C’è anche l’A33 Asti-Cuneo fra le tratte autostradali toccate dagli incrementi tariffari annunciati su metà della rete italiana a partire dallo scorso 1° gennaio.
A rimarcarlo, in una nota, è il consigliere regionale albese Ivano Martinetti (M5S): "L’autostrada non è completata, ma gli aumenti del pedaggio arrivano puntuali come un orologio svizzero. Ecco il regalo di Capodanno della Lega, del Governo Meloni, ecco i primi effetti di Salvini alla guida del Ministero dei Trasporti. Per l’A33, stando alle notizie di stampa, è previsto un aumento del 4,30%, come stabilito dal decreto firmato dai ministri Salvini e Giorgetti. Era dal 2018, dopo il crollo del ponte Morandi di Genova che i pedaggi autostradali non subivano alcun incremento in Italia".
"Poi – prosegue l’esponente pentastellato – sono arrivati quelli competenti, quelli che dicono di voler sostenere le imprese del nord, ma danno il via libera agli aumenti su un’autostrada non conclusa, per non parlare della riduzione degli sconti sulle accise che determineranno prezzi alle stelle per il carburante (+20 centesimi in media)".
Qui l’attacco al governatore Cirio, che nella conferenza stampa d’inizio anno tenuta ieri ha detto che sulla Asti-Cuneo 'ci mette la faccia': "Bene, inizi a farsi sentire a Roma chiedendo di non applicare gli aumenti per una struttura ancora lontana dall’essere conclusa. Glielo chiederemo in Consiglio regionale, così per vedere le differenze tra gli annunci sbandierati e i fatti concreti".