È momento di vendemmia per il progetto “Si svigna”, che ormai da diversi anni coinvolge da una parte i detenuti della casa di reclusione "Giuseppe Montalto", divenuta casa di lavoro, e dall’altra gli studenti del quinto anno e alcuni professori della scuola enologica I.I.S. Umberto I° di Alba.
Il progetto, attraverso il quale viene curato e coltivato il vigneto annesso alla casa circondariale, vede al suo interno diverse valenze. La prima riguarda l’inclusione sociale e lavorativa dei detenuti: durante il corso dell’anno, questi oltre alla manutenzione del vigneto, si dedicano agli studi di botanica per il conseguimento, a fine di un triennio e dopo un esame di stato finale, della qualifica professionale del sistema regionale in operatore agricolo. Le lezioni vengono tenute in carcere da alcuni professori esterni e alcuni docenti dell’IIS Umberto I.
La seconda valenza è rivolta soprattutto agli studenti della scuola enologica, che durante gli incontri hanno modo di avere un confronto diretto sulle tematiche legate alla legalità e al senso civico, sia dialogando con i detenuti che con gli amministratori, come avvenuto nell’ultimo incontro a cui era presente la direttrice del carcere, dottoressa Giuseppina Piscioneri.
“Visto il forte impatto emozionale riscontrato negli anni addietro da parte degli allievi delle classi finali nel vedere in prima persona quella che è la vita da recluso – spiega il professor Bruno Morcaldi, docente dell’IIS Umberto I - e considerata la valenza istituzionale in sede di esame di stato finalizzato all’acquisizione di conoscenze e competenze relative a “Cittadinanza e Costituzione”, anche quest’anno l’istituto di istruzione secondaria “Umberto I” di Alba, si ripropone di svolgere, in diversi momenti dell’anno, delle attività didattiche finalizzate alla gestione del vigneto presente nella casa di lavoro “G. Montaldo” di Alba, e alla raccolta delle uve presso l’azienda agraria dell’istituto eseguita dai detenuti che, guidati dai nostri allievi, si cimentano in attività di tutoraggio e di apprendistato nei confronti dei detenuti, secondo un modello di apprendimento di tipo cooperative learning”.
Così anche quest’anno, sotto lo sguardo attento di Giovanni Bertello, il direttore tecnico del progetto agricolo del penitenziario Montalto di Alba, detenuti e studenti hanno eseguito le potature, la sfogliatura, la scacchiatura, la sfemminellatura, per arrivare fino a settembre, dove sono state raccolte le uve per poi portarle nella cantina sperimentale della scuola enologica per la vinificazione. Tutto questo sfocia, oltre al creare per i detenuti una possibilità di lavoro una volta scontata la pena e per i ragazzi avere un’opportunità di confronto e crescita sociale, nella produzione di un vino Barbera chiamato “Valelapena”, la cui etichetta è stata disegnata dai detenuti stessi, che viene messo in vendita sia on line che nel punto vendita della Freed Home – Creativi Dentro di Torino.
Sugli scaffali della Freed Home, composta da 13 realtà d’impresa fatte di cooperative e associazioni grazie alle quali i detenuti di 45 penitenziari realizzano prodotti di alta qualità, accanto al “Valelapena”, è possibile trovare Brutti e Buoni, Dolci Evasioni, Farina nel sacco, Sprigioniamo Sapori, Cibo Agricolo Libero e Dolci in Libertà. I proventi delle vendite vengono destinati a finanziare le strutture circondariali italiane e altri progetti. Freedhome si trova in via Milano 2c a Torino. sono di proprietà del Comune di Torino.