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Alba | 16 ottobre 2022, 15:50

FARINEL- Ah, se solo Putin e gli altri potenti della Terra visitassero la mostra '100 anni con Beppe Fenoglio'

La meravigliosa esposizione inaugurata in Fondazione Ferrero e più in generale gli eventi del centenario fenogliano ci ricordano che dobbiamo essere partigiani e cioè essere di parte, ogni giorno, dalla parte giusta, specie in un periodo come questo in cui pericolosi venti di guerra soffiano sull’Europa

FARINEL- Ah, se solo Putin e gli altri potenti della Terra visitassero la mostra '100 anni con Beppe Fenoglio'

Alba la presero in duemila il 10 ottobre e la persero in duecento il 2 novembre dell’anno 1944”. Quando Beppe Fenoglio morì, nel 1963, aveva 40 anni, l’età che ho io oggi. Le 41 candeline mai le spense. Era nato il primo marzo 1922. Pochi mesi dopo Benito Mussolini a capo di una banda di criminali avrebbe marciato su Roma mettendo le basi della deriva fascista che avrebbe fatto piombare l’Italia nella guerra e nella miseria.

Beppe Fenoglio visse quegli anni difficili, li visse in pieno e li subì fin dal primo istante riuscendo sempre a rimanere integro e partigiano nel cuore e nello spirito. 

Non per niente le fotografie dell’epoca hanno immortalato un Beppe Fenoglio con il volto scavato dalle insidie di quella vita grama, molto più di quanto non sia stato scavato il volto del sottoscritto o di qualsiasi quarantenne di Langhe e Roero.

Il suo viso scavato, le sue rughe profonde, sono un monito in un’epoca in cui con lo spettro di una terza guerra mondiale aleggia sull’Europa, così come un monito sono i suoi libri che dovrebbero essere letti da Putin e dagli altri potenti della Terra che un giorno sì e l’altro pure minacciano un conflitto nucleare.

Se è da tanto che non aprite un libro del nostro Beppe, ascoltatemi, fatelo. Vi accorgerete, come mi sono accorto che questi libri non invecchiano, crescono, e voi con loro. Un libro come la Malora letto a 18 anni non sarà lo stesso se lo leggerete a 30 o 40 anni, vi accorgerete che crescerà con voi e, da avido lettore quale sono sempre stato, mi sento di dire che questa sia una peculiarità di pochissimi autori.

Beppe Fenoglio è andato di pari passo con i propri libri, quasi sconosciuto in vita, poco celebrato dopo la morte, ritenuto divisivo fino a inizio anni Duemila, anche nella sua Alba, chiedere al regista de “Il Partigiano Johnny” Guido Chiesa per conferme e poi finalmente celebrato in tutta la sua grandezza da alcuni anni.

Oggi Beppe Fenoglio unisce, non so se a lui, schivo e riservato come era, farebbe piacere, ma un turista su 10 in Langhe e Roero, si definisce un turista Fenogliano, lo certifica una ricerca svolta dall’università degli studi di Bergamo. A noi fa sicuramente piacere, perché il tempo sprecato è stato tanto e il credito che questo autore deve ancora riscuotere è di grande entità.

Sono certo, però, che Beppe Fenoglio avrebbe apprezzato quello che è stato fatto finora per il centenario dalla sua nascita dal Centro Studi che ne porta il nome, guidato dal presidente Riccardo Corino e dalla direttrice Bianca Roagna con la supervisione attenta, partecipe, entusiastica, ma al contempo delicata e discreta di Margherita Fenoglio.

Tutto, ogni evento, è stato sapientemente studiato per essere rispettoso della figura del grande scrittore albese che finalmente diventa profeta in patria con uno spirito che torna ad aleggiare nei luoghi della città e dei paesi in cui visse e di cui scrisse.

La ciliegina sulla torta di tutto ciò che è stato e sarà fino al primo marzo 2023 il centenario Fenogliano è, senza dubbio, la mostra “Canto le armi e l’uomo-100 anni con Beppe Fenoglio”. Promossa dalla Fondazione Ferrero, la mostra è stata curata da Luca Bufano, con il sostegno di Edoardo Borra e l’allestimento di Danilo Manassero. Se non l’avete ancora visitata, fatelo, senza indugiare, la mostra è un gioiello ed è rivolta soprattutto a chi non conosce Beppe Fenoglio che nel percorso espositivo diviso in otto sezioni tematiche viene raccontato come se fosse un meraviglioso libro biografico, con in più i suoni, i colori, i profumi, le emozioni che si possono provare grazie alle tecniche multimediali. 

Ah, se solo Putin e gli altri potenti della Terra potessero visitare questa mostra, in Fondazione Ferrero fino all’8 gennaio 2023, negli scritti di Beppe Fenoglio potrebbero trovare tante risposte.

“Alba la presero in duemila il 10 ottobre e la persero in duecento il 2 novembre dell’anno 1944”, è una di queste: la libertà è difficile da ottenere e va difesa. Basta abbassare un secondo la guardia, pensare che sia uno status acquisito per perderla dopo 23 giorni. Alba è il simbolo di una libertà che dobbiamo difendere, su cui non possiamo transigere, come veri partigiani, liberi e senza colori come Beppe Fenoglio.

Marcello Pasquero

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