostro cuore ci condanna, Dio è più grande del nostro cuore” (1 Gv 3,20). Toglie il peccato perché ci riporta alla comunione con il Padre. In noi riprende a scorrere la vita divina.

Silvia Gullino

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