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Agricoltura | 09 dicembre 2022, 13:49

Cia, gli Stati Generali dell’Agricoltura in Piemonte evidenziano un comparto in difficoltà

Claudio Conterno, presidente di Cia Cuneo: “Tra problemi vecchi e nuovi e impegni da mantenere, diventa sempre più complicato per le aziende vedersi garantito un reddito decoroso”

Cia, gli Stati Generali dell’Agricoltura in Piemonte evidenziano un comparto in difficoltà

Si sono svolti nella Sala Trasparenza della Regione, a Torino, gli Stati generali dell’Agricoltura convocati dalla Cia del Piemonte e della Valle d’Aosta. Un incontro importante, moderato dal giornalista Osvaldo Bellino, per illustrare all’Istituzione di piazza Castello e non solo, i problemi, le aspettative e le opportunità del mondo rurale chiamato a scelte difficili e impegnative per il futuro. A introdurre i lavori è stato il presidente regionale di Cia, Gabriele Carenini: “Viviamo dei momenti improvvisi di cambiamento. Da soli si va da nessuna parte. Per questo motivo servono sinergie e chiediamo alla politica scelte concrete e veloci. Non c’è più tempo da perdere perché gli agricoltori rappresentano un motore di sviluppo dell’economia”.

Stefano Cavaletto dell’Istituto di Ricerche Economiche e Sociali (Ires) del Piemonte ha spiegato i riferimenti per comprendere meglio le attuali dinamiche del comparto agricolo, tra vecchi e nuovi scenari di azione.

La ricerca Ires ha messo in luce, tra gli altri dati, che le aziende del settore sul territorio regionale sono in calo: 49.632 nel terzo trimestre 2022, con un 1,5% in meno rispetto all’anno precedente. C’è una forte diminuzione di quelle più piccole, mentre tengono le medie e le grandi.

Giovanni Cardone, direttore Cia Piemonte e Valle d’Aosta, è entrato nel merito delle prospettive disegnate dal Programma di Sviluppo Rurale 2023-2027 e degli indirizzi previsti dalla nuova Politica Agricola Comune (Pac).

La Regione era presente con il vicepresidente della Giunta, Fabio Carosso, la responsabile di Istruzione e Lavoro, Elena Chiorino, e per il settore Agricoltura, con l’assessore, Marco Protopapa, e il direttore, Paolo Balocco.

Il comparto agricolo - ha sottolineato Protopapa - deve rinnovarsi, però dobbiamo capire quali strade percorrere. Di certo, serve una politica fatta di promozione, consapevolezza e tracciabilità”.

Le conclusioni le ha tratte il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini: “Dobbiamo essere più incisivi nel far uscire la nostra voce che, altrimenti, viene sempre calpestata”.

Durante l’incontro sono intervenuti i presidente Cia di tutte le province del Piemonte e della Valle d’Aosta, sollecitati a esprimere tre parole chiave per il futuro del settore agricolo.


La grande difficoltà per i prossimi anni è la mancanza di acqua

Agli Stati generali la Cia Cuneo era rappresentata dal presidente, Claudio Conterno, dal direttore, Igor Varrone, dai dirigenti, Daniela Destefanis, Silvio Chionetti, Giovanni Cordero, Maurizio Ribotta, e da alcuni associati. Ha affermato Conterno: “Il punto della situazione arriva al termine di un’annata faticosa e con tanti problemi che restano da risolvere. La difficoltà maggiore rimane la sostenibilità economica delle imprese agricole di tutti i comparti. Anche del vitivinicolo, se non trasformano l’uva in vino direttamente nell’azienda”.

Per quale motivo? “Tu produci oggi e conosci l’importo della spesa sostenuta, ma non sai il prezzo che ti verrà pagato per quanto hai seminato o coltivato. Ti danno degli acconti e ti liquidano dopo un anno a un prezzo deciso da chi compra. Giustamente, poi, occorre rispettare le direttive della Politica Agricola Comune e del Programma di Sviluppo Rurale il cui obiettivo è di assicurare la sostenibilità ambientale. Inoltre, bisogna continuare a produrre conciliando qualità e quantità. Impegni importanti che hanno un costo e si aggiungono alle difficoltà di ogni giorno in costante aumento. Come, nel 2022, la siccità e i rincari delle spese energetiche e delle materie prime. Di conseguenza, tra problemi vecchi e nuovi e impegni da mantenere è sempre più complicato per le aziende vedersi garantito un reddito decoroso”.

La questione della mancanza di acqua? “Sono almeno vent’anni che se ne parla negli incontri e nei convegni, senza aver trovato una strada concreta da percorrere. Le Istituzioni, ascoltando le proposte delle Associazioni di categoria e di tutti gli attori interessati, devono velocemente programmare delle strategie a lunga scadenza come costruire gli invasi e i micro-invasi. Però, in tempi brevi si possono già attuare alcuni interventi importanti: dal mettere in sesto le reti degli acquedotti, le cui perdite si calcola arrivino al 40% di quanto trasportato, al recuperare le reflue da utilizzare nei campi e nelle serre, al prevedere nuovi sistemi di irrigazione delle colture agricole con i quali si spreca meno acqua. Altrimenti, tra vent’anni il problema diventerà drammatico. Perché in futuro la vera questione da risolvere non sarà più l’energia, ma avere sempre l’acqua sufficiente a soddisfare le esigenze delle persone e delle aziende in generale: non solo quelle del mondo agricolo”.


comunicato stampa

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