Siete un colosso industriale nato più di 100 anni fa. Se dovesse riassumere le principali tappe di evoluzione aziendale, cosa metterebbe in evidenza?
“Ci sono state diverse tappe. Fino alla fine degli anni ’80 costruivamo quasi esclusivamente gru retro-cabina; la prima tappa fondamentale avvenne proprio in quegli anni con il passaggio dalla costruzione di gru alle piattaforme aeree. Contestualmente, a cavallo tra gli anni ’80 e gli anni ’90, abbiamo fatto ricorso all’alluminio e mi sento di affermare che ancora oggi le produzioni in alluminio sono quelle che caratterizzano in modo distintivo la nostra produzione. Sempre in quegli anni, entrammo nel mercato francese che costituisce oggi il nostro mercato principale. Successivamente, nel 2012, inaugurammo la prima filiale tedesca e qualche anno fa entrammo direttamente nel mercato inglese. Infine, l’anno scorso c’è stata l’acquisizione totale dell’azienda da parte della mia famiglia e questo è stato il più recente passaggio importante, al contempo intergenerazionale e di proprietà.
Per riassumere: l’impresa nacque nel 1911 e fino alla Seconda Guerra Mondiale il core business riguardò per lo più le produzioni di utensili agricoli e cassonati delle auto d’epoca. Dopo l’industrializzazione dell’azienda, avvenuta nel Secondo Dopoguerra e soprattutto negli anni ’70, iniziò la produzione di gru retro-cabina; dagli anni ’80 poi l’evoluzione aziendale comportò un passaggio importante verso la produzione di piattaforme aree in alluminio e l’internazionalizzazione dell’azienda nel mercato francese ed europeo[…]. Ad oggi, il mercato francese è quello principale e rappresenta il 35% del fatturato, soprattutto per ciò che concerne la vendita ai noleggiatori delle attrezzature. Devo ammettere che l’apertura della filiale in Francia alla fine degli anni ’80 fu fondamentale anche per entrare nel cuore di quel mercato: oggi gli stessi francesi ci considerano francesi (ride)… Posso dire lo stesso del mercato tedesco e inglese che sono mercati oggettivamente più grandi di quello italiano in cui comunque, negli ultimi dieci anni, abbiamo registrato una crescita considerevole.”
Servite anche il mercato americano?
“Per ora no. Ma stiamo compiendo i primi passi con prodotti quali i ragni cingolati che non sono al momento il nostro prodotto di punta. Il nostro core product attualmente è la piattaforma aerea installata su autocarro. Ovviamente il braccio e il cestello possono essere installati anche su un cingolato come il ragno. La nostra produzione attuale è al 90% su autocarro. Non escludo che in futuro ci direzioneremo anche su altri prodotti, più adatti ad altri mercati internazionali quali quello americano ed australiano”.
Vista le dimensione aziendale e il settore in cui operate, quali sono state le azioni in direzione della sostenibilità e della responsabilità ambientale?
“Proprio in questo momento stiamo sviluppando delle piattaforme ibride, progetti che vanno nella direzione della sostenibilità assoluta. Quindi, nel momento in cui anche l’autocarro sarà elettrico, potremo vantare un pacchetto completamente <verde>. Ritengo che nel giro di un anno e mezzo saremo in grado di fornire un prodotto completo, composto da autocarro e piattaforma, interamente elettrico. Ovviamente, credo ci vorrà ancora del tempo per compiere questa transizione ecologica: come oggi accade per le auto, ancora per qualche anno non sarà facile ricaricare il mezzo durante il tragitto o trovare una cabina di ricarica durante il viaggio. E’ però necessario fare il salto e proseguire velocemente in questa direzione, saggia ed obbligata: pensi che in alcuni centri metropolitani non permettono più di entrare in certi momenti se non con un mezzo elettrico! Sono proprio i nostri clienti, i noleggiatori, a richiederci da tempo un pacchetto completamente elettrico. Oltre a questo prodotto, che rappresenta la principale misura in direzione della sostenibilità, facciamo ampio ricorso a livello produttivo all’energia del fotovoltaico, promuoviamo la raccolta differenziata e l’utilizzo dei monopattini per spostarci da uno stabilimento all’altro, considerando che abbiamo sette stabilimenti a Manta non così vicini l’uno all’altro…”
Quanti stabilimenti avete in totale?
