Amaro, ma lucido il commento al voto di domenica di Mauro Calderoni, sindaco di Saluzzo e segretario provinciale del Partito Democratico, candidato nel collegio proporzionale Piemonte 2 al quarto posto, una posizione come si suole dire “di servizio”.
“Il risultato – ammette - è pesante per noi, impossibile negarlo. Complimenti ai vincitori. Ci prepariamo a fare opposizione, vigile ed attenta.
In provincia di Cuneo il Pd è in linea col risultato nazionale mentre, unica nota positiva – rileva -, nelle 7 sorelle siamo tra l’1 ed il 5% sopra.
La campagna elettorale ci ha comunque visti tornare nei paesi e nelle valli dove, coi circoli e grazie ai candidati, abbiamo riattivato il confronto politico.
Continueremo a presidiare le comunità locali senza essere ideologici, ma ponendoci come lievito di una discussione che ci consenta di impostare – spiega - politiche territoriali e proposte strategiche, di parlare con le persone e registrarne difficoltà e paure”.
Per Calderoni il problema non è tanto e non solo il cambio del segretario nazionale Enrico Letta.
“Dobbiamo rimetterci al lavoro come e più di prima, anche perché – osserva - non si risolve una crisi così profonda discutendo solo di alleanze e cambiando l’ennesimo segretario. Ci dobbiamo interrogare su cosa è e cosa vuole diventare il Partito Democratico, su quale blocco sociale rappresentiamo o pensiamo di farlo, e quale idea di Paese abbiamo”.