Per la pubblicazione del “Farinel” di oggi, a due giorni dalla Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, il mio obiettivo era di parlare di questo tema: parlarne in modo informativo, attento e puntuale, con la consapevolezza che su un tema del genere non sia facile non cadere nello scontato e nell’ovvio.
Vorrei, quindi, partire dai dati di questo fenomeno che, anche in provincia di Cuneo, raggiungono cifre che fanno riflettere. Quando pensiamo a crimini violenti tendiamo a immaginarli lontani da noi, ma così non è.
Nel 2020 i denunciati per maltrattamenti contro conviventi nella nostra provincia sono stati 106, nel 2021 la cifra è salita a 138, per arrivare a 143 denunciati al 31 ottobre 2022. Le denunce per lesioni personali nel 2020 sono state 89, salite a 114 nel 2021, a fronte di 105 denunce già registrate sino al 31 ottobre 2022. Le denunce per violenze sessuali aggravate e di gruppo sono state 35 nel 2022, 37 nel 2021 e 23 fino alla fine del mese di ottobre 2022. Le denunce per atti persecutori (più noti come stalking) sono state 48 nel 2020, 87 nel 2021 e 82 fino al 31 ottobre 2022. La diffusione illecita di materiale sessualmente espliciti (un reato oggi conosciuto come “Revenge Porn”) ha visto nel 2020 una persona denunciata, il numero è salito a tre nel 2022 e a sei nel 2022.
Un fenomeno tristemente in crescita che prende forme diverse, sempre nuove e sempre più difficili da riconoscere da parte delle vittime: spesso, infatti, si parla di violenza fisica e di femminicidio, ma ancora più frequentemente si sottovalutano tutti gli altri tipi di violenza che stanno alla base della “Piramide della violenza di genere” (immagine a fondo pagina).
Parliamo, per esempio, di atti di rimozione dell’autonomia, come la violenza economica o lo Stealthing, la rimozione del preservativo senza consenso durante un rapporto sessuale oppure casi di sottomissione, per esempio a seguito di diffusione di materiale intimo senza l’esplicito consenso da parte della vittima, in casi di stalking o catcalling, ovvero apprezzamenti non richiesti ricevuti per strada da parte di sconosciuti.
Tutti esempi che vedono alla base dalla piramide un comportamento più diffuso, ovvero la normalizzazione di un linguaggio violento, sessista, che punta il dito contro le donne che “se la sono andate a cercare” o che normalizza una disparità di genere nel salario, nella posizione sociale e culturale del Ventunesimo secolo.
Se vi capitasse un giorno di provare a chiedere alle vostre mogli, alle vostre compagne, alle vostre amiche e conoscenti se si siano mai sentite in pericolo, molestate, seguite o se semplicemente si siano ritrovate ad avere paura ad uscire di casa da sole la sera, restereste sconvolti dalla risposta. Sono innumerevoli, infatti, sono i casi di molestie di questo tipo anche ai danni di ragazze minorenni o comunque molto giovani. Ogni donna avrà un episodio da raccontare che vi farà vergognare di essere uomini.
Comportamenti che forse molto spesso consideriamo banali e che, appunto, inevitabilmente arriviamo a normalizzare, in quanto immersi in una mentalità patriarcale di cui è intriso ancora oggi il nostro paese. Una mentalità che, volenti o nolenti, ci ha plasmati, e che ci porta ancora oggi, all’alba del 2023, ad avere un disperato bisogno di sensibilizzare sul tema della violenza. Mentalità che ci impone, anche in qualità di uomini, di parlarne, di far conoscere questo tema e di portare la massima attenzione su questi fenomeni che, a dispetto di tutto il “progresso” che ci sembra di aver raggiunto, sono sempre in crescita.
A distanza di due giorni dalla Giornata contro la violenza sulle donne, quindi, il mio dovere in quanto giornalista è quello di ricordarvi questi dati, ricordarvi che la violenza è intorno a noi, spesso invisibile, ma sempre presente. Non dimentichiamolo, anche quando non sarà il 25 novembre e smettiamo di pensare di vivere in un’isola felice dove “figuriamoci se succedono queste cose”, perché succedono e purtroppo molto più vicino di quello che pensiamo.
Arriverà il giorno in cui non dovremo più avere una “Giornata contro la violenza sulle donne”. Quel giorno purtroppo, non è oggi.