Il 29 dicembre è una data speciale per la città di Bra. È il giorno in cui tutta la popolazione si stringe intorno alla sua patrona, celebrando con una festa molto sentita l’evento miracoloso della fioritura del pruneto, legato all’apparizione della Madonna nel 1336.
Semplicità, devozione e partecipazione hanno caratterizzato il 686° anniversario di un appuntamento ricco di momenti di spiritualità e di riflessione, che hanno toccato menti e cuori dei fedeli in un crescendo di emozioni. Non è retorica, ma realtà dei fatti.
Un triduo di preparazione dal respiro natalizio, tante funzioni religiose, devoti provenienti da Bologna, pellegrinaggi giunti a piedi da Madonna del Pilone e Boschetto ed infine la solenne concelebrazione eucaristica di giovedì 29 dicembre nel Santuario nuovo, presieduta da monsignor Alessandro Giraudo, vescovo ausiliare eletto di Torino (l’ordinazione episcopale si terrà in Cattedrale a Torino domenica 15 gennaio alle ore 15, ndr) e vicario generale della Diocesi.
In apertura c’è stato il saluto del rettore don Enzo Torchio, mentre in presbiterio ha trovato posto una larga fetta del clero locale, tra cui il parroco di San Giovanni, don Gilberto Garrone e il direttore dei salesiani, don Riccardo Frigerio, con indosso la casula bianca, propria della solennità, per la concelebrazione eucaristica.
Ad animare la Messa con canti e lodi è stato il coro del Santuario, accompagnato dalle note all’organo del giovane Massimiliano Stenta. Tra i banchi anche le autorità civili, guidate dal sindaco di Bra, Gianni Fogliato, oltre a delegazioni di associazioni di volontariato cittadino, nelle rispettive divise d’ordinanza e con i labari d’istituto.
Permane vivo in tutti i braidesi il lontano racconto che ricorda l’apparizione della Beata Vergine ad una giovane prossima al parto, Egidia Mathis: masnadieri che volevano aggredirla messi in fuga da una folgorante luce e pruno fiorito in pieno inverno.
Tutta la liturgia si è svolta nel consueto clima di fede, di devozione e di ascolto della parola di Dio. Nel corso dell’omelia, monsignor Giraudo ha rivolto il suo pensiero ai presenti, esortandoli a vivere con gioia l’esempio di Maria, protagonista nel passo evangelico della visita alla cugina Elisabetta: “Ciò che è davvero straordinario può essere l’esperienza che viviamo ogni giorno, quando abbiamo il coraggio di fare quel passo che ci avvicina e ci fa attenti gli uni agli altri. È questa la pienezza di vita che possiamo gustare ogni giorno e che viene da Dio”.
In chiusura ha portato l’esempio di un bambino: “Chiediamo al Signore, per mezzo di Maria, che ci aiuti ad avere la stessa insistenza, forza e fiducia dei piccoli. Perché nella preghiera o nel bisogno non siamo soli, ma qualcuno ascolta il nostro grido, si china su di noi e ci custodisce con il suo amore. È questa l’esperienza dell’essere credenti, il camminare con Lui”.
Grande raccoglimento dei fedeli in ogni fase della celebrazione, che li ha riempiti della grazia dell’annuncio del Vangelo in modo ricco e fecondo, fino ai riti di comunione e all’orazione alla Beata Vergine dei Fiori, tanto amata e venerata sotto la Zizzola.
Affetto e preghiere sono state elevate al cielo per papa Benedetto XVI che con la Madonna dei Fiori ha un rapporto speciale. Un legame nato durante i giorni trascorsi in Valle d’Aosta, quando il Santo Padre ha ascoltato con attenzione la storia dell’apparizione della Vergine Maria presso il pruneto del Santuario, per poi benedire la statua della Madonna dei Fiori.
Proprio il Santuario è una pietra miliare che muove fiumi di pellegrini all’ombra del grandioso mosaico firmato da padre Rupnik, che vale a richiamare sopra i loro cuori l’amore salvifico di Dio.
Dopo la solenne benedizione, ecco la foto di rito dei sacerdoti davanti al pruneto in fiore, quando sono trascorsi pochi giorni dal solstizio d’inverno. Preghiera e fede, grande emozione e commozione da parte di tutti. Un’altra bella pagina di storia cittadina è stata scritta.