“Sette a Manta in Provincia di Cuneo, uno a Saluzzo, una filiale a Milano e una a Torino. Tutte le filiali italiane ed estere si occupano di manutenzione e consegna; la produzione, invece, è interamente fatta qua a Manta. Il Gruppo conta oggi più di 600 dipendenti.”
Immagino che un Gruppo così grande abbia un piano di welfare importante…
“Non so se possa rientrare formalmente sotto la categoria del welfare ma, a livello di premi, tutti i dipendenti ricevono quindici mensilità e mezzo da quasi vent’anni, ovvero una mensilità e mezza aggiuntiva oltre la quattordicesima di fine anno.
Stiamo pensando ad una mensa aziendale ma devo dire che, essendo i nostri dipendenti per lo più di provenienza locale, con tutta probabilità preferiscono tornare a casa durante la pausa pranzo. Stiamo comunque proseguendo con il progetto anche per una questione di sostenibilità ambientale e produttiva: siamo passati da 200 a 600 dipendenti in pochi anni e questa misura va pensata e organizzata una volta che troveremo il sito giusto per realizzarla.
Inoltre, da agosto 2021, abbiamo assunto a tempo indeterminato 120 dei 150 lavoratori interinali che collaboravano con noi.
Negli ultimi due anni abbiamo infine promosso l’assunzione di donne anche in officina: ad oggi rappresentano il 10% della forza lavoro a cui demandiamo per lo più la produzione e l’assemblaggio dei semilavorati e la finitura delle macchine. Fino a qualche anno fa non avevamo internalizzato questa lavorazione e devo ammettere che queste nuove mansioni sono particolarmente adatte alle lavoratrici donne, meticolose e affidabili”.
Se dovesse descrivere in poche parole l’imprenditoria, il modo di fare impresa in Provincia di Cuneo, quali parole utilizzerebbe?
“In primis serietà, che è un ingrediente per nulla scontato. Il fattore <serietà> è riscontrabile soprattutto nei mercati stranieri: quando da italiano riesci ad esportare più del 70% della tua produzione, significa che sei serio e rispettato.
Abnegazione: lavoriamo tutti molto. C’è una cultura del lavoro importante e diffusa a tutti i livelli. Diamo lavoro a molta manodopera locale che arriva ancora dalle vallate, persone che non hanno paura <a sporcarsi le mani>. Credo che in questa provincia non ci sia mai stata una lotta tra imprenditore e maestranze: siamo sempre andati tutti nella stessa direzione e questo è un aspetto che ha da sempre caratterizzato l’imprenditoria cuneese. Rispetto ad altre zone di Italia dove gli imprenditori per fare qualunque cosa debbono interpellare organi amministrativi e sindacati, qua c’è sempre stato un clima collaborativo, di compartecipazione e aiuto reciproco. D’altronde, se fai stare bene il lavoratore, non c’è bisogno di nessuno che lo difenda e in Provincia di Cuneo quasi tutte le realtà hanno sempre agito in questa direzione. Inoltre credo che l’imprenditore cuneese non abbia la smania di tenere tutto per sé: condivide, collabora e investe continuamente”.
Quali sono a suo avviso le iniziative più importanti intraprese dal vostro gruppo e quali i riconoscimenti più importanti ottenuti negli anni?
“Nell’ultimo anno abbiamo iniziato un percorso di marketing importante per donare al marchio Multitel l’importanza e la visibilità che merita. Come è accaduto a noi, molto spesso a diverse aziende capita di continuare a lavorare incessantemente, senza valorizzare con una comunicazione adeguata i risultati di sforzi decennali. A livello internazionale, siamo riconosciuti tra quelli che fanno i mezzi migliori ma non basta questo: bisogna lavorare sul marchio e far sì che i clienti e le maestranze si riconoscano nell’identità, nei valori e nel modus operandi del marchio Multitel […]. Per tornare alla domanda: abbiamo ottenuto molti riconoscimenti negli anni; mio padre recentemente ha ricevuto due importanti premi alla carriera in occasione di manifestazioni fieristiche in Italia e Francia; più di una volta il Corriere della Sera e il Sole Ventiquattrore ci hanno citato tra i primi 100 gruppi più virtuosi a livello nazionale […]. E poi il riconoscimento più importante è arrivato molto spesso dai nostri clienti internazionali in visita agli stabilimenti: non di rado si sono complimentati per la funzionalità, l’organizzazione e la bellezza dei nostri stabilimenti e questo fa davvero piacere, è il premio migliore per un lavoro e un impegno decennale…”.