Cia Cuneo, unendosi a Cia nazionale, chiede al Governo misure strutturali e prioritarie per evitare il collasso del settore rurale. Dice il direttore dell’organizzazione agricola della “Granda”, Igor Varrone: “Il decreto aiuti quater va bene, ma sono necessari interventi organici. Serve un piano urgente, da inserire nella manovra di bilancio 2023, per tutelare gli imprenditori del settore strozzati dai rincari energetici e dai costi folli delle materie prime”.
Nel concreto? “Innalzare il credito d’imposta dal 20 al 30% della spesa effettuata per l’acquisto del gasolio agricolo. E aumentare dal 30 al 40% il credito d’imposta per l’acquisto di energia elettrica, come previsto per tutte le altre aziende energivore. Inoltre, vanno previsti nuovi incentivi fiscali per sostenere i costi di fertilizzanti, fitosanitari, mangimi e sementi che hanno raggiunto prezzi insostenibili”.
Inoltre? “In ambito europeo occorre togliere il limite dell’autoconsumo dal fotovoltaico e proteggere le indicazioni geografiche - Dop e Igp - dalla contraffazione nelle vendite online. Così da valorizzare al meglio le eccellenze del Made in Italy. Senza dimenticare, poi, un intervento deciso per evitare la deriva del cibo sintetico e contrastare il Nutriscore: l’etichettatura alimentare-nutrizionale a semaforo di cui si sta parlando in questi mesi e che penalizzerebbe in modo enorme i prodotti di qualità del nostro Paese”.
Sull’emergenza fauna selvatica? “Chiediamo la nomina di un commissario straordinario con pieni poteri insediato alla presidenza del Consiglio e il coordinamento di una cabina di regia con le Regioni per riformare la Legge nazionale 157 del 1992, che considera la fauna selvatica proprietà dello Stato e indica la quantità modesta prelevabile da parte dei cacciatori. Bisogna rendere chiari gli obiettivi di de-popolamento degli ungulati e superare l’attuale sistema “de minimis” per gli indennizzi alle aziende colpite dai danni”.
Le pensioni? “L’assegno pensionistico minimo erogato oggi di 524 euro mensili, che in Italia riguarda un cospicuo numero di anziani, fra i quali gli ex agricoltori, non solo è inadeguato per tutti i parametri previsti dalle norme nazionali ed europee sui livelli di povertà, ma è moralmente e socialmente ingiusto. Già lo scorso anno avevamo proposto al Governo di introdurre una pensione di equità portando l’assegno ad almeno 780 euro mensili: lo stesso importo pagato per il reddito di cittadinanza”.
Ma non solo. “Per quanti hanno un’invalidità civile del 100% e ai quali serve l’assistenza continua perché non possono svolgere le normali mansioni quotidiane, tra assegno di pensione e indennità di accompagnamento arrivano a malapena, con entrambe, a 1.000 euro al mese. Come può vivere una persona con un importo del genere, se deve pagare la badante o essere accolta in una residenza sanitaria?”
La misura del Pnrr sul Parco Agrisolare finanzia incentivi per la realizzazione di impianti fotovoltaici da installare sui tetti degli edifici destinati a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale. Evitando, totalmente, in questo modo, il consumo di suolo fertile. Ma c’è qualcosa che funziona? “Occorre consentire il riconoscimento di aiuti alle imprese rurali che investano negli impianti di potenza superiore all’autoconsumo, come previsto ora. Senza questo intervento la misura rischia di avere un effetto limitato e di non produrre i risultati attesi, con gravi ripercussioni per il settore agricolo e per il processo di transizione ecologica”.