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Agricoltura | 30 novembre 2022, 19:39

Granda modello virtuoso nell'agricoltura sociale: partecipata giornata di studi targata Coldiretti

Un’opportunità per le aziende agricole e per le comunità ancor più nei territori ritenuti marginali

I relatori del convegno, primo da sinistra, il direttore Fabiano Porcu, l'agronoma Alessandra Funghi, Sara Calonaci e Monica Brignone

I relatori del convegno, primo da sinistra, il direttore Fabiano Porcu, l'agronoma Alessandra Funghi, Sara Calonaci e Monica Brignone

“Agricoltura sociale nel Cuneese: buone pratiche e prospettive future” è stato il titolo del convegno svoltosi questa mattina a presso la sede provinciale di Coldiretti Cuneo.

L’incontro ha sottolineato l’importanza del mondo agricolo all’interno della nostra società e della sua vocazione sociale all’interno di ogni comunità a partire da quelle più piccole nelle zone marginali dove hanno la possibilità di fornire dei servizi dove questi vengono meno.

L’incontro organizzato insieme alla Cooperativa Linfa Solidale ha visto al centro del dibattito i risultati dell’indagine sulle buone pratiche di "agricoltura sociale" svolte nelle aziende di Coldiretti Cuneo condotta dall’agronoma Alessandra Funghi e coadiuvata dalla borsista di ricerca dell’Università di Pisa Sara Calonaci

Lo studio, reso possibile grazie al contributo della Camera di Commercio di Cuneo, ha messo in luce i punti di forza di queste pratiche all’interno del tessuto delle nostre comunità e le necessità che queste richiedono per poter svolgere la loro importante funzione sociale: continuità, connessione con le realtà locali e formazione per le aziende.

Una panoramica sulla situazione attuale dell’Agricoltura Sociale nella Granda è stata poi approfondita dal professor Francesco Di Iacovo, direttore del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa, che ha illustrato l’evoluzione di queste pratiche tra normativa e opportunità per le aziende agricole.

Nella seconda parte del convegno è stato dato spazio alla testimonianza dei protagonisti coinvolti nel progetto Rural Care “Anziani Attivi”, giunto alla conclusione e realizzato grazie al contributo della Fondazione CRC: sono intervenuti Silvio Invernelli, presidente dell’Associazione Case di Riposo cuneesi, e di Laura Cabutto dell’azienda agricola “Ape Golosina di Cascina Monfrin” di Narzole.

L’appuntamento ha presentato i risultati dell’indagine diretta condotta dall’agronoma Alessandra Funghi è stata un’importante occasione di confronto sul tema dell’agricoltura sociale, sulle opportunità che può offrire in termini di investimento sulla collettività, di risposta ai bisogni delle zone rurali e di creazione di benessere comune. 

“L’agricoltura sociale – ha dichiarato Monica Brignone, referente per l’Agricoltura Sociale di Coldiretti Cuneo – all’interno dalla multifunzionalità delle aziende agricole, rappresenta un’opportunità unica per le imprese. Pratiche e percorsi che offrono un contributo rilevante allo sviluppo dei nostri territori e delle comunità rurali, ma anche al benessere delle persone”.

“Siamo felici che la Granda – ha dichiarato Enrico Nada, presidente di Coldiretti Cuneo – venga presa come un modello virtuoso in un campo su cui c’è ancora molto da fare. È un segno che il legame dell’agricoltura con il nostro territorio non è inteso alla produzione di eccellenze agroalimentari ma anche ad una connessione ancor profonda con le nostre comunità in termini di solidarietà e mutuo soccorso da sempre nella tradizione del nostro mondo rurale”.

“L’agricoltura storicamente è socialità, molte aziende agricole sono ancora oggi realtà familiari ed inclusive La premessa perché queste pratiche possano svolgersi – aggiunge Fabiano Porcu, direttore di Coldiretti Cuneo – è che quindi esistano aziende agricole oggi purtroppo sempre più in difficoltà e recentemente minacciate nella loro sopravvivenza anche dalla produzione di cibo sintetico. I risultati dell’indagine hanno evidenziato quanta importanza, anche a fini terapeutici, abbia il contatto con la natura di cui gli agricoltori sono i primi custodi. È importante sviluppare una rete per informare e formare le aziende interessate sulle opportunità che le pratiche di Agricoltura Sociale possono offrire alle imprese e la necessità che questi progetti abbiano continuità sul territorio nell’interesse, in primis, dei soggetti fragili coinvolti (anziani, persone fragili o con disabilità)”.

C. S.

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